mercoledì 28 giugno 2017

Il castello di mercoledì 28 giugno



BRUZZANO ZEFFIRIO (RC) – Castello Carafa

Situato a quota 139 metri s.l.m., sulla sommità della "Rocca Armenia", in località Bruzzano Vecchia sorge il "castello di Bruzzano Zeffirio" o "castello d'Armenia". Il castello, ormai allo stato di rudere, fu edificato tra la fine del X e gli inizi dell'XI secolo e nel 925 divenne quartier generale dei Saraceni. In seguito fu feudo di Giovanni De Brayda dal 1270 al 1305, di proprietà del Marchese di Busca dal 1305 al 1328, dei Marchesi Ruffo dal 1328 al 1456, dei Marullo dal 1456 al 1550, dei Danotto dal 1550 al 1563, degli Aragona de Ajerbe dal 1563 al 1597, degli Stayti nel 1597 e dei Carafa di Roccella fino al 1806. Fu danneggiato dal sisma del 1783 e ridotto a rudere dai sismi del 1905 e 1908. Numerosi rimaneggiamenti, aggiunte e stratificazioni sono stati effettuati nei periodi storici che si succedettero dal Medioevo fino ai primi dell'Ottocento. Il castello di Bruzzano, presenta una tipologia architettonica tipica del territorio e dei periodi storici in cui le varie parti furono costruite. La Rocca Armenia si presenta come un monolite di arenaria locale compatta. Posta a quota 115 metri s.l.m., con una sommità piana, dove sono evidenti i ruderi, a 139 metri s.l.m.. Tale rupe fortificata presenta quindi un dislivello di circa 25 metri rispetto ai ruderi dell'abitato di Bruzzano Vecchia ai piedi della stessa rupe. Su questa rocca, il castello si articola in numerosi corpi di fabbrica ormai ridotti a rudere, raggruppabili in tre principali categorie: strutture difensive militari, cappella nobiliare del castello, dimora della famiglia Carafa. Le strutture difensive militari, rappresentano il vero e proprio castello fortificato costruito alla fine del X sec. Tali strutture, architettonicamente non si discostano molto dalla tipologia usuale dei castelli costruiti nello stesso periodo, sul territorio della Locride e della Calabria in generale. Le strutture, presentano una tipologia a pianta quadrangolare con torri quadrate e “sala d’armi”. All’interno del castello, una piazza scoperta con relative cisterne scavate nella roccia per la raccolta delle acque; prigioni, anch’esse scavate nella roccia; mentre all’esterno dei muri perimetrali, si vedono ancora i resti dei contrafforti di recinzione della rocca. Oltre alle strutture in muratura, tale fortificazione presenta degli ambienti funzionali trogloditici e, delle strutture, anch’esse scavate nella roccia. Della “Sala d’armi”, rimangono i muri perimetrali, dove sono evidenti le feritoie atte alle azioni belliche di difesa. La cappella nobiliare è posta addossata al muro est del vero e proprio castello fortificato. Infatti, sulla parte esterna di un grosso muro, a pochi metri dal torrione sopra descritto, un ambiente rettangolare delimita lo spazio sacro di questa cappella che dovette essere costruita non più tardi dell’epoca tardo-medioevale in cui furono costruite le strutture che compongono la cosiddetta “Casa del Principe”. Tale cappella, a unica navata e di cui rimangono in elevazione tre delle quattro pareti, presenta un’abside semi cilindrico sporgente verso l’esterno, sul fronte a nord. Ai lati dell’abside, sono ricavate nello spessore del muro, due piccole nicchie che dovevano custodire delle icone sacre ai lati dell’abside centrale che custodiva il Santo cui era dedicata tale Cappella. Sia l’abside centrale sia le due nicchie laterali, presentano tracce di affreschi in pittura rossiccia sui resti del poco intonaco rimasto. Sulla muratura del fronte opposto all’abside, era posta in posizione centrale, la porta d’ingresso della cappella. Tornando agli affreschi, è possibile soltanto supporre ipotesi in riguardo allo stile, alla manodopera e quindi all’età in cui sono stati realizzati, mediante comparazione delle linee del volto, delle figure, e del tipo di pittura. I tratti del viso, la sua espressione e il tipo di pittura usata, sembrano concordare con la tipologia degli affreschi bizantini del nostro medioevo, e quindi dall’opera dei Monaci Basiliani di rito greco. La similitudine del tipo di pittura tra gli affreschi della Chiesa di Contrada Annunziata e, quelli della Cappella del castello medioevale, non lascia dubbi sulla manodopera basiliana e sull’età, che si può far coincidere col periodo medioevale attorno agli anni 1100-1200. Tornando a descrivere l’architettura di tale cappella nobiliare, è doveroso citare una fossa, adesso coperta da terreno franato, che scavata nella roccia del pavimento della navata, doveva servire da “Ossario della Cappella”. Sotto i Carafa, tali costruzioni dovettero assumere la sola funzione di dimora signorile, poiché, cessato l’incombente pericolo degli attacchi saraceni, anche il castello sembra abbia perso l’originaria funzione meramente difensiva. In situ, rimangono i ruderi di numerosi ambienti abitativi, pozzi scavati nella roccia e un curioso sistema di vasche contigue, anch’esse scavate nella roccia. I ruderi delle abitazioni sono conservati meglio di quelli del vero e proprio castello. Dei primi, rimangono i muri talvolta interi di quasi tutte le stanze che compongono il complesso abitativo. In tutto si possono contare una ventina di ambienti, quattro dei quali separati dalle altre e, prospicienti alla cappella prima descritta e quindi, al vero e proprio castello. La prima abitazione a cui si accede, nonché quella più grande, rappresenta la vera e propria dimora signorile; consiste in una grande sala affacciata verso nord e verso est, con accorpate altre cinque stanze, tra cui una dal muro curvo. La struttura di questa prima e più grande abitazione, è quella meglio conservata; i muri, arrivano all’altezza del piano d’imposta della copertura, indicando un tetto che doveva essere a padiglione. L’ambiente, era ad un solo piano, a differenza di altri corpi di fabbrica accorpati che erano sviluppati su due piani. Lo spazio non edificato nella parte sudorientale della rupe è occupata da due pozzi scavati nella roccia e un sistema di vasche contigue attraverso canalette, anch’esse scavate nella roccia. Un altro pozzo rimane all’interno di una delle abitazioni. Altri link suggeriti: http://www.marinellavacanze.com/visita_bruzzano_vecchio.php (con diverse foto), http://www.senzafili.org/2017/06/06/bruzzano-zeffirio-la-rocca-armenia-ed-suo-castello/, https://www.youtube.com/watch?v=bQNuNyEbMTQ (video di Kalabria Experience)

Fonti: https://it.wikipedia.org/wiki/Bruzzano_Zeffirio, http://www.comune.bruzzanozeffirio.rc.it/index.php?action=index&p=221, https://castlesintheworld.wordpress.com/2013/04/01/castello-di-bruzzano-zeffirio/

Foto: la prima è presa da http://www.comune.bruzzanozeffirio.rc.it/img/public/bruzzano_008.jpg, la seconda è di “il 97%” su https://it.pinterest.com/pin/502644008381235619/

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