venerdì 13 gennaio 2017

Il castello di venerdì 13 gennaio





CASTEL IVANO (TN) - Castello

È dall’alto del paese di Ivano Fracena che il maestoso complesso medioevale domina la Valsugana orientale. Castel Ivano è circondato da un ampio parco con oltre 400 specie di fiori ed un’oasi faunistica. Non si conosce l'esatta origine del castello, ma ci sono varie ipotesi al riguardo. La prima sostiene che fu costruito come luogo di rifugio per la popolazione dei villaggi della Valsugana orientale. Un'altra ritiene che, dopo il 1187, sia stato adottato come monastero di padri Templari e monaci Benedettini. Il 13 giugno dello stesso anno, infatti, Jacopino de Yvano fu nominato Testimone (dal greco μάρτυς, colui che manifesta un comportamento rigoroso improntato al proprio credo religioso). Ci furono molti passaggi di proprietà prima di arrivare all'attuale famiglia possidente. Dal 1228 al 1259 passò dai Vescovi-conti di Feltre a Ezzelino III da Romano, per poi ritornare ad essi. Nel 1311 alla famiglia di Ivano si aggiunse la famiglia dei Castelnuovo-Caldonazzo, anche se il documento Gorfer cita l'investitura di Giordano di Vigolo il 17 gennaio 1302. Nel 1314, il castello passò sotto la giurisdizione di Strigno, Ivano, Fracena, Villa, Agnedo, Ospedaletto, Scurelle, Spera, Samone e Bieno ai quali si aggiunsero, nel 1333, Grigno e, nel 1356, i paesi del Tesino. Cangrande della Scala ordinò a Biagio I di Castelnuovo di far dipingere l'emblema nobiliare degli Scaligeri, coperto poi da quello dei da Carrara nel 1365. Nel 1373 la proprietà era dei Conti di Tirolo e in seguito tornò alla famiglia Castelnuovo-Caldonazzo. Per un breve periodo appartenne ai Visconti e alla Repubblica Veneta per poi tornare ai Conti del Tirolo (Duca Federico IV, detto "Tascavuota") nel 1412; l'anno successivo il castello cadde in mano al Vescovo di Feltre, Enrico de Scarampis. Nel 1452 Giacomo Trapp fece restaurare il maniero, ampliò e migliorò le unità abitative e di servizio. Dal 1487 al 1491 Ivano, Telvana e il Castellato furono sotto il dominio della Casa d'Austria. Nel 1496 Massimiliano I concesse il castello a Michele Wolkenstein-Rodeneck. Nel 1525, durante la guerra Rustica, i contadini assediarono il castello e uccisero Giorgio Pucler. Dopo il 1632 vi furono molti passaggi di proprietà del castello Ivano e Telvana; l'Arciduchessa Claudia de' Medici lo affidò a Giorgio Battista Alberti, in seguito a Marco Sigismondo Welsperg e infine a Giovanni Conte di Haldringer. Il 6 aprile 1678 Leopoldo I lo concesse a Gaudenzio Fortunato di Wolkenstein-Trootburg. Nel 1750 l'imperatrice Maria Teresa acquisì la proprietà del castello. Nel 1829 il maniero ritornò sotto la giurisdizione del comune di Strigno. Negli anni dal 1915 al 1918 durante la prima Guerra Mondiale, il castello fu soggetto a molti e pesanti bombardamenti, che crearono ingenti danni alla struttura. Nel primo dopoguerra venne venduto a Franz Staudacher, che effettuò una ristrutturazione completa del complesso. Durante la seconda Guerra Mondiale, i bombardamenti furono di minor entità rispetto al passato e colpirono principalmente i tetti. Dal 1982 il castello è Centro Internazionale di Cultura, di proprietà della famiglia Staudacher. Il maniero è adibito ad abitazione privata: è quindi visitabile fissando un appuntamento contattando la segreteria. Dall'estate 2013 è possibile prenotarsi per le visite anche nei weekend (giugno - settembre) ed ospita eventi quali degustazioni biologiche e cene a tema medievale. Presso il castello ha anche sede il Centro Culturale "Castel Ivano Incontri", che organizza prestigiose mostre d'arte contemporanea (da ricordare quella di Klimt, Pomodoro, Eugenio Prati) e convegni internazionali. Inoltre, alcune sale dell'edificio possono essere affittate per matrimoni e cene. Tra i tesori del castello c’è anche una collezione di calamai ed una raccolta di statue lignee. La parte più antica del castello è stata eretta tra l'XI e il XII secolo d.C.; essa comprende il mastio, l'ingresso e il cortile circostante. Il mastio, caratteristica fondamentale dei castelli medievali, è la torre principale del maniero, dove, in caso di attacco, si rifugiava la popolazione. Esso ha una pianta rettangolare misurante 6,8x10 metri; le sue mura sono spesse 1,40 m e alte 15 m. Inizialmente, queste ultime erano più basse e vennero innalzate alla misura attuale durante il XVI secolo. Il mastio è privo di cuspide e presenta una merlatura sommitale che funge da decorazione. Il tetto è a spiovente e coperto da due grosse lastre di pietra monolitiche. Vi sono tre finestre: le due esterne sono di tipo romanico, mentre quella nel mezzo di forma ogivale con lo stemma dei da Carrara. L'ingresso è costituito da una porta fortificata aperta su un antemurale orientale e difesa da un rivellino merlato e da delle saracinesche. Sopra la porta ogivale si può notare una cornice mistilinea con insegne dei Trapp e della Casa d'Austria. Arrivando nel cortile, che sorge nel punto centrale del castello, sulla sinistra si vede un casamento a più piani con finestre ad arco a tutto sesto e un tetto ad unico spiovente, mentre sulla destra vi sono le costruzioni delle antiche stalle e fienili (ora sedi di manifestazioni culturali e mondane). Degni di nota sono anche una fontana e un’acacia storica del Cinquecento. L'antica cinta muraria ha la base sostenuta da molti bastioni semicircolari. A metà del Settecento ne venne edificata un'altra parte sul lato nord con un portale rustico in pietra; a fianco di esso si apre una leggiadra costruzione con arcate e loggiati sovrapposti. Tra le arcate al piano terra sono presenti due bassorilievi di porfido con grifoni sostenenti gli scudi con stemma Wolkenstein (1631). Sulla facciata del palazzo sporgono degli erker, delle trasformazioni delle caditoie per la difesa del mastio. Nel 1365, all'interno del castello, si era rifugiato il conte Biagio delle Castellare, odiato e feroce signorotto locale. Il potente Francesco da Carrara riuscì ad intercedere per la liberazione del conte e la popolazione del Tesino e della Valsugana, che chiedeva la sua testa per le sofferenze patite, dovette accontentarsi di vedere bruciare solo un fantoccio con le sembianze di Biagio. Da allora il rogo simbolico viene messo in scena ogni anno nel primo giorno di quaresima ed ogni cinque anni, a Carnevale, si svolge una rievocazione in costumi trecenteschi tra le vie di Castello Tesino e del vicino paese di Pieve Tesino, in ricordo delle vicende storiche. Per approfondire suggeriamo di visitare il sito web del castello: http://www.castelivano.it/index.php?lang=it. Altri link consigliati: https://www.youtube.com/watch?v=IbM9ud76ay8 (video di phol1973), https://www.dolomiti.it/it/luoghi-da-visitare/castelli-e-fortezze/castel-ivano/, http://www.visitvalsugana.it/it/cosa-scoprire/castelli-del-trentino/castel-ivano_2154_ids/

Fonti: http://www.tr3ntino.it/it/cultura-e-territorio/castelli/castel-ivano/, https://it.wikipedia.org/wiki/Castel_Ivano_(castello),

Foto: la prima è presa da http://www.gazzettadellevalli.it/gdv/wp-content/uploads/2016/03/castel-ivano-1024x565.jpg, la seconda è presa da https://cdn0.matrimonio.com/emp/fotos/2/2/4/0/castel-ivano-primavera_2_12240.jpg

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