venerdì 3 novembre 2017

Il castello di venerdì 3 novembre




CASTELLO D'AGOGNA (PV) - Castello Isimbardi

Nei documenti antichi il luogo è nominato come il Castello d’Agogna, sorto tra il XII e il XIII secolo, forse sul luogo di un’antica postazione romana, come vero e proprio complesso militare fortificato (castrum), costituito da una cintura esterna che racchiudeva alcuni edifici; in età rinascimentale si trasformò in castellum signorile, sede di residenza del feudatario e le case diventano il borgo del Castello d’Agogna. I primi possessori del castello, di cui si ha notizia, sono i Della Torre che cedettero le terre ai monaci dell’abbazia di Santa Croce di Mortara; nel 1360 passò di pertinenza ai Visconti, che confiscarono i beni ai monaci di Mortara; il feudo venne poi ceduto nel 1392 all’ospedale di Biella, acquistato in seguito dal nobile genovese Antonio Porro a cui seguirono i Crotti, i Tettoni, i Tarsis, i Ricci, i Miglio, la Regia Camera di Milano e, nel corso del 1700, gli Isimbardi che nel 1909 vendettero il castello e le sue pertinenze ai Gregotti, facoltosi agricoltori locali, di cui Vera Coghi è stata l’ultima erede. Castello d’Agogna nel 1644 fu incluso nell’elenco delle terre del principato di Pavia, censite per fini fiscali da Ambrogio Opizzone, come appartenente alla Lomellina. Il 23 febbraio 1707 venne pubblicato l’editto che annunciava lo scorporo della Lomellina dallo Stato di Milano, secondo il trattato di Torino dell’8 novembre 1703, stretto tra il duca Vittorio Amedeo II di Savoia e l’imperatore d’Austria Leopoldo. Castello d’Agogna come tutta la Lomellina fu aggregato al Piemonte. Nella relazione del primo novembre 1707 dell’Intendente Generale di Alessandria Gian Battista Fontana, incaricato di censire i comuni della Lomellina dal duca di Savoia, Castello d’Agogna contava 490 anime. I francesi giunsero nel 1796 dando vita alla prima Repubblica Cisalpina. Costretti, nel 1799, a cedere il controllo della regione agli austro-russi, lo ripresero alcuni mesi più tardi, nel 1800. Negli anni successivi dominarono un territorio che si chiamò dal 1800 al 1802 seconda Repubblica Cisalpina, dal 1802 al 1805 Repubblica Italiana, dal 1805 al 1814 Regno d’Italia. Il primo decreto napoleonico del 1800 emanato per la Lomellina sancì che il dipartimento dell’Agogna fosse diviso in 17 distretti, o circondari comunali, Mortara fu capoluogo del quinto distretto e Castello d’Agogna ne faceva parte. Nella compartimentazione del 28 aprile 1806 faceva parte del dipartimento dell’Agogna, distretto di Vigevano, cantone quinto di Mortara, come comune di terza classe, con popolazione di 477 abitanti. Per mezzo del Regio Editto del 10 novembre 1818, portante una nuova Circoscrizione Generale delle Province dei Regi Stati di Terra Ferma, Castello venne inserito nel Mandamento di Mortara, nella Provincia di Lomellina, che per la prima volta nella storia univa l’intera regione sul piano amministrativo. La prima e la seconda guerra di Indipendenza toccarono da vicino la Lomellina. Per gli abitanti vi fu l’obbligo di dare ospitalità e rifornimenti alle truppe. Prima il Radestky e poi il Giulay visitarono, nella loro marcia, numerosi paesi, operando ovunque pesanti requisizioni, lasciando alle spalle lacrime, miseria e violenze. Di quel lungo periodo di occupazione resta traccia nei nostri archivi. La documentazione registra dettagliatamente le requisizioni di guerra. Si tratta di somministrazioni di viveri e di animali (fieno, paglia, pane, salumi, riso, vino, buoi e mucche) di suppellettili varie (lenzuola, indumenti, stoviglie). Il conseguimento dell’Unità rimise in discussione l’assetto del territorio, Castello e tutta la Lomellina furono unite alla Lombardia attraverso la formazione della Provincia di Pavia. Durante la seconda guerra mondiale, nel mese di dicembre del 1944, il castello venne occupato dai tedeschi, ritenendo Castello d’Agogna un punto strategico per il controllo del ponte e per il passaggio delle truppe. Alla fine di aprile del 1945 fu liberato grazie all’azione dei partigiani di Mortara, Robbio, Olevano e Ceretto. Il Castello Isimbardi è stato oggetto di una interessante tesi di Laurea redatta nell'anno accademico 1995/1996 dagli architetti Cinzia Bio e Laura Bio alla Facoltà di Architettura del Politecnico di Milano; relatore Prof. Arch. Filippo Tartaglia; contro relatore Arch. Maria de Santis. Questo interessante studio è stato un utile supporto per i primi approfondimenti storici sul Castello e pertanto si ringraziano gli architetti Bio Cinzia e Laura per il loro valido contributo alle indagini storiche attualmente in corso. Nella stanza delle meraviglie della Fondazione Vera Coghi è conservato l’archivio del castello che conserva documentazione a partire dal secolo XIII. E’ composto dalle carte prodotte e ricevute dai feudatari e nobili residenti nel castello di Castello d’Agogna, relative a: beni in Castello d’Agogna, in Ceretto, in Granozzo, in Mortara, in Robbio, in Olevano, beni acquistati, alienati, affittati, esenzioni ed immunità, ragioni d’acque (numerosi sono i documenti che riguardano la roggia Cacciesca, la roggia Regola, l’Agogna, la Baraggiona, il Roggione di Olevano, il cavo Zermagnone, il canale Cavour), costruzione di cavi, convenzioni, inventari di beni e di scorte, catasti, imposte e tasse, migliorie e riparazioni, piste e trebbiatoi, requisizioni militari e danni delle guerre… Diverse pergamene e una ricca cartografia a colori lo completano e arricchiscono, rendendolo unico e prezioso per indagini storiche sul territorio. Attraverso le carte si snoda la storia dei principali possessori del castello e delle loro proprietà estese a buona parte del territorio lomellino e novarese, ad iniziare dai Della Torre sino al 1909 quando gli Isimbardi vendono il castello e le sue pertinenze ai Gregotti, facoltosi agricoltori locali, di cui Vera Coghi è stata l’ultima erede. L’archivio è stato riordinato, dispone di un inventario manoscritto, riguardante la documentazione dal 1219 al 1872, e di un inventario informatizzato che racchiude anche la documentazione del XX secolo. La documentazione è condizionata in 120 buste, collocate su scaffalatura idonea, in eleganti contenitori. La struttura è attrezzata per la consultazione e per la didattica. Nelle carte c’è la vita di una azienda agricola nel corso di centinaia di anni, dal 1219 al XX secolo ed è una storia che ancora continua. Il Castello Isimbardi è un suggestivo edificio del XII secolo, circondato da uno splendido parco. L'edificio offre circa mille metri quadrati di visita ed è sede di mostre ed eventi oltre che location ideale per matrimoni e feste private. Racchiuso da una cinta muraria, il vasto parco di 10.000 metri quadrati con piante ad alto fusto e fiori vanta le scuderie, il padiglione e una  struttura semiaperta destinata a grigliate, eventi e aperitivi. E ancora tre locali separati adibiti a cucina. Il complesso è dotato di un'area per i bimbi, fornita di giochi, di una casetta arredata in muratura, e di un fabbricato che racchiude sei eleganti servizi, anche per bambini, con fontana centrale ornata di piante e musica di sottofondo. Nel parco si trova anche un edificio che ospita una straordinaria testimonianza del passato della Lomellina, una micropila in legno del 1930 che riproduce il processo di lavorazione del riso (sbramatura del risone, separazione della lolla, sbiancatura del riso sbramato). Le eleganti e raffinate scuderi dispongono di un grande camino, un soffitto a volte con mattoni a vista e pilastri in granito. Un pianoforte contribuisce a rendere calda l'atmosfera. Le scuderie possono ospitare sino a 100 persone sedute. Il parco accoglie una elegante tensostruttura comunicante con le vicine scuderie. La struttura, di circa 200 metri quadrati, è disponibile per matrimoni, eventi, manifestazioni e corsi e  può accogliere sino a 200 persone sedute. Altri link suggeriti: https://www.youtube.com/watch?v=FLj4J10OnXc (video di Castello Isimbardi di Castello d'Agogna), https://vimeo.com/135028367 (video di Artribune Tv).

Fonti: https://it.wikipedia.org/wiki/Castello_d%27Agogna, testo della Dott.ssa Emilia Mangiarotti su https://www.fondazioneveracoghi.com/il-castello/la-storia-del-castello, https://www.castelloisimbardi.it/il-castello (sito web ufficiale del castello)

Foto: la prima è di Alessandro Vecchi su https://it.wikipedia.org/wiki/Castello_d%27Agogna#/media/File:CastellodAgogna.jpg, la seconda è presa da http://www.milanopost.info/2015/05/30/237/

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