domenica 15 giugno 2014

Il castello di domenica 15 giugno




MANOCALZATI (AV) – Castello longobardo in frazione San Barbato

Le origini di San Barbato sono riconducibili al VII-VIII secolo. Due elementi fanno ritenere che ciò sia possibile: innanzitutto il nome, San Barbato fu vescovo di Benevento nella prima metà del VI secolo, la sua santità è soprattutto legata alla conversione del popolo longobardo che a quel tempo dominava il territorio di Benevento; il secondo elemento per l'appunto sono i Longobardi le cui tracce sono visibili proprio nella tipologia costruttiva del castello e per la presenza nel maniero di una cappella dedicata all'Arcangelo Michele, fortemente venerato presso la popolazione longobarda. Il documento più antico è del 1146, su pergamena custodita presso la biblioteca abbaziale di Montevergine, in cui si dà notizia di un incontro nel castello di Serra - alla presenza di altri signori dei paesi circostanti, giudice e testimoni - tra il signore di questo, tale Piero, e il signore di San Barbato Malfrido per redimere una questione riguardante il possesso di alcune terre poste al confine dei due territori. In un altro documento del 1157 si legge del testamento voluto da Doferio signore del castello che sentendosi prossimo alla morte intende restituire il maltorto ai familiari e ai sudditi per redimersi delle sue nefandezze. Nel 1352 il castello venne attaccato dalle truppe del barone di Candida Filippo Filangieri che oltre ad uccidere cinque uomini incendiò una parte del paese. I Filangieri rimasero feudatari del paese fino al 1528. Dopo tale anno il feudo passò, senza più lotte, per via ereditaria, dagli Albertino fino ai Gattola, ultimi intestatari alla soppressione dei privilegi feudali nel 1806. Fu podere dei baroni Patroni Griffi nel 1867. In seguito al terremoto che colpì l’Irpinia nel 1980, il castello fu interamente restaurato per opera del Comune di Manocalzati con il patrocinio del Ministero per i Beni e le Attività Culturali. La struttura si erge imponente su un piccolo colle, a circa 450 metri di altitudine, che domina la frazione di San Barbato. Si presenta oggi con le chiare fattezze di una fortezza aragonese del Quattrocento, pur conservando alcuni tratti tipici del periodo longobardo. Si articola in un semplice e basso edificio quadrangolare, con torri angolari poste ai vertici del corpo di fabbrica centrale, che racchiude il cortile interno, con scala aperta nello spazio della corte. Il castello presenta però una particolarità rispetto ad altre strutture analoghe: le due torri sul lato meridionale sono di forma circolare e scarpata, mentre le altre due, poste sul lato settentrionale, hanno una forma planimetrica a punta. Una splendida scala monumentale conduce all’entrata, un portale ad arco a tutto sesto. Dal portale d'ingresso si accede alla corte centrale, sulla quale si affacciano tutti gli ambienti del piano terreno coperti da grandi volte a botte. Dal 2009 il castello di San Barbato è stato riaperto al pubblico e viene utilizzato per eventi culturali a fruizione della cittadinanza. Numerose le professionalità che sono state impegnate nel recupero dell’edificio: il coordinamento della progettazione architettonica e la direzione dei lavori sono stati affidati a Maria Rosaria D'Ambrosi, direttore operativo Sabato Esposito, per la consulenza storico-archeologica sono stati impegnati Sergio Marino e Paola Valitutti, consulente impianti termici-idrici-antincendio Pasquale Santonicola, consulente impianti elettrici Antonello Di Domenico, consulente strutture Domenico Corvino. L'impresa che ha eseguito i lavori è la Romano Costruzioni S.r.l., direttore di cantiere per l'impresa Enzo Gagliano. "Il recupero - spiega l'architetto D'Ambrosi - è stato piuttosto complesso soprattutto perché la struttura si presentava fortemente compromessa dai diversi interventi succedutisi a partire dagli anni '80. Pertanto, il riuso del castello di S. Barbato ha avuto tra gli obiettivi principali il recupero degli spazi interni e delle grandi sale, rispettando sia l'istanza storica che quella estetica, ossia contemperando l'esigenza di conservare la tipologia fortificata con la possibilità di adattare gli ambienti ad una fruizione contemporanea". Il castello – recuperato con un impiego di circa due milioni e 900mila euro – conta oggi 780 mq di superfici coperte e 458 mq di superfici scoperte e locali tecnici. L'ingresso con la bellissima scala monumentale, sala per la preparazione catering, sala degustazione, enoteca, infopoint, uffici, una terrazza belvedere sull'antico camminamento del castello, sale per mostre ed esposizioni di prodotti tipici dell'enogastronomia locali, sala convegni con circa cento posti a sedere e numerosi altri ambienti per una struttura polifunzionale e attrezzata, accessibile anche ai diversamente abili attraverso l'ascensore posizionata nella zona est del Castello. Varie foto del maniero si possono trovare qui: http://www.irpinia.info/sito/towns/manocalzati/sbarbatocastle.htm


Foto: di Vittorio Salatiello su http://www.panoramio.com/ e di gianniB su http://rete.comuni-italiani.it


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