venerdì 4 settembre 2015

Il castello di venerdì 4 settembre






BOMARZO (VT) - Castello Orsini

Elemento caratterizzante del paese è il centro storico, in cui spicca Palazzo Orsini: gioiello di architettura rinascimentale ottenuto dalla trasformazione dell'antica fortezza medievale in edificio signorile. Alle fasi costruttive del Palazzo Orsini di Bomarzo sono legate anche le vicende del sottostante Sacro Bosco (o Parco dei Mostri) di Pier Francesco, ovvero Vicino Orsini nato a Bomarzo il 4 luglio 1523. Il padre Giovanni Corrado Orsini, già vedovo di Lucrezia Anguillara, il 29 aprile 1520 si sposò con Clarice Orsini, figlia del cardinale Franciotto. Già il 29 dicembre 1519 l'architetto e pittore senese Baldassarre Peruzzi aveva progettato la prima ala del nuovo palazzo, vicino alla chiesa e caratterizzato da un cortile, una loggia, una scala e altre divisioni. Il Peruzzi fu anche impresario avvalendosi della presenza sul cantiere del fratellastro pittore Pietro Antonio di Andrea. Dal 1520 al 1524 le opere di scalpello fino al primo piano si devono a Pier Domenico Ricciarelli; quelle dopo il 1524, cioè dei mezzanini e del cornicione, a Bartolomeo di mastro Giovanni da Morco nella diocesi di Corno. Per evitare le strettoie del borgo medioevale, il Peruzzi disegnò e realizzò il percorso di una nuova strada di accesso, documentata anche da una veduta contenuta nel taccuino senese S.IV.7. Tra il 1521 e il 1533 sotto il castello, il palazzo e il borgo, fu acquisita una vasta area per realizzarvi un giardino terrazzato, degradante verso valle e collegato al nuovo sistema viario. Nel 1526 la nuova ala del palazzo, non era ancora finita, tanto che Giovanni Corrado Orsini ai figli prescrisse di terminarla, poi eventualmente di intervenire sulla contigua ala più antica. Uno schizzo del Peruzzi conservato agli Uffizi (U 579 retto) fa vedere la pianta del palazzo con la loggia, il cortile e la scala alla congiunzione delle due ali, quella nuova in parte realizzata e quella vecchia ancora da trasformare. Morto Giovanni Corrado Orsini il 21 settembre 1535, fu il figlio Pier Francesco, ovvero Vicino, a far terminare la nuova ala nord del Peruzzi, la più pregevole. La facciata esterna dell'ala nord del "nuovo" Palazzo Orsini, verso la vallata, conserva ancora oggi l'aspetto fortificato dell'antica rocca, caratterizzata da caditoie, feritoie da fuoco e palle di pietra murate, a ricordarne l'uso difensivo. Così in corrispondenza del cortile coperto due finestre del primo piano e il portale d'ingresso al pianterreno portano inciso il nome di Vicino. Sposatosi a Giove nel gennaio del 1544 con Giulia, figlia di Galeazzo Farnese, Vicino Orsini, al primo piano dell'ala antica, realizzò il proprio appartamento detto della Galleria, oggi residenza comunale, e ulteriormente ampliato dopo la scomparsa della moglie, tra il 1560 e il 1583. La loggia, a squadro su due lati contigui, oggi è utilizzata come sala del consiglio. A Bomarzo sono presenti lo scultore e architetto Francesco Moschino soltanto nel 1552 e molto più tardi il figlio Simone Moschino e un gruppo di scalpellini fiorentini, tutti al servizio dell'Orsini. Il seminterrato dell'ala del Peruzzi era destinato alle cucine e ai servizi, il pianterreno ai rapporti col pubblico e alla giustizia; il primo piano e il mezzanino ad abitazione. Dopo la morte di Giulia Farnese nel 1560, Vicino Orsini abitò nell'appartamento della Galleria; il pianterreno dell'ala del Peruzzi fu utilizzato dal figlio Corradino Orsini e da Margherita Sabella, mentre il primo piano fu destinato all'altro figlio Marzio Orsini e a Porzia Vitelli. Infatti intorno al 1575 la sala media al primo piano fu dipinta, forse dal viterbese Orazio Bernardo di Domenico, con un fregio contenente gli stemmi Orsini e Vitelli e vedute dei castelli dell'una e dell'altra famiglia. Nel 1564 per una loggia del palazzo Annibal Caro fornì le istruzioni per dipingere la favola dei Giganti, forse ancora nascosta se non distrutta. Nel 1645 Bomarzo e palazzo Orsini furono venduti al duca Ippolito Lante della Rovere, che fece realizzare il grande salone al primo piano nella cui volta, nel 1660-1661 il pittore cortonese Lorenzo Berrettini eseguì l'allegoria della Guerra e della Pace. Il portale bugnato del palazzo, che si apre sulla solenne facciata ingentilita da cornice e fregi in peperino, immette in un atrio rettangolare realizzato da Giovanni Corrado Orsini e modificato dai Lante della Rovere, dei quali compare lo stemma con tre aquile. Le porte in pietra al primo piano sono del XVII secolo; quelle del Peruzzi sono tutte al pianterreno. Nel 1836 il palazzo passò alla famiglia Borghese, alla quale si deve la saletta con le vedute dei castelli di Mugnano, Chia e Attigliano. Soltanto nel dopoguerra, dopo essere passato in mano ad altri privati, la maggior parte di palazzo Orsini è pervenuta al comune di Bomarzo, che per i propri uffici utilizza l'appartamento della Galleria con le iscrizioni di Vicino Orsini e Giulia Farnese. La Sala delle Arti è così chiamata per gli affreschi alle pareti che rappresentano le Muse che presiedono alle singole arti. Questi furono commissionati dai Borghese nel 1886 ai pittori Filippo Finio e Jacopo Petronio. Dei Borghese compare lo stemma del dragone con l'aquila, mentre la volta reca gli emblemi degli Orsini e dei Lante. Il pavimento e il camino, al pari di quelli presenti nei vari ambienti, risalgono all'epoca dei Borghese. Salendo la solenne scala in travertino databile all’epoca dei Lante della Rovere, illuminata da ampie vetrate da cui filtra la luce che illumina le pitture ottocentesche e con gradini rifatti sicuramente dei Borghese, si accede al piano nobile. Da qui, attraverso un portale con cornici seicentesche in peperino si entra nel “Salone delle Feste”, così chiamato perché nel’600 lo spazio era riservato anche alle rappresentazione teatrali. Il soffitto è decorato da un grandioso affresco (realizzato attorno al 1660-61 da Lorenzo Berrettini, nipote di Pietro da Cortona, e ritoccato nell’800) con la rappresentazione del “Trionfo della Pace sulla Guerra”: intorno al tempio di Giano hanno luogo combattimenti, saccheggi e uccisioni aizzati dalla Discordia che agita le faci, mentre su un alto podio il Merito incoronato d’alloro distribuisce corone ai vincitori, presso i quali siedono, su un cumulo di trofei di guerra i prigionieri incatenati. Dalla parte opposta la Navigazione e l’Agricoltura, un Vecchio Saggio che dà leggi ai popoli, Giovani Donne che si adornano, Genietti che gettano fiori e un Puttino che ammansisce un fiero leone rappresentano la pace. Infine al centro della volta, la Pace e la Giustizia da un lato e l’Abbondanza dall’altro volano in direzione di Giove, il quale, tenendo le saette tra le mani, è ritratto nell’atto di cacciare Saturno sul suo carro tirato da buoi neri. Sull’architrave del tempio classico, che fa da sfondo al “Sacco di Roma”, compare il nome del committente, il duca Ippolito Lante della Rovere, alla cui epoca risale pure la realizzazione dell’unico camino secentesco conservatosi solo in questa sala. Nella sala Consiliare sono presenti numerosi affreschi seicenteschi del viterbese Antonangelo Bonifazi e vi è conservata una cappella in cui riposa il corpo di San Moderato, nativo del luogo e morto nel XVII secolo. Ecco un interessante video trovato sul web (di Contemporary Art edited by Ugo Bongarzoni): https://www.youtube.com/watch?v=QICXqZD1uDg

Fonti: http://wikimapia.org/1645442/it/Palazzo-Orsini, http://www.comune.bomarzo.vt.it/wp-content/uploads/2014/12/programma-tuscia-deliziosa-20142.pdf, http://www.comunebomarzo.it/palazzo_orsini.html

Foto: la prima è una cartolina della mia collezione, mentre la seconda è stata scattata da me sul posto

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