martedì 23 agosto 2016

Il castello di mercoledì 24 agosto






ZERBOLO’ (PV) – Castello di Parasacco

La frazione Parasacco è quella più importante del comune, sia per le sue antiche origini, sia per il numero dei suoi abitanti. Sorge a nord-ovest del capoluogo, sulla strada per Borgo San Siro, ed il castello che vi è stato costruito è parte integrante di quella ideale linea difensiva costiera (Borgo San Siro, Parasacco, Caselle, Zerbolò) posta a salvaguardia della riva destra del Ticino; l'origine del nome è proprio dovuto all'antico castello-fortezza che i pavesi fanno costruire per porre un freno alle scorrerie ed ai saccheggi dei milanesi in Lomellina (para saccum). Già nel 1400 costituì comunità autonoma e solo dopo il 1815 venne definitivamente incorporata nel comune di Zerbolò. La sua localizzazione nelle vicinanze delle sponde del Ticino ed in un punto di facile guado, la rese postazione fortificata di prim'ordine e centro di numerosi ed aspri scontri militari durante i quali più volte il ponte di barche ivi costruito (oggi detto di Bereguardo) venne distrutto. Sussistono tuttora alcuni resti del castello fatto innalzare dai pavesi tra il XIV e XV secolo a nord-ovest dell'abitato, sopra un terrazzamento alluvionale del Ticino. Sono troppo pochi per ricostruire la tipologia dell'edificio, che faceva probabilmente parte di una più vasta opera fortificata andata distrutta. Pressoché nulle le notizie sulle traversie del complesso. Non è possibile avanzare ipotesi circa la tipologia dell'edificio originario, né su come e quando siano andate distrutte le parti mancanti. Quanto è sopravvissuto conserva le particolarità caratteristiche delle costruzioni militari basso-medievali: finestre centinate e inferriate (una, posta al centro del torrione in cui s'apre l'ingresso un tempo munito di ponte levatoio, strombata e modanata in cotto, di costruzione sicuramente posteriore), beccatelli (che presuppongono un apparato a sporgere successivamente scomparso e sostituito dal tetto a spioventi) alla sommità del massiccio torrione con l'ingresso principale, alla sinistra del quale è riconoscibile la pusterla (piccolo passaggio pedonale, anch'esso munito di ponte levatoio) e, al di sopra di questi, le sedi dei bolzoni dei rispettivi ponti. L'edificio, già restaurato alcuni decenni addietro ma attualmente bisognoso di nuovi lavori conservativi, conserva, pur nella minima entità delle strutture sopravviventi, grande fascino. La torre, che era forse al centro dell'organismo, è mozzata, con la perdita di tutta la parte sommitale. Alla sua destra si sviluppa un'ala con andamento piuttosto curvo. Manca invece l'ala di sinistra della quale si scorge solamente l'attacco alla torre centrale. Si narra che durante le fasi di conflitto che videro tutto il territorio del Pavese passare sotto diretto controllo dei Milanesi (circa alla metà del XIV secolo), le guarnigioni che avrebbero dovuto difendere questo maniero, per non soccombere completamente di fronte all'esercito attaccante, lo abbiano abbandonato in fretta e furia. A causa di questo evento, le chiacchere di popolo hanno iniziato a sostenere che, durante la fuga, i soldati che avrebbero dovuto difendere il castello di Parasacco avessero abbandonato al suo interno armi, vettovaglie militari e suppellettili di ogni genere, ma anche ricchezze e tesori preziosi. Inoltre, chi nel tempo si è reso portavoce della diffusione di queste dicerie, ha sempre dichiarato che questo mitico tesoro non sia mai stato trovato dagli ospiti e dagli abitanti che si sono susseguiti nei secoli all’interno del fortilizio. A sostegno di questa teoria, vi sarebbero le continue e parziali distruzioni, con successive ricostruzioni, cui volta per volta è stato sottoposto questo edificio. Infatti, per opinione di chi, con spirito indagatore, ha sempre sostenuto la presenza di un tesoro nascosto all’interno del castello di Parasacco, per quale ragione abbattere dei muri sani per poi ricostruirli, o sollevare parzialmente delle solide pavimentazioni, o scavare delle buche nell'area circostante il castello, per poi ricoprirle nuovamente di terriccio, se non perchè si è alla ricerca di qualcosa e, nella fattispecie, proprio delle ricchezze che forse vi è sono state occultate?! Ad oggi, tutte queste ipotesi riguardanti il passato del maniero di Parasacco certamente affascinano, ma molto probabilmente restauri e mutamenti d’aspetto, che volta per volta ne hanno modificato le fattezze sino a presentarcelo secondo le caratteristiche attuali, sono state motivate da esigenze pratiche e di gusto estetico dei vari suoi proprietari che si sono susseguiti nel tempo. Se poi qualcuno di loro abbia trovato tesori sconosciuti durante queste ristrutturazioni o abbia approfittato di queste per andarne alla ricerca, non vi è da stupirsi perché gli edifici molto antichi, soprattutto se protagonisti della Storia nascondono sempre un qualche tesoro, anche se non sempre quantificabile con ricchezze preziose...

 
Foto: la prima è di Solaxart 2014 su http://www.preboggion.it/CastelloIT_di_Zerbolo-Parasacco.htm, la seconda è di fabio intropido su http://www.panoramio.com/photo/20543823

Nessun commento: