lunedì 6 novembre 2017

Il castello di lunedì 6 novembre




LETTERE (NA) – Castello

Il Castello di Lettere si erge sulla cima della collina di San Nicola del Vaglia, a 347 metri sul livello del mare su una terrazza in pietra calcarea appartenente alla catena dei monti Lattari, da cui domina la città di Castellammare di Stabia con il suo golfo. Fu costruito probabilmente sotto Mansone I di Amalfi dopo la conquista del borgo di Castrum Licterensis da parte degli Amalfitani: la principale funzione della struttura era quella di confine e prevenire eventuali attacchi dal golfo di Napoli al ducato di Amalfi; il castello inoltre proteggeva entro le sue mura una chiesa, alcune abitazioni e diverse botteghe. Con l'arrivo dei Normanni la fortezza fu ampliata: furono costruite infatti nuove mura, una nuova porta, dotata di ponte levatoio e protetta da un camminamento con arcieri e a poca distanza dal castello fu costruita una cattedrale, in stile romanico, con decorazioni in tufo giallo e verde. Durante la fase Sveva, il feudo di Lettere, passò nel 1263 a Riccardo Filangieri: a lui si devono la costruzione del mastio e di una torre. Con l'arrivo degli Angioini, il castello fu protagonista nella guerra del Vespro (sotto il dominio di Gerberto di Hervilla, fedele milite di Carlo d’Angiò) e venne notevolmente ampliato e strutturato in modo da poter ospitare i nuovi sistemi difensivi: fu ampliata la cinta muraria, costruita una nuova torre nel lato sud, affiancata da due piccole torrette, armate con armi da fuoco e furono costruiti dei corridoi pensili, ovvero passaggi coperti che mettevano in comunicazione i piani alti delle torri, probabilmente serviti da scale, e gli altri accessi ai camminamenti alti. Durante la dominazione Aragonese, persa la sua funzione difensiva, fu trasformato in residenza privata e nelle possenti mura furono aperte numerose finestre; nel 1529, fu venduto a Isabella de Caprona che così lo descriveva:« la città tiene un muy lindo y fuerte castillo cum quattro turriones y una grande torre maestra, tiene tre puertes con puentes levadizos y està en alta della ciudad en gentil lugar. ». Dopo questo ultimo fiorente periodo il castello iniziò una lunga fase di declino e non fu più adeguato alle nuove tecniche militari giungendo lentamente allo stato di abbandono e in condizione di rudere: soltanto tra la fine del XX e l'inizio del XXI secolo sono stati effettuati importanti lavori di ristrutturazione, grazie ai quali è stato possibile recuperare le mura perimetrali e le torri, riportandolo almeno in parte all'antico splendore. Inoltre nel luglio 2007, nell'area intorno al castello sono iniziati alcuni scavi archeologici che hanno riportato alla luce diverse strutture che si ricollegavano alla fortezza: una casatorre del X secolo e resti di edifici realizzati in pietra calcarea, uniti con malta di calce. Il castello è a forma trapezoidale con quattro torri: una, chiamata Torre del Grano, in quanto utilizzata come deposito del cereale, è più bassa rispetto alle altre tre, le quali presentano una base scarpata; in una torre inoltre è stato ricavato anche un lavatoio in muratura e diverse vasche. Il mastio è a pianta poligonale e fu edificato durante l'epoca sveva, con mattoni di tufo rosso, e ristrutturato durante la fase angioina. Due le porte di accesso: la principale, a saracinesca, di cui rimangono solo gli stipiti ed una, più piccola, situata ad est, andata però completamente distrutta; sullo stesso versante sono ancora presenti le mura con doppia merlatura e torrette. All'interno del castello si notano bassi muretti, quasi certamente basamenti di mura di diverse costruzione e strutture con coperture a volta, probabilmente delle cisterne o una cappella. La veste attuale del castello mostra principalmente le modifiche apportate durante la fase militare angioina. Fu costruito sulla roccia sul punto più alto e sopraelevato. Mantiene due delle tre cortine della cinta muraria di forma poligonale. Un mastio e due torri fanno da cerniere negli angoli della cinta; una quarta torre interrompe la cortina sud, mentre di una quinta rimangono solo le tracce del basamento, adiacenti alla porta a saracinesca, un ingresso molto eroso, con labili tracce dell’incavo sui pilastri laterali, unico residuo della perduta cortina nord-est. Il mastio, che si caratterizza per la presenza di numerosi apparecchi difensivi rispetto alla torre est che ne è priva, ha ingresso sopraelevato e la parte bassa è divisa a fascioni. In alto il coronamento è a triplice mensola di pietra sagomata analogamente al coronamento del castello angioino di Castellammare di Stabia caratterizzato da quadruplici mensole di piperno in aggetto e dall’archeggiatura su piccole mensole. La fase angioina, di cui abbiamo già visto questi ultimi elementi, si caratterizza per una volontà difensiva più che ornamentale. Tutta la collina venne “armata”. L’ultima fase di vita del castello, come già detto, è imputabile alla dominazione aragonese, databile al XVI secolo, quando il castello perse la funzione difensiva e assunse prevalentemente quella residenziale. Le ultime modifiche del maniero si concentrano infatti nella corte interna costruita su una naturale sopraelevazione della roccia nella parte più a nord dell’area. Entrando nella corte dall’ingresso nord si può cogliere la sua articolazione composta da più ambienti. Subito a est si incontra un vasto spazio chiuso con un catino absidale ricavato in spessore di muro sulla parete interna della cortina est e un secondo ambiente voltato, forse entrambi pertinenti ad una cappella. Di qui si possono vedere in tutto il cortile numerosi muretti, bassi e di limitata lunghezza. Si tratta di lacerti di muri dal perimetro irregolare che componevano più ambienti. L’area ovest è occupata dalla torre ovest; al primo piano del torrione sono stati ricavati un lavatoio in muratura e alcune vasche. Al piano terra sono stati realizzati un corridoio di servizio con accesso agli apparecchi difensivi delle torri ovest ed est e tre ambienti cisterne, con un’apertura circolare sul piano superiore e rivestimento interno in malta idraulica. Oltre a queste interne altre vasche sono visibili all’esterno e all’interno alla struttura. A sud rimangono sette ambienti, lunghi e stretti su base rettangolare, caratterizzati da coperture voltate di cui sono visibili i pennacchi di archi acuti e due volte a botte sulla parete. Due ambienti sono visibili più a est in successione: in parete rimangono le tracce di due volte a botte ribassata, mentre al piano terra si aprono due locali ciechi coperti da volte a botte ribassata ricavati in spessore di muro. Altri link suggeriti: https://www.facebook.com/Castello-di-Lettere-929710703734026/ (pagina Facebook), https://www.youtube.com/watch?v=HjigvuMayxo (video con drone di Digit Studio di Giovanni Russo), https://www.youtube.com/watch?v=I_QGy0xv2rM (video con drone di Giorgia Decurtis), https://www.youtube.com/watch?v=VsC0qKQ34-k (video di Mimmo Di Riso), https://www.youtube.com/watch?v=8tCy_VQUnjQ (video di Giuseppe D’Angelo), http://napoli.repubblica.it/cronaca/2012/09/13/news/i_segreti_del_castello_di_lettere_tra_memoria_e_archeologia-42491359/?refresh_ce, http://www.castcampania.it/lettere.html.




Foto: la prima è presa da http://www.intelligopromotion.it/i-castelli-della-campania-il-castello-di-lettere/, la seconda è un fotogramma del video https://www.youtube.com/watch?v=HjigvuMayxo di Digit Studio


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