mercoledì 22 giugno 2016

Il castello di mercoledì 22 giugno






CAGLI (PU) - Castello di Naro

Posta sulla strada provinciale che conduce da Acqualagna ad Apecchio, la piccola frazione di Abbadia di Naro si trova in un angolo remoto del comune di Cagli, circondata da una serie di alte colline che sembrano quasi nascondere e proteggere l’abitato da ogni tipo di intrusione esterna.
Su una di queste colline, in magnifica posizione dominante su tutta la vallata, si trova l’elemento caratterizzante del borgo, ovvero l’antico Castello di Naro, recentemente ristrutturato e riportato agli antichi splendori dopo secoli di abbandono. Il castello di Naro, la cui prima edificazione, secondo recenti studi, risalirebbe al 552 d.C., racconta una storia di fierezza e coraggio: Naro è “il castello dei Siccardi”, una potente fortezza, simbolicamente innalzata a estrema difesa contro l’ingordigia del comune di Cagli e poi contro quella dei conti di Urbino, i Montefeltro. Ma chi erano i Siccardi? Erano potenti feudatari, un’antica e potente famiglia guelfa, citata nelle cronache già dall’XI secolo: addestrati all’esercizio delle armi, i suoi membri custodivano diverse fortificazioni tra Cagli e Piobbico e avevano dominio su ampie terre. Ubicato su un'aspra altura che domina la vallata del fiume Candigliano, a 417 m s.l.m., il castello si erge isolato sulla roccia, in posizione strategica e a controllo di un’importante via di comunicazione, che in antico era il passaggio per la Massa Trabaria. Nei primi anni del XIII secolo le mire espansionistiche del vicino libero comune di Cagli toccarono anche Naro: il castello per la sua posizione strategica poteva diventare un’importante fortezza di controllo del territorio comunale (oltre a garantire reddite fiscali al comune). Nelle estati degli anni 1217 e 1219 Filippo, Angelo e Rainaldo Siccardi furono costretti a sottomettere il castello di Naro ed altri loro castelli al comune di Cagli. Rainaldo chiese al comune, in cambio della fedeltà dei propri castelli, la carica di Podestà (per un anno) e diversi denari, più grano, vino, legna e una degna abitazione nel centro della città. Ma il patto di convenienza tra i Siccardi e Cagli durò ben poco. Qualche anno più tardi Filippa Siccardi, feudataria del castello di Naro, riaprì, sua sponte, le ostilità contro il comune. Filippa non potè resistere che pochi anni contro la schiacciante forza di Cagli. Già nel 1227 Cagli poteva reintegrare nel proprio distretto i castelli di Bosso, Valveduta, Castiglione, Frontone e Naro. Ma Filippa aveva resistito fino all’ultimo assedio e restituì al comune di Cagli castelli piuttosto malconci. La resistenza era stata talmente forte che il comune di Cagli, nel timore di subire altre rappresaglie, la obbligò a non risarcire le proprie fortezze danneggiate. Nel XIV secolo il castello non era più in mano ai Siccardi, ma era di proprietà dei Mastini, una famiglia di guerrieri, la cui origine si fa risalire al 1162 quando l'Imperatore Federico di Svevia ebbe a conquistare Cagli. Nel 1388 signore del castello fu Nolfo Mastini, cagliese di parte ghibellina, capitano delle milizie del Conte Antonio di Montefeltro, nonché marito di Calepretissa, sorella dello stesso Conte Antonio. Non si hanno altre notizie sul castello di Naro e le sue vicissitudini fino alla seconda metà del XVI secolo, quando ormai il castello apparteneva alla famiglia Berardi, altra nobile casata cagliese, che vanta tra i suoi antenati un cardinale, il Cardinale Berardo Berardi, nominato dal Papa Nicolò IV, e in mano alla famiglia Berardi rimarrà fino ai primi anni dell’800. Nel 1798 il castello venne ceduto ai Moscardi di Cagli ai quali subentrò prima la famiglia Priori e poi la famiglia Cresci. Gli odierni proprietari sono i De Sirena che consentono l’accesso al pubblico una volta al mese. L’esterno del castello è rimasto quasi intatto nel tempo e ricorda vagamente la carena di una nave. Attraverso un portale ad arco a sesto acuto si accede al recinto del castello; un’ampia struttura semicircolare va fino allo sperone di roccia a strapiombo. Per entrare nell’edificio si passa da un portale ogivale posto in cima ad una rampa. Numerose sono le sale con le volte, una di essa ha volta ad ombrello, così come numerosi sono gli affreschi che è possibile ammirare, in particolare la “Chiamata di Sant’Andrea”, copia della pala che il Barocci eseguì a Pesaro e che ora si trova a Bruxelles. Sembra inoltre, secondo alcuni storici, che il castello fosse munito di un lungo passaggio sotterraneo. Il paziente ed impegnativo restauro durato 5 anni ha riportato la struttura al suo antico splendore, fondendo insieme il rigore storico con elementi di innovazione e facendo del Castello di Naro una location straordinaria per eventi e cerimonie oltre ad una dimora unica per soggiorni esclusivi. La sala meeting, la sala ristorante e soprattutto gli ampi spazi verdi rappresentano una cornice estremamente suggestiva per qualunque evento; dal meeting aziendale alla cena esclusiva al party nuziale. Ecco il profilo Facebook del castello: https://it-it.facebook.com/Castello-di-Naro-379871275406253/
 
Fonti: http://www.castellodinaro.it/?page_id=9&#storia, http://www.iluoghidelsilenzio.it/castello-di-naro-acqualagna/, http://www.borghipesarourbino.it/castelli-e-rocche/abbadia-di-naro/

Foto: entrambe prese da http://www.iluoghidelsilenzio.it/castello-di-naro-acqualagna/

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