venerdì 24 aprile 2015

Il castello di sabato 25 aprile






BAISO (RE) – Castello Canossa-Fogliani-Este

Il castello di Baiso si erge maestoso sullo spartiacque delle valli del Secchia e del Tresinaro, nell’ampia cornice dei calanchi che lo difendono con le loro creste argillose prima di affidarlo al verde rigoglioso del grande parco che lo circonda tutto intorno. Esso occupa la cima della collina a nord del paese;  la forma allungata da nord-est a sud-ovest di questa ha determinato la particolare pianta dell’edificio. L’antico fortilizio che la tradizione vuole innalzato dai Da Canossa e precisamente da Alberto Atto, padre di Matilde, si è trasformato nel tempo in una splendida residenza aristocratica, di gusto quasi “rinascimentale” che mantiene tuttavia nell’impianto monumentale col recinto e la torre merlata, i caratteri della fortezza medievale. Proprietà e sede dei Da Baiso, feudatari del luogo e vassalli dei Da Canossa, divenne poi possesso dei Fogliani (dal 1256 al 1426) e oggetto di uno strenuo assedio da parte del Comune di Reggio che ne voleva fare un piccolo caposaldo “democratico”: era il 1322 e la ventata libertaria dei Comuni si spingeva verso la montagna lasciando nelle terre di Baiso i primi segni; i reggiani infatti si rafforzarono a Castelvecchio e sulla strada che scendeva nella vallata del Lucenta. Per cento anni ancora il castello, (con la sua chiesetta dedicata a San Nicolò) fu al centro delle contese fra Fogliani Guelfi e Fogliani Ghibellini, i quali si allearono con gli Estensi che stavano occupando la montagna reggiana e nel 1433 la bianca aquila Estense con Nicolò III con il suo presidio di soldati, divenne signora del castello. Come per gli altri castelli della montagna reggiana anche Baiso ebbe allora il suo “Podestà e i suoi gloriosi Statuti”. Le terre di Baiso rimasero “estensi” per molti secoli (tranne una breve parentesi di giurisdizione pontificia nelle mani di Domenico Amorotto) anche se concesse in feudo ad altri Signori: fra questi Ippolito Pagano ferrarese, poi deposto, perché aspro e prepotente, tanto che i sudditi ottennero dal Signore Estense la promessa che non avrebbe più infeudato Baiso e che sarebbero stati retti solo da un Podestà del luogo. Si fecero avanti qualche decennio dopo a chiederne l’investitura i Marchesi di Levizzano cui Baiso fu annesso non senza contrasti nel 1624 nelle cui mani rimase secondo le regole dell’eredità con qualche fatica tanto che Modena volle garanzie dai nuovi Signori che “gli Huomini di Baiso sarebbero stati trattati come gli Huomini di Levizzano”. Nel 1796 la ventata napoleonica e la Repubblica Cispadana abolirono i Feudi ed esautorarono i Signori: fu la libertà e Baiso divenne cantone libero per otto anni fino a quando nel 1803 la nuova legge della Repubblica italiana restituì il castello, che si trovava in rovina, “con le sue Regioni e le sue pertinenze” ai proprietari di un tempo. Si aprì un contenzioso fra questi e il Comune di Baiso che ne rivendicava la proprietà, ma il castello tornò ai Levizzani finché la Marchesa Elena lo portò in dote al marito, il nobile reggiano Francesco Cugini. Da lui lo acquistò, nel 1903 il Sen. Adolfo Venturi che gli restituì in parte la fisionomia originaria. Dopo essere stato per alcuni anni possesso del Comune di Guastalla che ne aveva fatto una colonia estiva per i bambini, venne finalmente acquistato da Pietro Bianchi, critico e regista che insieme alla moglie ne ha curato e valorizzato ogni aspetto, facendone per anni la sua dimora e restituendogli vita e bellezza.  Nel castello era una chiesa dedicata a S. Nicola registrata nel 1302. All’epoca della visita Cervini nel 1543 essa era già quasi distrutta; dipendeva dalla Pieve di Baiso. Il castello comprende un vasto recinto delimitato da due cortine. L’edificio vero e proprio si innalza verso sud-ovest. E’ composto da più fabbricati, disposti attorno ai due cortili aperti, fra i quali risultano particolarmente importanti il mastio, di pianta quadrata, posto sull’angolo meridionale del complesso e l’edificio residenziale appoggiato con un frontespizio al mastio e con una delle fronti lunghe allineata con la cortina di sud-ovest. Tali costruzioni sono state erette con masselli di pietra appena squadrati e conservano il loro aspetto medievale malgrado qualche palese integrazione: nell’edificio residenziale le bifore, la scala esterna sul frontespizio di nord-est ed in entrambi i merli, di foggia ghibellina. Ancora nel lato di sud-ovest, quasi al centro, si trova il primitivo ingresso, costituito da un portale archiacuto in pietra. Da questo una scala porta alla quota del maggiore dei due cortili donde un’altra scala conduce alla quota pi alta del recinto. Il complesso costituisce, non soltanto nell’ambito emiliano, un eccellente esempio di fortificazione medievale, tra Duecento e Trecento, articolata in castello e recinto. Altri link consultabili: http://www.appenninoreggiano.it/schede.asp?lang=it&d=castello-di-baiso-1, http://www.latavoladibisanzio.it/baiso/storia/


Foto: da http://reggioemiliaturismo.provincia.re.it/page.asp?IDCategoria=2949&IDSezione=21374&ID=371700 e su http://www.latavoladibisanzio.it/wp-content/uploads/2012/06/Castello-di-Baiso_11.png

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