venerdì 21 marzo 2014

Il castello di venerdì 21 marzo






BUTI (PI) - Villa Medicea

Il paese di Buti è un antico borgo ai piedi dei Monti Pisani. Il centro storico racchiude diverse chiese interessanti ed è protetto dalla possente fortificazione medievale di Castel Tonini. In alto si staglia la pregiata Villa Medicea. La Villa si erge nella parte più antica del paese, in via Marianini, e fu costruita per volontà dei Medici nel XVI secolo sopra le rovine di una fortezza dell'XI secolo. Sotto le mura di cinta si può ancora oggi ammirare l' antica fortificazione medievale. Inizialmente la Villa Medicea era costituita da una torre e da un’abitazione di capitani fiorentini. Successivamente nel XVI secolo XVII venne ampliata dall’amministratore della fattoria medicea di Cascine, Pier Maria di Domenico Petracchi. Quest'ultimo, che abitava già in castello, comprò una casa contigua alla sua da Bastiano di Lattanzio di Bastiano del Rosso. Il Petracchi doveva avere una grande disponibilità economica visto i numerosi possedimenti terrieri di cui divenne proprietario. La dimora prese il nome di “Palazzo Petracchi” (anche lo stemma che sovrasta il portone d'ingresso, rimanda a questa casata fiorentina). Purtroppo a causa di una disgrazia che colpì questa famiglia, la villa venne abbandonata e dopo poco data in affitto dalla fattoria, a Giovanni Mattia Berti. Solamente nel 1706 il Berti riuscì ad acquistarla e da questo momento divenne il ”Palazzo dei Berti”. Infine nel 1767 un figlio della famiglia Berti vendette questo palazzo a Santi Banti, a cui va il merito di aver fatto affrescare l'intero palazzo al pittore fiorentino Pietro Giarrè. In quel momento alla villa venne affidato il compito di rappresentare il prestigio economico e sociale del nuovo proprietario, divenendo così “Villa Delizia”. Dopo Santi Banti seguirono nell'acquisto della villa la famiglia Danielli e la famiglia Spigai (attuali proprietari). Come tipico della villa settecentesca, anche quella di Buti era al centro di un borgo, che comprendeva la villa, la chiesa, le scuderie, il giardino e un orto con frutti, sommando la duplice funzione di residenza e controllo della produzione agricola. Con una ristrutturazione nel XVIII secolo venne rinnovato l'intero complesso architettonico, facendole assumere la tipologia del palazzo cittadino inserito urbanisticamente a morfologicamente nel contesto urbano. L'intero complesso elevato al ruolo di “Villa Delizia” non doveva più rispondere soltanto a funzioni utilitaristiche ma anche ad una positiva e produttiva fruizione dell'otium. La villa è articolata su quattro piani: cantine, piano terra, primo piano, soffitte. La soffitta è realizzata con tre arcate. Il prospetto della facciata esterna ha un impianto asimmetrico sviluppato sull'asse del portone ad arco a tutto tondo con stemma al centro, introdotto da una scalinata e sormontato da un piccolo terrazzo, con un gusto tipicamente fiorentino; è divisa con una sequenza verticale di tre ordini di finestre inginocchiate in pietra serena, sormontate da un timpano al piano terra, semplicemente definite da una cornice al primo piano e da aperture delle soffitte alla sommità. La struttura posteriore dell'edificio, in posizione dominante del borgo, si sviluppa su un terreno terrazzato che va verso il Rio dei Ceci. Domina la valle il fronte nord, leggermente concavo, connotato da una ricerca di simmetria nella disposizione verticale delle aperture ad arco ribassato delle soffitte, delle finestre e dei terrazzini dei piani sottostanti. Questa parte della villa poggia sulla superficie del secondo ripiano terrazzato del giardino; un passaggio voltato conicamente permette l'accesso ad un piccolo e grazioso cortile sul quale si affaccia il prospetto est. Nel prospetto ovest si apre un ampio giardino, abbellito da fontane, statue ed aiuole. Oggi la villa viene affittata per cerimonie, convegnied eventi vari. È tutelata dalle "Belle Arti", fa parte dell'Associazione Dimore Storiche Italiane, ed è visitabile su appuntamento. Il disegno degli interni è ancora legato a un disegno unitario, cinque-seicentesco, caratterizzato dalla semplicità della struttura e dalla assenza di connotazioni sofisticate. Nel piano terra e nel piano nobile si trova un ciclo di raffinati affreschi settecenteschi di Pietro Giarrè, artista fiorentino attivo anche alla Certosa di Calci, che tra l'agosto del 1774 e il settembre dell'anno successivo si trasferì a Buti con la moglie Caterina per decorare la dimora di Santi Banti. Il pittore creò uina decoprazione che si integrava con gli arredi e l'architettura, secondo i canoni stilistici della moda in voga all'epoca. Tutto viene svolto al fine di un gioco di rimandi basato sul tema dell'illusione, con sottili effetti scenografici, come l'uso della prospettiva ad angolo oppure i trompe l'oeil. Altro elemento decorativo frequente sono le vistose nature morte di fiori ed elementi naturalistici che spuntano da dietro le architetture e sulle sovrapporte. Proprio nella Villa Medicea Giarré operò un forte e deciso rinnovamento della sua pittura in senso classicista, un processo che lui attua tramite uno spiccato interesse per la poetica araldica, concepita come recupero archeologico e naturalistico di un mondo ideale. Lo spazio ideale verso cui tende la sua pittura include non solo gli interni, ma anche gli spazi esterni come il giardino, da sempre per la poetica arcadica, luogo di evasione per eccellenza. Al giardino infatti si collega con decorazioni illusive dipinte nei corridoi che affacciano sul retro della villa. Le cantine si sviluppano in tre ambienti: uno trapezoidale a volta a crociera, due rettangolari con volta a botte. Sono dislocate su più livelli e con pareti in pietre e mattoni a vista. Nella prima cantina con volta a botte esiste una grotta naturale (oggi non più accessibile), ma documentata già nel 1619. Essa costituiva un passaggio segreto legato alla scomparsa di importanti cittadini verso la città di Pisa. Qui è tuttora visibile la preesistente armatura fortificata medioevale sulla quale poggia la struttura muraria cinquecentesca. Su una delle pareti dell'ultima cantina si vede un affresco di una Madonna con Bambino. Alle cantine si accede da tre entrate: una interna che si collega tramite delle scale al prima primo e due che danno direttamente sul giardino. La villa ha un sito web dedicato che è il seguente: http://www.villamedicea.it
Fonti: http://www.bellezzedellatoscana.it/Fotografie/Toscana/Buti_(PI)/1.htm, http://it.wikipedia.org/wiki/Villa_medicea_di_Buti (che consiglio di cliccare per leggere il testo nella sua integrità), http://www.residenzedepocaditoscana.com
Foto: su http://mondimedievali.net/ e di Superniky86 su http://it.wikipedia.org

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