giovedì 15 gennaio 2015

Il castello di giovedì 15 gennaio






PETTORANELLO DEL MOLISE (IS) - Castello baronale

Per quanto attiene l’attestazione di un primo borgo coincidente con l’attuale abitato, possiamo ritenere che si sia generato almeno intorno all'XI-XII sec., ovvero durante il passaggio dalla dominazione longobarda a quella normanna. Dai documenti finora conosciuti, in effetti, sappiamo che prima della anno Mille i territori di Pettoranello erano parte integrante della contea longobarda di Isernia (il 9 maggio 964 il Principe Pandolfo Capodiferro nell'assegnare i confini di Isernia ne stabilisce il limite est con Colle Petroso ossia Castelpetroso). Mentre, successivamente, altri  documenti ne attestano l’esistenza: 
  • gli atti per la donazione della chiesa di Santa Croce sopra Monte Pesclatura (Pesche) del 1092 (ovvero appena dodici anni dopo il riconoscmento del dominio normanno – trattato di Ceprano), nei quali compare un tale  Angerio (nome normanno) che si definisce di Pettorano;
  • il catalogo dei Baroni (1150-1168), che attesta l’esistenza del feudo, concesso a Raul de Molisio, con il toponimo di “Pectoranum”;
  • la bolla del 29 marzo 1182 di Papa Lucio III: Quoties a nobis petitur, identifica in Castrum Pectorani il secolare limite dei confini delle Diocesi di Isernia e Bojano;
Dal XII sec. fino al 1806 (eversione della feudalità), il feudo di Pettoranello è passato nella disponibilità di diverse famiglie feudali, tra cui: De Molisio, Di Barrasio, Di Faenza, D'Alneto, Del Balzo, Scotto, Capuano, Sanfromondi, Caldora, Pandone, Ciciniello (dal 1443 e per quasi un secolo), D'Afflitto e Caracciolo. La più importante, per durata e impronta storica, è stata sicuramente l’ultima: i Caracciolo. Essi acquisirono il feudo di Pettoranello a seguito del matrimonio, celebrato a Napoli il 14 maggio 1595, fra Camilla d’Afflitto (ultima discendente della famiglia) e Giovanni Antonio Caracciolo. Venne così trasmesso ai discendenti di Giovanni Antonio il feudo che Antonio d’Afflitto, nel 1531, aveva comprato da Antonio Ciciniello per la somma di 2750 ducati. Sotto la signoria dei Caracciolo, Pettoranello, deve aver goduto di un certo sviluppo. La popolazione, che nel 1505 era computata in 28 fuochi (circa 130 abitanti) e nel 1595 in 72 fuochi (circa 330 abitanti), nel 1804 era di circa 1300 persone. Il feudo fu elevato al rango di baronia e, successivamente, di principato (1731). Don Eustachio Caracciolo (primo principe di Pettoranello) ne ampliò il territorio con l’acquisto, nel 1745, del confinante feudo Riporci (Erivorzam), mentre il figlio Don Vincenzo (ultimo tenutario) si impegnò nella costruzione della attuale chiesa di Santa Maria Assunta in Cielo. Il palazzo dovrebbe risalire al XI-XII sec. ed è situato sulla parte alta del colle, da dove, con la sua facciata, domina l’unica piazza del paese. E' di forma quadrangolare ed è disposto su due piani. Attraverso il portale d'ingresso con arco a tutto sesto, che si apre centralmente sulla facciata principale, si accede ad un patio interno di forma quadrangolare. Da qui una bella e imponente scalinata conduce al piano nobile. Attualmente l'edificio è adibito ad abitazione privata, suddiviso in più appartamenti di privati cittadini e si presenta in modo assai diverso dalla antica fortezza che fu. Con il passare dei secoli è stato sottoposto a vari interventi, talvolta vere e proprie ricostruzioni a seguito di devastanti eventi sismici, come il terremoto di Sant'Anna (26 luglio 1805). Probabilmente uno dei pochi elementi del passato, che non è andato distrutto, è la graziosa loggetta con archi che si può ammirare alla destra del cortile. Un altro elemento da cui dedurre un’idea della struttura primaria è la grande torre con andamento circolare ancora presente (ru turrone). Mentre le due piccole torrette, adatte ad una agevole difesa attiva con schioppi, sono state aggiunte in seguito, presumibilmente nel periodo del brigantaggio pre-unitario. In origine, inoltre, doveva avere l’accesso principale sul lato che affaccia su Pettorano Vecchio. Dell’antica cinta muraria sul lato occidentale sopravvive solo una torre che si appoggia alla scarpa rettilinea secondo il sistema banalmente detto a fetta di salame che ritroviamo anche a Roccapipirozzi e Roccamandolfi e che fa sollevare ulteriori dubbi sulla sua datazione, perché non è ancora del tutto chiaro se quei tipi di sistemi difensivi siano angioni, come molti pensano, o normanni come mi viene da ritenere. Sul lato orientale è probabile che non vi fossero altre torri perché la situazione naturale, in forte declivo, della roccia su cui terminava la murazione rendeva inutile la loro presenza.

Fonti: http://www.comune.pettoranellodelmolise.is.it/zf/index.php/servizi-aggiuntivi/index/index/idservizio/20031, http://www.francovalente.it/2007/09/14/pettoranello-del-molise/

Foto: da http://www.fotoeweb.it/molise/Pettoranello_del_Molise/Pettoranello%20Castello.jpg e da http://iserniaprovincia.altervista.org/Comuni/Pettoranello/pettoranello.php

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