martedì 19 aprile 2016

Il castello di martedì 19 aprile






BENE VAGIENNA (CN) - Castello dei Conti Costa

Il primo documento scritto in cui viene menzionato il castello di Bene risale al 18 giugno 901 quando l'Imperatore Ludovico III cedette il territorio di Bene, provvisto di Curtis imperiale,di pieve e di una superficie di 7500 ettari, al vescovo di Asti Eilulfo. Il dominio vescovile di Bene durò per circa cinque secoli, con varie interruzioni tra le quali merita di essere ricordato il periodo di reggimento a libero Comune nella prima metà del XIII secolo. All'epoca, Bene fece sia alleanze che guerre, e fu trattata alla pari dei maggiori comuni e principati dell'Alto Piemonte. Nel 1387, Amedeo di Savoia, principe di Acaia, dopo aspra lotta e dopo aver distrutto e rovinato le mura cittadine e il castello, s'impadronì dell'intero territorio; iniziò così la dominazione sabauda che fu, compatibilmente coi tempi, apportatrice di pace e di prosperità. Nel XV secolo fu sotto dominio feudale dei Costa di Chieri (documento del 23 agosto 1413) con l'infeudazione, da parte dell'ultimo degli Acaja, anche dei vicini paesi di Trinità e Carrù a Lodovico Costa, un patrizio di Chieri e suo fedele vassallo. Della stessa famiglia fece parte anche sua moglie, la Beata contessa Paola Gambara da Brescia, morta nel 1515 e di cui si conserva tuttora, nella Chiesa di San Francesco, la salma. Sotto il dominio dei Costa vennero compiuti importanti lavori di dissodamento e di irrigazione e la città prese, nelle sue vie e nei suoi edifici, l'aspetto che conserva ancora oggi. Il potere dei conti di Bene si infiacchì però negli ultimi tempi (verso il 1550-1560) a causa dell'alleanza con i Francesi nella guerra contro gli Spagnoli. Con l'aiuto di Francesco I re di Francia, Giovanni Lodovico Costa, conte di Bene, fece fortificare la città sui disegni di Francesco Horologi da Vicenza, nel decennio di tregua stabilitasi a Nizza nel 1538 tra il re di Francia e l'imperatore Carlo V. Bene venne cinta di fortificazioni con l'abbattimento dei borghi esterni (è di questo periodo l'abbattimento della Chiesa della Rocchetta) e fatta sede di un forte presidio forestiero. Quando Emanuele Filiberto, dopo la Pace di Cateau Cambrésis del 1559, rientrò nei suoi possessi, anche Bene venne reintegrata nello stesso ducato sabaudo. Costa fu costretto a conglobare i contadi di Pont di Vesle e di Castiglione d'Ombres, e il 12 agosto 1561 i delegati di Bene pagarono al Re ben 12000 scudi d'oro per liberarsi sia dalla signoria dei Costa, sia per non essere più infeudati ad alcuno, qual non fosse principe di Piemonte (dalle carte conservate nell'archivio del Comune). Nel 1607, le fortificazioni erette nel precedente secolo (e delle quali molte sono ancora presenti) fecero di Bene una piazzaforte importante che ebbe peso nelle lotte del tempo. Qualche anno più tardi, il castello fu anche visitato dal capitano Ascanio Vittozzi, ingegnere alla corte di Carlo Emanuele I di Savoia, e su suo parere, venne 'ristorato' nel 1615-1616 a spese di Bene e dei Comuni di Clavesana, Farigliano, Piozzo, Carrù, Trinità e Salmour. L'esercito francese del conte di Harcourt assediò quindi il paese nel 1641, conquistandolo dopo un'accanita resistenza della guarnigione e della popolazione; quest'ultima ne soffrì molto, furono date in fiamme molte case. L'antico maniero è circondato da alte mura che proseguono lungo i bastioni chiamati "baluardo di levante" e "baluardo di ponente", a ricordare la parte delle fortificazioni realizzate nella prima metà del 1500. L’aspetto odierno del castello è in buona approssimazione simile a quello che doveva avere all’inizio del XV secolo. La fortificazione si presenta a pianta pentagonale, con cortina laterizia sormontata da merlatura bifida, ora tamponata. All'edificio si lega la figura della beata Paola Gambara Costa (Brescia, 1463 – Bene Vagienna, 1515), moglie di Ludovico Costa, ancora oggi venerata per le sue doti di generosità verso i poveri e i sofferenti. Poco oltre il cancello di ingresso, un affresco ritrae la Beata Paola in abito di terziaria francescana, con il manto colmo di rose. Questo affresco ci riporta agli inizi del 1500 quando la signora di Bene aveva qui la sua dimora e usciva dalle mura per recarsi al convento della Rocchetta posto al di là del torrente Mondalavia. Nel 1800 il castello fu trasformato in ospedale di carità e oggi ospita una casa di riposo. Dal castello partono romantiche passeggiate che si snodano tra il Viale dei Platani ed i resti dei bastioni, cioè il baluardo di levante e il baluardo di ponente, e raggiungono  la rotonda degli innamorati e la ghiacciaia.

Fonti: https://it.wikipedia.org/wiki/Bene_Vagienna#Medioevo, http://www.visitterredeisavoia.it/it/guida/?IDR=1406, http://www.comune.benevagienna.cn.it/modules.php?name=Steli_Bene#, testo tratto dalla pubblicazione "Castelli in Piemonte" di Rosella Seren Rosso (1999)  

Foto: la prima è presa da http://www.visitterredeisavoia.it/images/Guida/Castelli_Torri/Castello_dei_conti_Costa_Bene_Vagienna/Castello_dei_Conti_Costa.jpg, la seconda è presa da http://www.infermeria-casadiriposo.it/entrata.jpg

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