lunedì 22 dicembre 2014

Il castello di martedì 23 dicembre







CARRARA (MS) – Castello di Moneta dei Malaspina in frazione Fossola

Sullo sfondo delle marmoree Apuane, il Castello di Moneta ancora domina, dall'alto del suo colle (300 m.slm.) la sponda destra del torrente Carrione, a guardia della "foce d'Ortonovo", passo collinare tra le prime vallate liguri e la valle di Carrara, incrocio delle antiche vie di valico, la preistorica "via del sale" per la Lunigiana e la medievale "via pedemontana" per la Liguria. Sito fortificato dei Liguri Apuani, uno sperone sottostante è "Il Castellaro", nel II sec. a.C. Moneta è un "fundum gentis Monetia" della colonia romana di Luni, poi trasformata in "castrum" nel VI sec. dai Bizantini. L'antichissima funzione militare di Moneta prosegue attraverso i secoli e i diversi dominatori fino al sec. XVIII. Poi, nel 1944, truppe tedesche edificarono 2 bunker sotto il vecchio Castello per le stesse esigenze difensive della guerra bizantino-longobarda dopo 1300 anni! Il diruto Castello di Moneta sovrasta la frazione di Fossola, "erede di Moneta", a km. 3 da Carrara. Le prime notizie documentarie su Moneta risalgono al periodo romano: nel II sec. a.C. il colle è registrato nel catasto fondiario di Luni come "fundum cum villa rustica" della gens dei Monetii o Munatii e la proprietà agricola nel II sec. d.C è ancora così registrata nelle "Tabulae de Veleia". Ritroviamo poi nel VI sec. un castrum del limes difensivo dei Bizantini di Luni, dal 643 un castellum dei Longobardi, poi conquistato dai Franchi nel IX sec., rifortificato a protezione della vallata di Carrara dalle devastanti scorrerie di Vichinghi e Saraceni e fortemente conteso tra i Marchesi Obertenghi, Malaspina e Massa-Corsica e Vescovi-Conti di Luni. Tra i pochi documenti diretti rimasti: il primo, esplicito sul "Castrum de Moneta", un rogito notarile di Wilielmus, Gastaldo del Vescovo di Luni, del 9 giugno 1035, la prima menzione, successiva al 29 luglio 1185, dei "Consules Villae Monetae", in contrasto con Pietro, primo Vescovo-Conte di Luni, poi ancora è importante un atto, del 30 luglio 1252, rogato "In vetusta ecclesia Sct.i Isidori Agricolae in Castro Moneta", (tutte nel "Codex Pelavicinus"), mentre del 1313 è la citazione nell'elenco di Arrigo VII :"Rochae quae sunt Romani Imperii : … Castrum Monetae …". La Repubblica di Pisa occupa dal 1301 al 1322, in funzione antigenovese, Carrara, Sarzana e Lerici : Moneta è uno dei principali caposaldi ghibellino-imperiali verso la Liguria e la Lunigiana (ancora tracce delle nuove fortificazioni pisane nel vecchio castrum vescovile, inglobato nel successivo borgo murato del XV sec.). I castellani sono importanti cavalieri di Pisa, la guarnigione è assoldata in Corsica, allora pisana: da qui i cognomi locali ancora esistenti di Pisani (per secoli la famiglia più importante della zona, prima come Conti Pisani, e poi, unica tra la nobiltà di Carrara, divenuti i Marchesi Pisani di Moneta) e quelli di Del Pisano, Soldati, Del Soldato, Corsi, Corsini, del Corso, e i toponimi "Corsesca" e "ai Corsi". Declassata nel 1322-1328 da Castruccio Castracani a difesa locale, la "Rocha de Moneta" è rifortificata nel 1329 dal ghibellino Marchese Spinetta il Grande Malaspina (…forte ho munito la Terra de Casepozi et la Rocha de Moneta….Testamento di Spinetta il Grande, 1 marzo 1352). Nel 1447, Spinetta di Campo Fregoso, nuovo "Dominus Terrae Carrariae, Terrae Laventiae et Castri Monetae" fortifica il suo piccolo Stato, presidio di confine Moneta viene completamente rinnovata: l'antico castrum bizantino-vescovile è sostituito da un rinnovato borgo murato ellittico, difeso da più cinte murarie con robuste torri rotonde, mentre l'antica torre quadrata centrale diviene campanile della nuova cappella castrense. Questo borgo murato, su metà della sommità del colle verso la valle di Carrara, è dominato sul lato ovest dalla nuova possente Rocca, con massicce cortine murarie e uno svettante mastio, a strapiombo su tre lati, con caditoi, bertesche, e un fossato con ponte levatoio, in una poderosa torre, sull'unico lato pianeggiante verso il borgo. Vengono ristrutturate le enormi cisterne sotterranee, alimentate da piccole sorgive locali e integrate, nei periodi di magra, con trasporti d'acqua a dorso di mulo dai torrenti vicini. (Ancora pochi decenni orsono restava, sulla quarta, più interna porta del mastio, la lapide commemorativa del 1455 "MCCCCXXXXXV Questa fortezza fece fare il Magnifico Signor Marchese di Campo Fregoso", ora purtroppo della grande iscrizione marmorea s'è persa ogni traccia!). Nel 1473, tutto il "Vicariato di Carrara" è ceduto a Jacopo Malaspina, Marchese di Massa e nuovo Principe di Carrara, e come le altre fortificazioni locali, escluse le Rocche di Massa e Avenza, anche Moneta perde presto d'importanza militare, per i seguenti motivi:
  1. l'assetto politico-territoriale (il nuovo piccolo dominio dei Malaspina di Massa e Carrara è uno stato-cuscinetto tra la Repubblica di Genova e le terre dei Medici di Firenze e gode di protezione imperiale),
  2. il crescente uso dell'artiglieria (a Moneta sia la Rocca è in funzione di assedi tradizionali, prima dei cannoni, sia l'intera area fortificata risalente all'epoca romana, può essere bombardata da un vicino colle più alto).
Pur in decadenza, Moneta è ancora presa per tre volte : 1483 - mercenari genovesi di Agostino di Campo Fregoso di Sarzana, 1494 - truppe francesi di Carlo VIII, 1545 - truppe fiorentine del Capitanato di Fivizzano. Invece l'importanza del borgo murato risulta da "Statuta Communis Carrariae-Addenda", 1482, e ancora il 29 giugno 1553 con "84 boni homines Monetae" nel giuramento del "Commune Carrariae et Villarum" ad Alberico I Cybo-Malaspina, da Carlo V° il 17 febbraio 1554 investito "Marchese di Massa e Principe di Carrara, Avenza e Moneta", che nel gennaio 1602 scrive: " … Moneta, Castello e Fortezza di stima; son murate la Rocca e la Terra ad uso antiquo; ma tucto ciò resta assai forte … solo de 100 fochi circa, e più Fonthia et Santa Luzia, casali de 60 fochi …". I 100 fuochi di Moneta sono gli oltre 350 abitanti del borgo murato, escluse le truppe del Castello, con "Il Tenente Comandante et la Compagnia di Moneta et Fonthia", con "2 sagri o falconi, 6 moschettoni, 4 archibugioni in posta, 10 bariloni de polvere, 40 libre de micia in 70 gavetoni, piombo in pani", dai "Capitoli delle Milizie di Massa e Carrara",ottobre 1602. Il 12 aprile 1605, c'è l'ultimo scontro di confine per la Rocca di Moneta:100 uomini della vicina Ortonovo, con archibugi, razziano le carbonaie di Fontia e Moneta e si scontrano con la guarnigione del Castello (lettera di protesta di Alberico I alla Repubblica di Genova ). Del 1620 poi è la più antica raffigurazione rimasta del "Castello di Moneta", nel "Corpus di vedute dei possedimenti di Alberico I Cybo - Malaspina", opera del "Pittore di corte", il carrarese Domenico di Justus Utens il Fiammingo. Con il XVIII sec. inizia l'inarrestabile decadenza del Castello, persa ogni funzione militare, e del borgo murato, abbandonato dalle vecchie famiglie importanti che si trasferiscono in pianura e a Carrara, a partire dagli stessi Marchesi Pisani di Moneta ("Libro de'Verbali de Moneta"). Nell’ottobre del 1738 c’è il primo severo bando della Duchessa Maria Teresa Cybo - Malaspina - Este contro l'abbandono e le asportazioni di materiali da Moneta, ribadito il 9 aprile 1749. Tra il 1796 e il 1804 il castello, ormai abbandonato, è venduto a privati dalla municipalità napoleonica di Carrara. Dal 1832 Moneta viene cancellata come frazione autonoma, solo una decina di abitanti resta nel borgo, iniziano i crolli nel castello abbandonato e usato come annesso agricolo. Il terribile terremoto del 1920 provoca nel castello gravi lesioni e ulteriori crolli. Nell’ aprile del 1945, nel corso della battaglia di sfondamento della "Linea Gotica", il maniero subisce ulteriori danni per i bombardamenti U.S.A. contro i due vicini bunker tedeschi. Nei primi anni ’70, dopo una campagna di stampa per il restauro del vecchio castello, dove vive ormai 1 solo abitante, il Corpo Forestale dello Stato e il Comune di Carrara trasformano in rotabile asfaltata la millenaria mulattiera a sasso da Fossola per il Castello. Nei primi anni ’90 il Comune di Carrara, pur senza progetti operativi, acquisisce almeno la proprietà dell'intera area del castello, vi sono però orribili recuperi abitativi "moderni" nel borgo, sparisce uno degli ultimi portali, in macigno e marmo, delle mura. Nel febbraio 2000 il Comune di Carrara stanzia 500 milioni di lire come primo intervento per Moneta e, con Italia Nostra - sez.ApuoLunense, Archeo Club Carrara e Istituto Castelli di Lunigiana, avvia un progetto di restauro e fruizione pubblica del Castello e del borgo murato di Moneta, per ottenere ulteriori finanziamenti della Comunità Europea.

Fonti: testo del Prof. Renato Vita su http://www.castellitoscani.com/italian/moneta.htm

Foto: le prime due da http://www.meravigliaitaliana.it, la terza da http://icastellidelmarmo.it/Moneta.html

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