venerdì 21 aprile 2017

Il castello di venerdì 21 aprile




MINERVINO DI LECCE (LE) - Palazzo Venturi

In epoca normanna, il casale fu concesso nel 1269 al signor Ruggero Sambiasi, di una famiglia forse originata dalla potente Casata dei Sanseverino. Dal re Filippo fu successivamente donato a Ugone Billotta, dopo averlo sottratto a Giordano de Paleano. Al tempo di Carlo d'Angiò parte del casale appartenne a Ruggero Maramonte. Quindi fu la volta dei Prato e di Nicolantonio de Frisis (1378), proveniente da una nobile famiglia leccese già testimoniata all'epoca di re Manfredi. Ritornato ai Maramonte, venne venduto ai Gargano nel 1584. Nei primi decenni del XVI secolo Minervino contava 95 famiglie corrispondenti a circa 475 abitanti. Fu feudo dei Filomarini, duchi di Cutrofiano, e dal 1619 dei Venturi, ai quali venne successivamente riconosciuto il titolo ducale. Nei tempi passati oltre ai Venturi vi furono moltissime famiglie gentilizie, le più note furono i Morì della Gatta, gli Scarciglia e gli Urso dei quali si conservano le rispettive dimore gentilizie. Fino al 1650 l'attuale Minervino era diviso in 16 "borghi": "Borgo Minervino", "Borgo Murtole", "Borgo Giudecca" ed altri. Ogni borgo contava dalle 50 alle 100 persone. D'altronde, questi borghi altro non erano che delle masserie. Il Borgo più importante dei sedici era quello detto "Borgo Minervino", una masseria che andava da piazza San Pietro alla Chiesa Madre e contava 150 abitanti. Palazzo Venturi è una severa struttura cinquecentesca che può essere considerata una vera e propria fortezza. Si distribuisce su due piani e in corrispondenza delle finestre e del portale d'ingresso sono posizionate alcune piombatoie che servivano a difendere l'edificio dagli attacchi stranieri. Oggi l'edificio è adibito a hotel di lusso (sito web www.palazzoducaleventuri.com). Di particolare valore artistico è il portale bugnato sul quale troneggia lo stemma dei Venturi. Alcune leggende raccontano che il Duca Venturi di Minervino avesse una relazione di grande amore e passione con la Badessa del Convento e fece costruire un cunicolo sotterraneo che collegava il palazzo al monastero. La loro relazione andò avanti per molti anni, ma il Duca si innamorò perdutamente di una Novizia appartenente ad una nobile famiglia napoletana. La Badessa presa da gelosia fino alla pazzia la drogò e la fece seppellire viva nel cunicolo che portava al convento, facendolo murare e chiudendolo con una porta di una cella delle prigioni di Otranto (porta della cella che è stata ritrovata a ben tre metri sotto terra in fase di restauro e scavi per la vasca della piscina interna). La Badessa obbligò inoltre il Duca Venturi a far murare la porta dell’alcova dove i due amanti si incontravano. La Badessa aveva perduto la fede ed arrivò persino a lanciare una maledizione sulla camera da letto del Duca “hic amor mori” (qui l’amore morì). Questa maledizione fu poi tolta e le forze del male furono cacciate da Sant’Eligio (vedere storia del Santo). Tradizioni, leggende, verità o falsità. La Proprietà ha deciso di ricreare la stanza della maledizione mettendo l’antica porta (ritrovata durante i restauri) al primo piano del palazzo dove si presume fosse collocata.

Fonti: https://it.wikipedia.org/wiki/Minervino_di_Lecce, http://www.palazzoducaleventuri.com/la-storia/

Foto: la prima è di Lupiae su https://it.wikipedia.org/wiki/Minervino_di_Lecce#/media/File:Minervino_di_Lecce_Palazzo_Venturi.jpg, la seconda è presa da http://www.hote-italia.com/en/puglia/luxury-small-hotel-minervino-di-lecce.html

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