mercoledì 15 luglio 2015

Il castello di martedì 14 luglio






MONTECHIARUGOLO (PR) - Castello Torelli

Nato come un avamposto militare della famiglia Sanvitale, il feudo di Motechiarugolo fa risalire le sue origini all’inizio del XIV secolo. Le fonti documentarie certificano che nel 1313 Giovannino Sanvitale, insieme ad altri feudatari, si ribellò alla guelfa signoria di Parma, passando a sostenere la fazione ghibellina. Fu così che una sostanziosa armata capeggiata da Gilberto da Correggio, signore di Parma, si mise in marcia alla volta di Montechiarugolo, ponendo l’assedio e conquistando il fortilizio. Finita la signoria dei da Correggio a Parma arrivano i Rossi che la consegnano al papato. Dopo alterne vicende nel 1348 la città di Parma venne a cadere sotto l’influenza dei Visconti di Milano, le sorti si legarono così al casato visconteo per circa duecento anni. Nel 1371 furono gli stessi Visconti che alla ricerca di un avamposto militare verso Reggio arrivarono a Montechiarugolo. Il Duca di Milano Gian Maria Visconti, per suggerimento di Ottobono Terzi capitano dell’esercito milanese, donò il feudo di Montechiarugolo insieme a quello di Guastalla a Guido Torelli, uno dei migliori condottieri dell’armata viscontea. La considerazione goduta dal Torelli presso la corte milanese è altresì certificata dal suo matrimonio con Orsina Visconti, cugina dei duchi lombardi. L’atto di infeudazione è datato 3 ottobre 1406. Il castello di Montechiarugolo si erge sulla riva sinistra del torrente Enza, nella strategica posizione di confine tra il parmense ed il reggiano e poggia le fondamenta su un terrazzo naturale da cui deriva il toponimo del suo nome Monticulus Rivoli. L’attuale struttura, costruita sui resti di un vecchio nucleo duecentesco distrutto nel 1313, mostra l’impronta quattrocentesca conferitagli da Guido Torelli in quella che lo storico cinquecentesco Bonaventura Angeli definisce come “una rocca per quei tempi reputata fortissima e inespugnabile fabbrica”. Successivamente, nel corso del Cinquecento, quando il castello venne vissuto da illustri ospiti come Papa Paolo III e il re di Francia Francesco I, Pomponio Torelli, umanista e letterato, gli diede nuovo splendore chiamandovi artisti e pittori dell’epoca. Con la morte del figlio Pio (coinvolto nella congiura dei feudatari nel 1612 e decapitato) finì l’illuminata signoria dei Torelli su Montechiarugolo e la fortezza fu confiscata dalla Camera Ducale. Un piccolo fatto d’armi del 1796, passato alla storia come il primo combattimento dell’Indipendenza italiana, fu ricordato da Napoleone in una sua lettera e da Carducci nella sua orazione del "I Centenario del Tricolore". Lo Stato Italiano lo vendette nel 1867 e venne acquistato da Antonio Marchi. E’ tuttora proprietà privata della famiglia. Confinante con la strada che porta al Passo di Lagastrello verso la Toscana e la Liguria, il castello ha perso una cerchia di mura ma ha conservato il carattere di luogo ben fortificato nonostante la pianta irregolare. Oggi è visitabile il cammino di ronda ad angoli smussati, coperto da un tetto in legno a capriate, il salone decorato a grottesche, la fila di stanze di abitazione e la splendida loggia con sottili colonne in pietra che reggono il soffitto a travi di legno, quattrocentesco. Elegante il motivo a losanghe verdi e rosse entro cui sono dipinti lo stemma dei Torelli e quello dei Visconti, che decora la parete e il parapetto. Si accede alla struttura merlata dal ponte levatoio, accolti da splendide sale affrescate, dove leggenda vuole ancora si aggiri il fantasma della Fata Bema. Arrivata per la prima volta a Montechiarugolo nel 1593, durante una visita che Ranuccio I fece ai conti Torelli, gli propose di leggergli la mano. La Bema vagava accompagnata da due fedeli servitori, predicendo il futuro ai vari signorotti e popolani che incontrava. Ranuccio, che aveva un vero terrore per tutto ciò che riguardava l'occulto, ordinò immediatamente l'arresto della ragazza e la sua reclusione nel carcere della Rocchetta, dando inizio a una serie di fughe e peregrinazioni della poveretta per sfuggire alla persecuzione del Duca. Bema finì comunque la sua vita a Montechiarugolo, amata e ben voluta dalla gente del borgo, tanto che oggi è ricordata come un gentile fantasma, che appare alle giovani donne alla vigilia delle nozze per istruirle sulla loro nuova vita. Si dice che nella notte del 18 maggio, nelle stanze private del castello appaia il Fantasma della fata Bema. La bella fanciulla torna nel suo castello sperando di rivedere l'uomo amato. Nel castello di Montechiarugolo sono state girate alcune scene della terza stagione della serie televisiva "I Borgia".
Fonti: http://www.castellodimontechiarugolo.it/ (sito ufficiale che merita una visita apposita per approfondire), http://turismo.comune.parma.it/it/canali-tematici/scopri-il-territorio/personaggi-storia-tradizioni/riti-leggende/il-fantasma-del-castello-di-montechiarugolo, http://www.castellidelducato.it/castellidelducato/castello.asp?el=castello-di-montechiarugolo-regno-fata-bema, http://turismo.comune.parma.it/it/canali-tematici/scopri-il-territorio/arte-e-cultura/castelli-torri-campanili/castello-di-montechiarugolo, scheda del Dott. Andrea Orlando su http://www.icastelli.it/castle-1235754910-castello_di_montechiarugolo-it.php (anche in questo caso suggerisco una visita del link per raccogliere altre notizie)
Foto: la prima è una cartolina della mia collezione, mentre la seconda è di Sebastiano Minniti su http://www.minniti.info/main/php/0669.php

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