domenica 7 febbraio 2016

Il castello di domenica 7 febbraio






RUDA (UD) – Castello in frazione Saciletto

Il toponimo “Saciletto” ha a che vedere con le rogge di risorgiva che ne solcano il territorio. L’ipotesi più recente è che il nome derivi da Sac, ovvero ansa di fiume. Infatti, se osserviamo il luogo dove sorgeva l’antico abitato di Saciletto, è possibile vedere come il percorso di numerose rogge di risorgiva lo circondava come in una conca. La storia di Saciletto si confonde con la storia del suo celebre castello: alcuni storici suppongono sia già esistito in epoca longobarda con funzioni di vedetta, facente parte della linea  difensiva della Bassa friulana. Un longobardo, Andreas de Zazil, citato nel 1139, avrebbe posto la prima pietra del “Castrum Zazilet”. Sin dal 1263 è documentata la presenza di una struttura fortilizia, il Castrum Zazilet. A partire dal XIII secolo, il castrum Zazilét fungeva da postazione di controllo dell'antica strada che collegava Aquileia a Cividale del Friuli. Proprio a causa della sua strategicità logistica, il castello fu più volte oggetto di contesa fra i conti di Gorizia ed il patriarca d'Aquileia. Acquistato nel 1303 dal Patriarca di Aquileia Ottobuono di Razzi per contestare le mire sulla Bassa friulana dei Conti di Gorizia, fu da questi ultimi attaccato e distrutto nel 1309. E così rimase a lungo in rovina, tanto che da tutti la località veniva ricordata come "Sacilettum Castrum Desolatum", sino al XV secolo. Il 16 maggio 1491 venne venduto dalla Repubblica di Venezia a Bernardino Floriano Antonini che lo ristrutturò e destinò ad usi residenziali. Gli Antonini rimasero proprietari sino alla fine del XIX secolo, quando poi passò al Conte Roma. Nei primi giorni di guerra del 1915 l’Italia conquistò rapidamente le terre a destra dell’Isonzo, tra cui Ruda. Questa venne a trovarsi presso il fronte e il castello divenne sede del Tribunale militare. Dopo il conflitto, il castello di Saciletto venne acquistato nel 1923 da Enrico Paolo Salem, futuro podestà di Trieste, che lo ristrutturò con linee romantiche, tra cui spicca la torre. Venne requisito dai Tedeschi nella II Guerra Mondiale e molte suppellettili andarono perse. Venne quindi acquistato dai marchesi D' Angeri-Pilo di Boyl sino alla fine del Novecento, quando venne acquistato dal sig. Volpato, che ha proceduto a ristrutturarlo. Oggi è un'abitazione privata. Il complesso architettonico, racchiuso in una cinta muraria di stile neogotico, è costituito dalla villa, dalla cappella gentilizia dedicata a Sant’Antonio da Padova e dagli annessi rustici. La pianta ha un andamento poligonale irregolare. Un ampio giardino paesaggistico con piante di alto fusto e arbustive di varie e raffinate essenze si sviluppa all'interno della recinzione neogotica che racchiude anche l'edificio principale. Il corpo gentilizio, fortemente condizionato dall'assetto del fortilizio preesistente, si presenta come un palazzetto: un elemento a torre caratterizza la parte centrale e su una delle facciate interne è collocata una meridiana.La cappella gentilizia è una costruzione che viene fatta risalire ad anni compresi tra il tardo XVII secolo e i primi del secolo successivo. Altro link consigliato: http://www.consorziocastelli.it/icastelli/udine/saciletto


Foto: la prima è di Spifferi su http://rete.comuni-italiani.it/foto/2009/70921, la seconda è di Mauro Cargnello su http://www.panoramio.com/photo/10902150

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