sabato 6 settembre 2014

Il castello di sabato 6 settembre


 
 
PALMOLI (CH) - Castello Marchesale
di Mimmo Ciurlia
 
E' una maestosa costruzione situata nella parte più alta dell’omonimo borgo fortificato, all’interno del quartiere denominato “Le Coste”. La posizione del maniero è strategica e attentamente studiata nella sua collocazione originaria, in quanto sovrasta il fiume Treste, che anticamente lambiva diversi mulini ad acqua, ed è prossima all’antico santuario di San Michele di Liscia. La sua struttura complessa e polimorfa lo rende un’affascinante testimonianza del lungo percorso storico che ha caratterizzato l’evoluzione del territorio attraverso dominazioni straniere, guerre e dinastie signorili, rappresentando con straordinaria fedeltà i mutamenti che hanno segnato l’area chietina e la sua popolazione negli ultimi mille anni. Si presuppone che la costruzione originaria fosse una torre d’avvistamento cilindrica edificata a ridosso dell’anno Mille, successivamente stratificata con nuovi elementi che hanno portato nei secoli alla definizione di un vero e proprio borgo fortificato. La torre primitiva fu circondata da un torrione dodecagonale composto da una scarpa poligonale nella fascia inferiore e un nucleo cilindrico centrale, sormontato da archetti pensili e merli guelfi. Il primo castello, secondo la tradizione popolare, fu  costruito nel 1095 da Pandulfo Di Sangro dei Conti di Monteodorisio, la stessa tradizione popolare ricorda che furono costruiti contemporaneamente da tre fratelli della famiglia Di Sangro tre castelli: quello di Monteodorisio, quello di Furci e quello di Palmoli all’estremità della contea. I tre castelli erano allineati e comunicavano fra loro di giorno con pali e colonne di fumo, di notte con fuochi. L’attuale castello ha conosciuto almeno tre fasi di costruzione e di ampliamento: la prima nel periodo Svevo-angioino con la costruzione della torre cilindrica centrale, i merli guelfi con la cosiddetta scarpa dodecagonale e il passetto che metteva in comunicazione la torre con l’appartamento del signore; la seconda fase, nel periodo D’Angiò - Durazzo (intorno al 1400), ha visto la costruzione del palazzo Marchesale, ora sede degli uffici comunali; infine, nella terza fase, nel periodo Borbonico (1772) il Marchese Severino di Gagliati fece costruire la Cappella di San Carlo annessa al castello. Il maniero, con pianta ad L irregolare, fu dotato di un giardino interno provvisto di casematte, piccoli locali chiusi all’interno e circondati da protezioni a prova di bomba, utilizzati per la difesa della struttura. I principali materiali usati per la costruzione sono la pietra calcarea estratta nella zona, la pietra d’Istria (una pietra calcarea più compatta), e il laterizio (un insieme di mattoni e tegole del tipo coppo). Nel palazzo marchesale sono inoltre visibili elementi architettonici composti di arenaria grigio-verde, rintracciabili soprattutto all’interno della residenza signorile. All'esterno esso mostra evidenti caratteristiche che lo qualificano come abitazione nobiliare; i quattro ingressi lunettati affacciati sul cortile e i numerosi altri ingressi, ora carenati, alcuni in pietra scolpita, altri impreziositi da modanature, che si snodano lungo il suo perimetro, rivelano una pluralità di stili e soluzioni riferibili ad un arco di tempo che va dal XV al XIX secolo. Di particolare interesse è il portale della cappella di S. Carlo, di gusto tardo rococò, incorniciato da lesene scanalate con capitelli a fogliame e sormontato da un timpano mistilineo con massicce volute laterali. Gli interni dell'intero complesso fortificato sono quasi privi di elementi decorativi ad eccezione della cappella che conserva aggraziate modanature in stucco sui soffitti, capitelli a caulicoli sui semipilastri, diverse statue di soggetto religioso e piccole sculture in bronzo. Fino alla seconda metà del XX secolo era visibile un’ulteriore torre medioevale con muri verticali, privi di scarpa, detta da alcuni il “Torrione”. L’area residenziale signorile ospita attualmente gli uffici del Municipio, mentre la Torre poligonale è sede del Museo Civico della Tradizione Contadina dal 1978. L’esposizione permanente accoglie attrezzi e utensili agricoli, abiti tradizionali e importanti reperti archeologici rinvenuti nella zona. Da alcuni anni inoltre è presente inoltre una sezione Etnografica. 
 
 

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