sabato 19 dicembre 2015

Il castello di domenica 20 dicembre






ORIOLO ROMANO (VT) – Palazzo Altieri

Sulla facciata del palazzo Santacroce, oggi noto come Palazzo Altieri, si leggono alcune parole che possono essere considerate l'atto di nascita del paese: "Giorgio Santa Croce quinto signore di Viano, figlio di Onofrio, disboscò la selva di Manziana, e condottovi i coloni nell'anno 1562, rese frequentata la strada Claudia, dotò di mura il castello di Oriolo, edificò la chiesa di S. Giorgio (1570), edificò questo palazzo". Nei primi anni del 1560, infatti, Giorgio Santacroce, ricevuto il feudo in donazione dalla famiglia Orsini, chiamò Oriolo il nuovo insediamento sorto dal disboscamento del 1560. Il signore invitò nelle sue terre contadini e boscaioli, detti "capannari", provenienti soprattutto dalla Toscana e dall'Umbria, da Pistoia e Siena in particolare. Concesse enfiteusi e mise a disposizione case per gli abitanti con l'obbligo di disboscare macchie e di coltivare terre, corrispondendo il "quinto" di quanto raccolto. Al momento dell’atto di donazione del feudo, gli Orsini posero però una clausola per effetto della quale, in mancanza di discendenza maschile, il feudo doveva tornare in loro possesso. Nel 1606 la clausola venne applicata e il feudo ritornò alla nobile famiglia. Nell’ottobre del 1671, il Cardinale Virgilio Orsini cedette per 400 mila scudi alla famiglia Altieri il castello di Oriolo ed altri castelli limitrofi. Da quel momento la città divenne sede della “curia” baronale, mentre gli Altieri mantennero il feudo per sette generazioni, fino al 1922, anno in cui fu definitivamente smembrato in base alle leggi che facilitavano l'affrancamento degli "usi civici". Il Palazzo Altieri, costruito dai Santacroce tra il 1578 e il 1585, è a pianta rettangolare con la facciata arricchita da un loggiato ad arcate ioniche, mentre ai lati vi sono due strutture angolari a forma di torrione. L’edificio chiude piazza Umberto I. Nell’atrio spicca lo stemma della famiglia Altieri che, divenuti nuovi padroni dal 1674 - durante il papato di Clemente X (l'esponente più rilevante della famiglia) - decisero di ingrandirlo con due corpi laterali per difendere meglio la loro residenza di campagna e poter creare un’imponente pinacoteca, determinandone l’attuale struttura ottenuta sotto la direzione di Carlo Fontana. L'interno contiene molti affreschi: sette immagini di Roma, storie dell'Antico Testamento e paesaggi che rappresentano luoghi appartenenti all'epoca alla famiglia: Vicarello, Castello di Rota, Canale Monterano ecc. Il palazzo contiene anche nell'ala est la Galleria dei Papi, voluta da Papa Clemente X Altieri, lunga 70 metri ed arricchita da quadri a olio di epoche diverse che immortalano i pontefici da S. Pietro fino all’attuale. La galleria servì da modello per i ritratti dei papi di San Paolo fuori le mura che erano andati distrutti dopo l'incendio del 1823. Altri ambienti nel palazzo sono decorati con stucchi e affreschi, con soggetti mitologici e allegorici, attribuibili in parte alla scuola dei fratelli Federico e Taddeo Zuccari. La fontana  che decora la piazza fu costruita nel XVII secolo, ma non conserva il suo aspetto originario, visibile in un affresco all’interno del Palazzo, a causa dell’abbassamento del livello e della modifica degli elementi di contorno. Altri link consigliati: http://oriolo-romano.it/cosavedere.htm, http://www.lazioturismo.it/asp/scheda_archeo.asp?id=148, http://www.provincia.viterbo.gov.it/turismo/39-servizi/106-visitare_la_tuscia/56-monumento.html



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