lunedì 17 febbraio 2014

Il castello di martedì 18 febbraio







CASTELBOTTACCIO (CB) – Palazzo Baronale dei Cardone

Castelbottaccio sorge sulla riva sinistra del Biferno; viene a trovarsi in un territorio molto vario per la vegetazione presente e per la sua morfologia. È possibile godere di bellissimi panorami, dai Monti del Matese sino, addirittura, alla costa. Il vecchio nucleo urbano è di origine medioevale e conserva quasi intatto il caratteristico ambiente planimetrico originario. Non si hanno notizie attendibili che possano far chiarezza sull'etimologia del nome, tuttavia in un documento del 1148 appare la denominazione "Calcabuttaccio" e in documento del 1767 appare per la prima volta il nome attuale. È certo che, per lungo tempo, fece parte della Contea del Molise e che, poi, durante il regno di Roberto D'Angiò fu sotto il dominio della famiglia Sangro; a questa, poi, si successero diverse famiglie che esercitarono il loro potere sino all'eversione della feudalità. Un personaggio noto nella vita di Castelbottaccio è Donna Olimpia Frangipane, giovane moglie dell anziano barone di Castelbottaccio don Francesco Cardone. Donna attraentissima e molto colta aprì la sua casa agli intellettuali della zona promuovendo con matura responsabilità un circolo giacobino, un centro clandestino dove si tenevano animate conversazioni sulla democrazia, sulla libertà, in avversione all’opprimente governo borbonico. Fra i giovani intellettuali che frequentarono il circolo spiccano i nomi di Marcello Pepe e Vincenzo Cuoco, che nell'opera "Platone in Italia" ne tramanda la memoria adombrando se stesso in Cleobulo e donna Olimpia in Mnesilia. Nel centro abitato vi è il Palazzo baronale dei Cardone, a testimonianza del passato. La struttura risale all’epoca normanna, allorchè si consolidò l’incastellamento delle alture, con terre murate, cinte di torri, col castello del feudatario, la chiesa madre, le case della gente. Una facciata del palazzo baronale dà su via Vittorio Emanuele, con una caratteristica scalinata in pietra, che conduce all’ingresso principale, sormontato da un portale lavorato in pietra, che reca un pregevole fregio. All’inizio della scalinata vi erano due bellissimi molossi in pietra (“corsi”), venduti a famiglie del posto, che li custodiscono ancora nelle proprie case. Al piano terra vi sono i locali una volta utilizzati dalla servitù. Sul lato opposto vi era un’entrata segreta, che conduceva alle prigioni, e all’occorrenza serviva come scappatoia in caso di attacchi. Intorno al palazzo vi era un giardino circondato da mura, fossato per le acque e ponte levatoio. Oggi l’edificio è in parte diruto e in parte adibito ad abitazioni private. Link consigliato: http://www.donnaolimpia.org/attachments/256_inserto_frangipane.pdf
Foto: di mario-quici su http://www.panoramio.com la prima, le altre due da http://www.mondimedievali.net

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