domenica 1 marzo 2015

Il castello di domenica 1 marzo






SANTA TERESA DI GALLURA (OT) – Torre e Castello di Longosardo

Anticamente conosciuta col nome di Longosardo (o Longo sardo), era già in periodo romano un porto di notevole importanza per i traffici commerciali e dal quale veniva portato a Roma il granito estratto nei dintorni; queste informazioni la rendono una localizzazione plausibile dell'antica città di Tibula. Le cave di Capo Testa hanno fornito granito per il Duomo e il Battistero di Pisa e, si racconta, anche per il Pantheon di Roma. Intorno al 1263, tale era l'importanza di Longosardo che lo stesso San Francesco di Assisi, che si trovava in Corsica, si recò a visitarla. Dopo le invasioni saracene, la località passò sotto i giudici di Arborea. Sul finire del XIV secolo il giudicato d’Arborea, il piccolo regno sardo in guerra dal 1353 con i Catalano-Aragonesi era arrivato a controllare quasi tutto il territorio dell’isola . Il regno di Sardegna catalano-aragonese, si era ridotto alle sole città di Cagliari e Alghero, ad alcuni castelli del Cagliaritano e al Castello di Longosardo in Gallura. Per il possesso di quest’ultima fortezza si accese tra i due belligeranti una lotta accanita, determinata dai diritti che entrambi vantavano su di essa e sul territorio nel quale sorgeva, e soprattutto dalla sua eccezionale posizione strategica: dominava infatti il Porto di Longone, frequentato scalo commerciale fin dai tempi più remoti, e controllava le Bocche di Bonifacio e l’intenso traffico marittimo che vi transitava. I pochi ruderi rimasti sul promontorio di Terravecchia, sulla sponda orientale della stretta insenatura dove sorge l’odierna Santa Teresa di Gallura , testimoniano ancora oggi l’imponenza e la solidità della costruzione. La mancanza di riferimenti nella documentazione anteriore induce a ritenere che il castello di Longosardo non rientri tra le fortezze sorte in epoca giudicale a difesa dei confini statali, e neppure tra quelle edificate nel XIII secolo per iniziativa pisana o genovese. Vittorio Angius riporta la tradizione locale secondo la quale la fortezza venne costruita per la volontà della giudicessa Eleonora d’Arborea, tradizione nata, sembra dal ritrovamento di una iscrizione marmorea, nella quale si leggeva il nome della giudicessa, che già ai tempi dell’Angius era andata perduta. Il recente ritrovamento di nuove fonti documentate permette di chiarire le origini del castello. Il maniero di Longosardo compare per la prima volta in alcuni documenti del 1386, prima di questa data le fonti medioevali parlano solo del porto di Longosardo e del territorio circostante. La grande importanza strategica di questo sito era stata individuata molto presto dai Catalano-Aragonesi che avevano occupato la Gallura dopo aver sconfitto i Pisani nella guerra del 1323-26. Nel frattempo però questo territorio prima ancora dell’arrivo dei Catalano-Aragonesi in Sardegna, era stato concesso in feudo da Giacomo II al catalano Francesc Daurats. Con un successivo documento nell’aprile dello stesso anno, l’infante aveva ampliato la concessione, dando al Daurats la podestà di edificare un castello e impiantare uno o più nuclei abitati nel sito che avesse ritenuto più idoneo all’interno del salto di Casariu. Il feudatario non realizzò le opere previste nel documento di infeudazione, cosicchè il Governatore Boxadors ritenne necessario riproporre, con il memoriale del 1326 precedentemente citato, il problema di meglio difendere e controllare quella zona di frontiera, aperta sul mare prospiciente la Corsica e Bonifacio. La questione venne affrontata ancora negli anni successivi. Nel gennaio del 1331 un altro governatore iberico puntualizzava i motivi che rendevano necessario un più attento controllo di quel territorio. L’assoluta mancanza di notizie, fino al 1386, sulla presenza di un castello in quel territorio, induce a pensare che, per qualche ignoto motivo, i progetti della Corona non siano stati realizzati. Nella documentazione catalano-aragonese relativa all’isola, sono numerosissimi i riferimenti ai castelli ma di quello di Longosardo, non c’è traccia nelle fonti iberiche, fino all’ultimo ventennio del Trecento. Su questo porto, qualche anno dopo accampava diritti Giovanni d’Arborea, fratello del giudice Mariano IV, lo attesta un documento del 1363, contenente le rimostranze di quest’ultimo nei confronti degli ufficiali regi della Gallura. A quell’epoca Giovanni d’Arborea si trovava già da parecchi anni in carcere, si potrebbe ipotizzare dunque, che il porto di Longosardo sia stato concesso, prima della sua incarcerazione, a quest’ultimo. A questo punto, nella documentazione in nostro possesso, le notizie sul territorio di Longosardo subiscono un black-out di circa vent’anni, sino al 1382-83, periodo in cui il governo dell’ultimo stato sardo indipendente era retto dal giudice Ugone III, salito al potere nel 1376 alla morte del padre Mariano IV e nel 1369 le truppe arborensi, che già qualche anno prima avevano occupato Casteldoria, conquistarono Sassari e arrivarono ad Osilo occupando il castello che era appartenuto ai Malaspina. Nel quadro di questa espansione arborense nella Sardegna settentrionale tra la fine degli Anni Sessanta e i primi Anni Settanta si inserisce anche l’acquisizione del porto di Longosardo, importante sbocco al mare in quanto era il punto delle coste settentrionali dell’isola più vicino a Bonifacio da dove partivano gli aiuti Genovesi al Giudicato. Possiamo dedurre che assieme all’acquisizione di questo sito si sia dato inizio alla costruzione del castello di Longosardo (un documento privo di data, ma databile al 1386 dà notizia della sua esistenza). Il castello dovrebbe quindi essere stato edificato tra il 1363 e il 1376. L’interesse dei Catalano-Aragonesi per la fortificazione gallurese era determinato da almeno tre motivi fondamentali: la presenza del porto, il controllo dello scalo di Longosardo che avrebbe inoltre impedito i traffici arborensi e la corona avrebbe potuto tranquillamente impadronirsi di Bonifacio. La Corona dal canto suo acquisiva con Longosardo, un’ulteriore piazzaforte marittima. Alla fine del 1391 il castello apparteneva ai catalani, che ne avevano fatto una munitissima base militare. Il porto inoltre era un rifugio per le barche armate. Per una miglior difesa del castello e del porto la Corona aveva promosso nel 1391 la fondazione di un borgo nei suoi pressi, concedendo privilegi a coloro che volevano stabilirvisi. In pochi mesi l’esercito arborense riuscì a recuperare tutti i castelli del Logudoro tranne Longosardo difeso dagli iberici. Ogni sforzo venne dunque messo in atto, compreso l’inganno, per tornare in possesso della fortezza Gallurese. Nel marzo del 1392 si tentò di corrompere un soldato catalano affinché favorisse l’ingresso nella fortezza, i tentativi andarono a monte perché il capitano del castello venne informato della congiura e i sardi coinvolti nella faccenda dovettero subire una terribile punizione. Nel settembre dello stesso anno il Brancaleone Doria progettava un nuovo attacco, ma anche questa volta la missione non andò a buon fine. Ci furono numerosi tentativi ma la conquista del castello si ebbe solo nel 1410 con le truppe di Cassano Doria. L’ultima volta che il castello di Longosardo ricoprì il ruolo di importante piattaforma marittima si ebbe con i preparativi per la spedizione aragonese, al fine di conquistare la Corsica. Longosardo ed il suo porto persero rapidamente gran parte della loro importanza, dopo il fallimento dell’impresa corsa e la rinuncia da parte della corona d’Aragona, al possesso di quest’isola. Tuttavia nel Parlamento convocato a Cagliari nel 1421 veniva identificato ancora Longosardo tra i castelli più importanti dell’isola assieme a quelli di Cagliari, Bosa e Sassari. Nel 1422 il maniero lasciato sguarnito fu facile preda di un attacco genovese che lo saccheggiò assieme al borgo portandosi via un grande bottino. Il castello di Longosardo ebbe dunque una vita breve ma un ruolo di rilevante importanza. Alla sua distruzione seguì lo spopolamento della borgata. La zona divenne rifugio preferito di corsari, banditi e contrabbandieri.

Un luogo storico di particolare interesse è la Torre di Longosardo (edificata attorno al XVI secolo, probabilmente nel 1590, per ordine del re di Spagna Filippo II) situata sul lembo di roccia più estremo del paese. Si tratta di una grande torre circolare merlata, sicuramente la più grande eretta dagli spagnoli in Sardegna. Si presume che fosse costituita da tre locali e che la copertura fosse realizzata tramite una volta a tutto sesto con pilastro centrale. L'ingresso, a cui si accede per mezzo di una scaletta addossata al muro, si trova a metà della parete. Grazie ai recenti lavori di restauro è apprezzabile una cisterna per la raccolta dell'acqua piovana, la quale veniva convogliata tramite una canale incavato nella parete. Quando nel 1720 l'isola passò ai Savoia venne inviato come comandante della torre Francesco Maria Magnon, che capì la necessità di creare un centro abitato nei pressi della fortezza. Il 12 agosto 1808 un decreto di Vittorio Emanuele I diede inizio alla fondazione di Santa Teresa, fu lo stesso re che disegnò la pianta del paese e decise il nome in onore di sua moglie: la regina Maria Teresa d’Asburgo-Este. La torre venne smilitarizzata nel 1867. Il panorama che si gode è mozzafiato: poche decine di metri separano la vista dall'incantevole spiaggia di Rena Bianca e, sullo sfondo, le bianche scogliere di Bonifacio.

Fonti: http://www.sardegnainforma.it/Gallura/Santa-Teresa-di-Gallura/Resti-Castello-di-Longosardo.html, http://www.ilportalesardo.it/monumenti/ssteresadigallura.htm, http://it.wikipedia.org/wiki/Santa_Teresa_Gallura, http://www.sardegnainforma.it/Gallura/Santa-Teresa-di-Gallura/Torre-Longosarda.html, itcgpalau.altervista.org/alternanzascuolalavoro/castellolongosardo.doc (lavoro molto valido)

Foto: di Vanni Rocca su http://www.sardegnainforma.it/Gallura/Santa-Teresa-di-Gallura/Torre-Longosarda.html, di Vanni Rocca su http://www.sardegnainforma.it/Gallura/Santa-Teresa-di-Gallura/Resti-Castello-di-Longosardo.html e, la terza, da http://www.mondimedievali.net/Castelli/Sardegna/gallura/santaterestorrlongos01.jpg

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