martedì 18 agosto 2015

Il castello di mercoledì 19 agosto






DUE CARRARE (PD) – Castello di San Pelagio (o Villa Zaborra)

Il Castello di San Pelagio ha origini medievali (circa 1340) che si notano nella splendida torre d’avvistamento appartenente al sistema difensivo dei Da Carrara che comprendeva più torri collegate tra loro da passaggi sotterranei lunghi fino a 1 Km. Oggi è visibile solo la Torre di San Pelagio, i cui passaggi sotterranei sono in parte allagati. Esauriti i compiti difensivi, nei secoli successivi il Castello venne trasformato in Villa Veneta e dal 1700 ha assunto l’aspetto che ancora oggi si ammira. A ridosso della torre, infatti, sono state aggiunte nel tempo le varie parti della villa: il corpo centrale e due barchesse. Dal 1680 fino al 1960, la villa è stata abitata dai Conti Zaborra, ai quali ancora oggi il castello appartiene. Nel 1918 l’edificio è stato sede dell’87ma squadriglia La Serenissima che capitanata da Gabriele d’Annunzio ha portato a termine il Volo su Vienna il 9 agosto 1918 partendo dal campo di volo del Castello di San Pelagio. Furono lanciati nel cielo di Vienna volantini con un messaggio che ancora colpisce: “…non siamo venuti se non per la gioia dell’arditezza…”. I ricordi di quei giorni fantastici e lontani, sono raccolti nell’antico maniero dove il poeta soggiornò ospite dei proprietari. I suoi appartamenti mantengono inalterato il fascino per il visitatore che, immerso nell’atmosfera di quell’impresa favolosa, percorre tappe di storia secolare vivendo emozioni sempre nuove. Nel 1976, il Complesso di San Pelagio danneggiato nelle sue strutture a seguito del terremoto del Friuli, venne restaurato dall’Architetto Alberto Avesani, marito dell’ultima Contessa Zaborra, e in parte trasformato in Museo di storia aeronautica e spaziale a ricordo del Volo su Vienna. Nel 1980 venne aperto al pubblico con la nuova destinazione d’uso a Museo del Volo, Parco e Ristorante. Oggi San Pelagio è annoverato tra le più interessanti Ville Venete del padovano immerso com’è nei suoi splendidi giardini con centinaia di rose profumatissime, antiche e inglesi, alberi secolari, passeggiate lungo il viale di carpini verso la pescheria e più in là, sul belvedere da dove la vista spazia verso i Colli Euganei. L’ala di sinistra, Barchessa, termine agricolo che, anticamente, indicava il luogo dove si tenevano il fieno e gli attrezzi agricoli, risale al 1793 ad opera di Paolo Zaborra, come si legge nell’iscrizione dell’arco di centro; l’ala di destra, adibita ad abitazione dei proprietari e dei custodi è la parte più antica. Tra le due ali vi è il giardino di rappresentanza con, al centro, la vasca delle ninfee. Dietro l’ala di destra si trova il giardino segreto; a sud il brolo, il parco con i labirinti, la montagnola con la ghiacciaia e la peschiera. Dalla strada comunale si vede la facciata principale, rimaneggiata alla fine del 1700. Il corpo centrale è ornato da un elegante portale d’accesso con colonne in mattoni e statue, e da due torrioni laterali. Al centro, sotto il balcone, si trova la scritta:”Roberto Zabborra quod has aedes in meliorem faciem sua pec. restituerit amplificaverit Paulus Zabborra viro op. benemer. lap. mem. causa P.C.A.D. MDCCLXXV”. Ai lati si possono ammirare due targhe in marmo che ricordano il Volo su Vienna compiuto dal poeta Gabriele d’Annunzio e dai piloti della Serenissima. Il torrione di destra, il cui uso è sempre stato agricolo, presenta un grande portone sul quale compare la scritta “Amicis Pandana”, mentre il torrione di sinistra, il cui alto portale immette direttamente nel salone da ballo, oggi Sala delle Mongolfiere, porta la scritta: “Foris Canes”. Alcune sale del castello mostrano tracce di affreschi. In tutte aleggiano le presenze dei personaggi che hanno fatto la storia del volo e quella del progresso umano. Inaugurato il 20 settembre 1980, Il Museo dell'Aria e dello Spazio è situato all'interno del complesso. Oltre alla presenza di diversi velivoli esposti e di modelli in scala, particolare attenzione viene data alla cura della ricostruzione scenografica della cucina e della sala dove si pianificò il Volo su Vienna, descritto in precedenza. La parte espositiva è divisa in due sezioni:
  • esterna, con i velivoli ed i sistemi bellici esposti come gate guardian all'esterno e nel giardino interno della villa
  • interna, con 38 tra sale e salette espositive dedicate all'evoluzione del volo umano dalla mongolfiera allo Space Shuttle.
Il 17 maggio 2013 uno dei pezzi più prestigiosi della collezione, il Grumman HU-16° Albatross 15-14 (MM51-7253 già MSN G344, idrovolante da soccorso aereo) è stato demolito, dopo essere stato trasferito all'associazione Fly Albatross di Ravenna nata con lo scopo di preservarlo. Due sono i labirinti nei giardini del Castello di San Pelagio. Il primo è il labirinto del Minotauro che racchiude in sé sia la tradizione della villa veneta, che vuole nei suoi giardini appunto un labirinto di siepi, sia il tema del volo rappresentato dal mito di Icaro che, rinchiuso nel labirinto di Cnosso, costruito da suo padre Dedalo, tenta la fuga con ali posticce di piume e cera. Icaro cade nell’Egeo, ma rimane ad oggi il simbolo dell’uomo che sogna di alzarsi in volo. Questo labirinto ha un’estensione di 1.200 mq ed è composto da più di 1.000 piante di Leylandi alte quasi 3 metri. Attenzione a perdervi all’interno, ma più ancora quando riuscirete a guadagnare il centro: troverete infatti ad attendervi un gigantesco minotauro alquanto affamato! Il secondo è il labirinto del "Forse che sì forse che no", più piccolo e più giovane, ed è dedicato al D’Annunzio. Questo labirinto è univiario, composto quindi di un unico percorso che conduce ad un centro disseminato di specchi, per richiamare il concetto di “doppio” dannunziano. Per i bambini, invece, questo secondo labirinto conduce alla fata del sambuco, un albero dalle proprietà magiche piantato proprio al centro del labirinto. Alcuni anni fa un gruppo di ricercatori del paranormale ha ispezionato il castello ed effettuato rilevazioni. Quattro foto, in particolare, sembrano aver captato e riprodotto qualcosa. In due di esse, in particolare, realizzate nel giardino di rappresentanza del castello si scorgerebbe una figura maschile, abbastanza anziana: in un caso si potrebbe parlare di un cavaliere con folta capigliatura e baffi, nell’altro caso il volto sarebbe identico ad un ritratto presente all’interno del castello. In altre due immagini, invece, sarebbe impressa la fisionomia di un bambino: in un caso la figura, accanto alla panchina in un viale, non appare limpida. Nell’altra, invece, sarebbe abbastanza evidente il mezzo busto del bimbo (lo stesso?) completo persino di grembiule, come quelli usati un tempo nelle scuole. Oltre a queste immagini più chiare, se ne aggiungono altre più amorfe e si aggiunge anche un’ampia gamma di rumori registrati: come vocalizzi, respiri e spostamenti di oggetti. Per approfondire Vi invito a visitare il sito ufficiale del castello (www.castellodisanpelagio.it) e quello ufficiale del museo (www.museodellaria.it)

Fonti: https://it.wikipedia.org/wiki/Museo_dell'aria_e_dello_spazio, http://www.abano.it/Territorio/castello-pelagio.aspx, http://www.comune.duecarrare.pd.it/it/Informazioni/Storia/Itinerario.html, scheda del Dr Andrea Orlando su http://www.icastelli.it/castle-1317305712-castello_di_san_pelagio-it.php, http://www.padovaoggi.it/cronaca/fantasmi-castello-san-pelagio-ricerche-orizzonti-paranormali-2012.html

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