sabato 21 gennaio 2017

Il castello di domenica 22 gennaio






ALBINEA (RE) – Castello di Montericco

Sorge su un piccolo poggio che inizia anticamente chiamato Bazzano (sul quale ora è eretta la nuova chiesa di Montericco)e va a innestarsi alla catena preappenninica fra Albinea e Borzano. Il castello poteva dominare a settentrione e a levante su un ampio tratto di pianura. Osservando la configurazione attuale del territorio e i resti esistenti, si può facilmente conoscere come le difese del castello fossero disposte in due ordini: uno più basso era formato dalla scarpata del poggio, tagliata a picco, in modo da evitare una facile scalata. Questa difesa circondava tutto intorno il castello. La seconda era una vera e propria cortina in muratura di pietra medello spessore di oltre un metro, probabilmente merlata. L'accesso principale alla rocca era sul lato di mezzogiorno chiuso da torre e ponte levatoio; le fondazioni di questa costruzione si osservano tuttora. Le origini del castello di Montericco o forse solo della Torre, non sono molto precise, alcuni studiosi lo danno come luogo dove il Vescovo di Reggio vi teneva un presidio di militi dopo il X secolo. Nel 1243 risulta di proprietà della potente famiglia reggiana dei Fogliani assieme al Castello di Albinea dove il Vescovo Guglielmo stabilì la sua residenza abbandonando Reggio a seguito di contrasti politici. Nel 1329 il castello subì un primo assalto e la ricostruzione del 1353 è documentata dalla pietra ritrovata a Borzano. Su questa pietra compare scritta per la prima volta la parola “Montericco”, in sostituzione dei vecchi toponimi di Vergnano, Bazzano e Pissignano che figurano nei precedenti documenti. Altri assedi sono riportati nel 1367 e nella guerra del 1371/74 combattuta dai Visconti contro i Manfredi sostenitori degli Estensi. Usciti vittoriosi, i Manfredi consolidarono il loro dominio con Giovanni, Conte di Montericco. In tal periodo il castello comprendeva le ville di Caselle, Casematte, Borzano, Strada Corticelle, Razzola e Poiano. Il dominio dei Manfredi durò fino al 1618 quando il loro Ercole vendette parte della proprietà al Cardinale Domenico Toschi e parte al Conte Francesco Vezzani. Al Cardinale Domenico Toschi, altra figura importante del clero reggiano che rischiò nel precedente Conclave del 1605 di diventare Papa, fu venduto anche il titolo di Conte. Al feudo Toschi dipendevano metà della villa di Fogliano, Borzano ed il Querciolese mentre al feudo Vezzani era soggetta la parte verso villa Canali. Lo stemma dei Toschi, presente anche nella omonima Cappella, nella parte destra del Duomo di Reggio, è parzialmente visibile anche nel pavimento della chiesa di S. Maria dell’Oliveto dove probabilmente segnala delle sepolture della famiglia. E’ scolpito in un marmo rosso di Verona con una mano sormontata da tre stelle a sei punte. Estintasi casa Manfredi del ramo di Montericco, il 5 agosto 1738 il Duca di Modena Francesco III investì il Marchese Alessandro Frosini della rimanenza dei beni di Montericco. Soppressi i feudi Estensi durante la Rivoluzione Francese, i Frosini perdettero i privilegi sulle loro terre, mentre  i Toschi continuarono ad avere la proprietà del Castello fino al 1901 quando la Contessa Matilde Cagliari, vedova del Conte Antonio Toschi, vendette l'immobile ai Conti Rinaldo e Giulia del fu Conte Francesco Casoli con rogito del Notaio Rubertelli del 2. 1. 1901. In seguito fu proprietà degli Arduini, dei Gallinari ed infine dei Bertani. Nel 1927 fu restaurato sotto la direzione dell'Ing. Otello Siliprandi. L'antico castello di Montericco (oggi residenza privata) ha subito estesi rifacimenti e pur presentandosi imponente e ben conservato, ha perduto in buona parte l'aspetto originario. Il maniero è a pianta trapezoidale e solo la torre – posta nell'angolo di nord-ovest - è merlata, provvista di piombatoi; in origine tutto l’edificio doveva essere con i merli che si notano, tamponati, nella facciata che guarda la pianura. La torre, di poco più alta del resto, è costituita da solida muratura, l'uso di essa si limita alla piccola piattaforma di cima. L'accesso avviene attraverso una scala di pietra. La sala di ingresso è ampia e alta con soffitto a cassettoni, ancora in buono stato di conservazione; conserva una botola difesa da un robusto coperchio ferrato che porta ad un sotterraneo adibito a prigioni. Diversi sono gli ambienti con volta a botte. Il primo piano è composto da alcune stanze, residenza delle guardie e dei servi, mentre il secondo con una grande sala (illuminata da quattro grandi finestre ) con soffitto a cassettoni e un grande camino - con cappa di scagliola ornata di stemmi - era per le feste e i ricevimenti. Rimangono pure frammenti di fregio del XVII secolo. Nel XV secolo vi è segnalata l'esistenza di una cappella. In tempi moderni venne costruita una strada detta castellana che dal basso portava alla “colombara” Questa strada proseguendo si innesta all'altra dell'oliveto e porta alla chiesa vecchia. Il restauro recente ha permesso di ripristinare completamente il castello nella sua forma primitiva, liberandone da aggiunte interne e consolidandolo all'esterno, nelle fondazioni e nella muratura.


Foto: la prima è di arzan su http://rete.comuni-italiani.it/foto/2009/205794, la seconda è di Alfio Ansaloni su http://www.mototurismo.mobi/mt80/img_eme/26.jpg

Nessun commento: