sabato 30 aprile 2016

Il castello di sabato 30 aprile






ABRIOLA (PZ) – Palazzo Baronale Marsico in frazione Arioso

La contrada dell’Arioso è un piccolo borgo agricolo di circa un centinaio di abitanti per la maggior parte dediti alla pastorizia e all’agricoltura che dista 21 km dal centro di Potenza ed è situato a 980 m. s.l.m. in posizione di cerniera fra le zone turistiche della “Sellata”, della “Maddalena” e di ‘Pierfaone’. Il complesso si trova in posizione dominante rispetto all’edilizia minore del borgo agricolo. A pochi metri dall’edificio una fonte d’acqua silvestre citata dall’abate Faggella nelle sue memorie. Tra la fine del X secolo e l’inizio dell’XI l’edificio risultava abitato e nell’età sveva subì numerosi saccheggi e distruzioni. In seguito il “Palazzo” venne occupato da una congregazione di frati trinitari provenienti da Venosa. Le altre notizie del nobile edificio si hanno nel 1712 quando, in occasione della costruzione della Chiesa intitolata alla Madonna del Carmine, San Nicola e Sant’Antonio, si stipulò un atto notarile. In esso si riferisce che Domenico Caracciolo, feudatario dell’epoca, volle che la stessa chiesa venisse costruita accanto al Palazzo baronale. In età borbonica il “Palazzo ,” tornò ad assolvere la funzione per la quale era stato progettato; con la cacciata dei frati da parte di un barone lombardo insediatosi nel “Castrum Gloriosum” (altro edificio fortificato situato sulle pendici scoscese di una collina a circa un chilometro a valle del Palazzo, oggi ridotto a pochi ruderi), esso tornò ad essere palazzo baronale. Da ricordare nella prima metà dell’Ottocento una lite fra i proprietari dell’edificio ed i baroni di Satriano che causò la parziale distruzione della parte sud del Palazzo. Da allora l’edificio conobbe una serie di interventi e di ulteriori espansioni: fino al 1910 circa. Il Palazzo dopo varie disavventure fu ceduto ai Marsico, i quali utilizzarono solo alcune stanze e concessero in fitto ai propri coloni le restanti stanze per uso abitativo. Fu cosi che quasi 50 famiglie trovarono ricovero in quel maniero ed ecco perché nel linguaggio comune l’intero feudo di Arioso venne indicato con l’appellativo de “Il Palazzo”. Nel primo Novecento le parti sud ed est dell’edificio vennero adibite ad alloggio della servitù, a piano terra, parte a stalle e parte a carceri. Dopo la seconda guerra mondiale, con l’intervento della diocesi di Acerenza, al borgo agricolo venne assegnato un parroco che consentì di riaprire al culto la chiesa. Dopo il sisma del 1980 il fabbricato venne completamente abbandonato. Il complesso è articolato in tre piani a valle (prospetto sud) e due a monte prospetto principale, molte parti dei solai lignei sono crollati. Al primo piano sono visibili le celle dei frati, collegate al cortile e al grande refettorio. La chiesa annessa al complesso conserva un affresco della “Vergine Ascendente” di Giacomo da Senise. Di particolare interesse architettonico è la scala interna che collega i vari piani, caratterizzata da una struttura a rampe poggianti su archi a tutto sesto. Tutti i balconi esterni sono caratterizzati da soglie in pietra lavorata, la loggia principale conserva quattro elementi in ferro battuto finemente lavorati. Gli interni del piano terra, meglio conservati hanno la struttura caratterizzata da volte a botte e alcuni da volte a crociera. Il complesso è in gravi condizioni statiche e se ne auspica un recupero strutturale che scongiuri la perdita di una importante testimonianza storica ed architettonica. Altre immagini dell’edificio sono visibili al seguente link: http://wikimapia.org/32110763/it/Palazzo-Arioso

Fonti: http://sit.parcoappenninolucano.it/?page_id=2081, http://castelglorioso.altervista.org/storiapalazzo.html


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