lunedì 28 settembre 2015

Il castello di lunedì 28 settembre





MORCIANO DI LEUCA (LE) – Torre Capece in frazione Barbarano del Capo

Le radici di Barbarano del Capo sono da ricondurre alla distruzione della città di Vereto da parte dei saraceni nel IX secolo. Con l'arrivo dei Normanni verso la fine del XII secolo, il re Tancredi d’Altavilla donò il feudo a Lancellotto Capece la cui famiglia ha lasciato una rilevante impronta della loro presenza con la costruzione di una torre fortificata. Governato per un breve periodo da Scipione Ammirato, nel 1297 fu ceduto ai Natoli (Nantolio o Antoglietta), nel 1303 venne investito Enrico di Natoli come Signore di Barbano. Nel 1346 compare come Signore di Barbarano Filippo di Natoli (de Nantolio), Capitano Generale della Regina Giovanna I di Napoli, Gran Ciambellano, e familiare di Filippo II d’Angiò Imperatore di Costantinopoli e principe di Taranto. A Filippo subentrò suo figlio Giovanni († post 1383), Barone di Ruffano e Barbarano dal 1371 circa, che comprò anche il feudo di Francavilla dalla Camera Regia verso il 1368, si sposò con Beatrice de Noha. I Natoli rimasero come Signori feudali fino al 1350. Ad essi succedettero i d'Aquino e poi tornarono ancora i Natoli. Nel 1442, con il dominio aragonese, ritornarono i Capece che ne detennero il controllo sino al 1806, anno in cui finì la feudalità. La Torre baronale Capece, edificata probabilmente in epoca tardo medievale, costituisce ciò che rimane di un castello cinquecentesco eretto dalla nobile famiglia Capece. Presenta una pianta quadrata con due stanze e serviva come luogo di guardia e di avvistamento contro le incursioni saracene. Alta diciotto metri, possiede una base scarpata e un corpo superiore quadrangolare caratterizzato da caditoie, feritoie ed altri elementi che ne determinano il ruolo difensivo. Venti beccatelli per lato sorreggono la parte terminante della torre che ospita sette aperture per l'utilizzo dei cannoni. Ai piedi del torrione si distribuiscono i locali adibiti ad alloggi, depositi e scuderie. Il portale d'acceso è sormontato dallo scudo araldico dei Capece raffigurante un leone rampante d'oro, vestito di vajo, in campo rosso con la scritta “DEPOSE I POTENTI ED ESALTO’ GLI UMILI MDV (1505)”. La famiglia Capece, originaria di Bisanzio, giunse in Italia nel IX secolo; si insediarono a Napoli dove insieme alle potentissime famiglie dei Caracciolo e di Carafa, presero in mano la Città; dai registri angioini dell'anno 1294 è riscontrabile la presenza di un ramo cadetto dei Capece; verosimilmente Capece Minutolo, di cui uno si trasferì da Napoli in Sicilia e l'altro, diviso in diverse linee di discendenza si diffuse nelle Puglie e quindi in terra d'Otranto. La torre ha tre piani, di cui il primo era il posto di guardia con un’unica finestra e sotto a questa una botola nel pavimento, probabilmente una tomba o un semplice rifugio. Una stretta scaletta porta al secondo piano gradevolmente ampio, con quattro finestre per lato, la stessa scala porta al terrazzo il quale presenta sette aperture utilizzate per sistemarvi i cannoni. Al piano terra la corte consente l'ingresso agli alloggi e locali di servizio, a sinistra la scuderia e maneggio con volte a botte e l’originaria pavimentazione; probabilmente anche il mulino ed uno splendido giardino tutto a dimostrazione di una vita completa della corte. Presenti poi gli ambienti per le guardie e due pozzi utilizzati anche dalla popolazione, uno dei quali è oggi visitabile.


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