sabato 4 giugno 2016

Il castello di domenica 5 giugno






GIOIOSA MAREA (ME) – Castello Vinciguerra d’Aragona a Gioiosa Guardia

Le origini del primo abitato sono fatte risalire alla liberazione dell'Isola dai Saraceni effettuata dal conte Ruggero d’Altavilla nel 1062. Sotto il regno di Federico III di Aragona, essendo l'Isola "travagliata da stragi, guerre intestine e pestilenze" si crearono le cosiddette capitanie a guerra nelle città demaniali e nella vicina Patti venne nominato capitano Bonifacio Aragona e successivamente Vinciguerra d’Aragona che a Gioiosa Guardia vi costruì un castello (attualmente in stato di secolare abbandono). Fu quest'ultimo che sul Meliuso vide la necessità di "fabbricarvi una torre e ne attuò l'idea" in un luogo "tutto di pietra calcare massiccia" ove sorse l'Oppidum Guardiae Jujusae. L'importanza di Jujusa Guardia era magnificata dalla sua posizione: "a ciel sereno dominava un orizzonte immenso che spaziava dalle Eolie (specie Vulcano e Lipari) all'Aspromonte di Calabria, al Capo di Messina, dall'Isola di Ustica a Capo Gallo a Palermo, al Monte Pellegrino e dalle Madonie all'Etna". Nel XV secolo sorse la cosiddetta Chiesa del Giardino, probabilmente costruita sui resti di un tempio dedicato alla dea madre, simile a quello dedicato al culto di Artemide sorto, invece, in cima alla poco distante rocca di Capo Calavà. Nel 1407, re Martino I di Aragona concesse al barone Berengario Orioles Lanza "il Giorgio di Giojosa" per il calo della Tonnara. Da allora la pesca del tonno ha caratterizzato l'attività di questo centro marinaro fino agli inizi degli anni sessanta del Novecento, rendendolo uno dei più prestigiosi in tutto il territorio regionale anche se oggi, dell'assetto originario, restano solo l'impianto planimetrico, la volumetria e alcuni brandelli della parte abitativa. Del XV-XVI secolo è anche la marmorea statua della Madonna del Giardino, poi detta anche delle Nevi, probabilmente la statua più antica di Guardia; e suo oggetto d'arte più prezioso conservato nel tesoro parrocchiale, ovvero una corona argentea del XV secolo. Pare che la Madonna, se non è attribuibile a Antonello Gagini, lo è alla sua bottega. Grazie alla posizione sopraelevata, l'antica Gioiosa rimase indenne alle incursioni piratesche, mentre i dintorni, la costa e le Eolie di fronte sono sciacallate dalle furiose scorrerie di Khayr al-Din Barbarossa e di Dragut. A testimonianza di queste scorribande sul litorale della Costa Saracena ancora sorgono numerose torri di vedetta marine e marittime per lo più costruite da Camillo Camilliani e Tiburzio Spannocchi. Dell'ultimo quarto del Cinquecento sono anche le prime carte parrocchiali che attestano la sempre crescente urbanizzazione della cittadina: sorgono abitazioni, palazzi, chiese, forni e nel 1537, dal sinodo tenuto da mons. Albertin, risulta che in una chiesa di Jojusa Guardia viveva un sacerdote di rito greco-ortodosso, quindi sposato vivente more graecorum, e par che ciò costituisse scandalo tanto che la Costitutiones spagnola dispose la sua rimozione. Nel XVIII secolo ebbe inizio il lento esodo da Gioiosa Guardia verso le aree collinari sottostanti e verso la costa. Così, mentre la vecchia lite sul baronato si concluse a delega di Carlo III di Borbone, sotto il cui regno nel 1738 si condannò Giojosa a pagare al vescovo di Patti le decime sul vino, sull'olio, sui gelsi, sulle ghiande, sui frumenti e a riconoscere il vescovo di Patti come signore di tutte le proprietà, l'oratorio di San Filippo Neri (uno degli oltre dieci edifici religiosi intra et extra moenia presenti a Gioiosa già intorno al 1650) conobbe un insperato splendore: a magnificare la preziosità degli oggetti censiti, a Guardia si crearono sculture di gran maestria come una sedia presidenziale "riccamente decorata da efflorescenze", e videro luce soprattutto i dipinti di Olivio Sozzi che tuttora adornano le chiese gioiosane e del suo comprensorio. Un terremoto colpì Guardia di sera, alle 19 del 5 febbraio del 1783: tutte le case furono lesionate e la gran parte definita pericolante. Era il quarto sisma in mezzo secolo e seguiva di un secolo quello del 1693 che interessò in maggior parte il Val di Noto. A seguito degli ingenti danni Jojusa Guardia venne esentata dal pagare tande e donativi. A peggiorar la situazione, l'anno dopo un'invasione di cavallette rovinò i raccolti, ne seguì una terribile carestia (che nella vicina Naso provocò tumulti). Il pericolo dei corsari era finito, si pensò di costruire Giojosa in riva al mare portando seco tutto ciò di cui possibile poteva essere il trasporto. Assai presto sorsero dissidi per la scelta del nuovo sito: Ciappe di Tono (l'odierna Gioiosa Marea) o contrada Cicero (l'odierna San Giorgio di Gioiosa Marea)? Prevalsero i primi. Gli ultimi abitanti lasciarono Giojosa Guardia nel 1813, ma già l'ordine reale che vietava le riunioni della deputazione a Guardia è datato 29 aprile 1797. Da allora il vecchio abitato di Gioiosa Guardia risulta disabitato e può essere considerato a tutti gli effetti una delle rare città fantasma siciliane. La località promana tuttora un fascino raro per la solitudine  delle rovine e la grandiosità del panorama. L'insediamento, ancora leggibile in tutto le sue componenti, malgrado il progressivo accumulo di detriti, si innervava su un'asse viario che, percorrendo l'apice del crinale, collegava da nord a sud la chiesa madre con l'area del fortilizio.  Quest'ultimo, plausibilmente diroccato già al tempo dell'esodo, era situato al culmine dell'altura; oggi è completamente scomparso, fatta eccezione per pochi frammenti murari, direttamente impostati sul più elevato affioramento roccioso che, realizzati con conci disposti radialmente, lasciano ipotizzare la giacitura di un torrione circolare. Del complesso castrale dovevano fare parte alcune cisterne di cui rimangono cospicue tracce. L'abitato di Gioiosa Guardia rispondeva alle occasionali urgenze di arroccamento delle comunità litoranee e, più segnatamente, di Patti. L'area è completamente abbandonata, lasciato inesorabilmente all'incuria dell'uomo e del tempo. Adiacente l'area dei ruderi del borgo medievale sorgono gli scavi archeologici della città greca di Stitos. Altri link suggeriti: https://www.youtube.com/watch?v=_-N8z6qtLew (video di fotocolorpinomunnia), http://www.gferlazzociano.net/Guardia/storia_a.htm

Fonti: https://it.wikipedia.org/wiki/Gioiosa_Marea, scheda del Dott. Andrea Orlando su http://www.icastelli.it/castle-1234882158-castello_di_gioiosa_guardia-it.php

Foto: la prima è una cartolina della mia collezione, la seconda è presa da http://www.gioiosatoday.it/wp-content/uploads/2016/02/Gioiosa_Guardia-800x467.jpg

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