venerdì 19 giugno 2015

Il castello di venerdì 19 giugno






MONTEFIASCONE (VT) - Rocca dei Papi

La rocca di Montefiascone lega la sua genesi, il suo sviluppo e anche la sua decadenza ai rapporti di Montefiascone con vari pontefici. Nel periodo che risale alle invasioni barbariche il paese si vide costretto a rafforzare le difese ambientali con opere murarie che impedissero a chicchessia di introdursi all'interno del centro abitato. Venne così eretta una grande e possente rocca con alte mura, all'interno delle quali si riversarono anche gli abitanti delle campagne. Presto essa divenne meta privilegiata di papi che, costretti a scappare dalla Roma assediata, la scelsero quale meta del loro esilio. Questa assidua presenza di personalità ecclesiastiche fece ben presto di Montefiascone una Sede Vescovile. La zona della Rocca rappresenta ancor oggi una delle principali attrattive del luogo. La fortificazione sorge sul punto più alto del paese, in posizione dominante sul Lago di Bolsena. Il suo stato semidiruto lascia solo immaginare oggi quella che è stata la sua straordinaria storia. La costruzione della Rocca fu avviata nel 1207 nell’area dell’antico castello da papa Innocenzo III, che qui pose la sede del Rettore del Patrimonio di San Pietro in Tuscia. Da questo momento, si può dire che non ci fu papa che non vi abbia promosso dei lavori, ma fu Martino IV il primo che la scelse come residenza pontificia, amando molto egli questi luoghi. Persino Dante racconta nel XXIV Canto del Purgatorio la passione di questo papa per le anguille di Bolsena, di cui era ghiottissimo. Anche durante la Cattività Avignonese, la Rocca mantenne la propria importanza e addirittura nel 1334 qui fu impiantata una zecca, che batté una nuova moneta: la paparina. Urbano V, il primo papa che lasciò Avignone per tornare a Roma, a partire dal 1368 fece di Montefiascone la propria sede estiva e rinnovò la Rocca, trasformandola in uno splendido palazzo ammirato dai contemporanei. Nonostante interventi importanti promossi dai pontefici nel corso del Cinquecento, alla fine dello stesso secolo la rovina dell’edificio divenne inarrestabile e cominciò la demolizione progressiva delle sue strutture per il recupero di materiale da costruzione. Solo alla fine del secolo scorso è stato avviato il restauro completo delle parti superstiti, che ha portato all’apertura al pubblico del sito e alla creazione del Museo dell’Architettura di Antonio da Sangallo il Giovane, che presenta le opere eseguite dal grande architetto rinascimentale nell'Alto Lazio e nel territorio dei Farnese, e la cui posizione “centrale” nell’ambito del territorio già appartenuto alla famosa famiglia dei Farnese, permette agevoli escursioni alle singole opere del Sangallo, per la maggior parte situate nelle immediate vicinanze di Montefiascone. Dell’originaria struttura purtroppo non rimane che una piccola parte: il complesso presentava una pianta trapezoidale con gli angoli occupati da imponenti torri delle quali oggi si conserva intatta solo quella di nord–ovest dalla quale si sviluppa l’attuale Palazzo. Alcune soluzioni architettoniche adottate nelle parti ancora conservate del castello testimoniano la sua aderenza alle tipologie proprie del linguaggio architettonico del XIII secolo nell’area viterbese, e, in particolare, la bifora che illumina il salone al primo piano è quanto resta delle membrature architettoniche del nucleo primitivo della struttura mentre non esiste più alcun riscontro materiale della loggia a due piani voluta da Leone X Medici e realizzata da Antonio da Sangallo il Giovane. Ecco il video di Quinto Ficari, dedicato alla rocca, che si trova in rete: https://www.youtube.com/watch?v=T0c1si60pNA
Fonti: https://it.wikipedia.org/wiki/Montefiascone, http://www.italiavirtualtour.it/dettaglio.php?id=94938, http://www.francigenalazio.it/it/resource/poi/montefiascone-rocca-de-papi/

Foto: da https://www.halleyweb.com/c056036/zf/immagini/homepage/Rocca%20dei%20Papi%20e%20il%20giardino%20papale.jpg e da http://www.francigenalazio.it/static/photologue/photos/cache/Mo_RoccaPapi_display.jpg

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