sabato 25 gennaio 2014

Il castello di sabato 25 gennaio






ALA’ DEI SARDI (OT) – Castello Corda-Colonna

In periodo medievale il territorio di Alà faceva parte del giudicato di Torres, nella Curatoria di Lerron, paese che ormai non esiste più. Poi, con l'espansione sotto Mariano II del giudicato d'Arborea, nel 1272 entrò a far parte di questo giudicato, e vi rimase fino alla pace tra Mariano III d'Arborea e gli Aragona. Dopo la conquista definitiva della Sardegna da parte degli Aragonesi, nel 1420, Alà fece parte della Contea di Olivà appartenente a feudatari Spagnoli, i duchi di Gandia, fino alla fine della dominazione spagnola. Alà sorse nel periodo della dominazione spagnola, attorno al XVII secolo, grazie alla costruzione nel 1619 della chiesa di Santa Maria, che costituiva il punto di incontro delle famiglie di pastori che abitavano sull'altopiano. Era un centro di modeste proporzioni, considerando che nel 1688 si contavano ad Alà solo 188 abitanti. Sotto la dominazione dei Savoia, nel 1823 passò per questo centro, che nel frattempo era cresciuto, Alberto La Marmora, più correttamente Alberto Ferrero conte della Marmora o conte de La Marmora, che era stato confinato in Sardegna ed era diretto a Nuoro. Egli portava con sé l'ordine del re di ricevere cavalli freschi per proseguire il viaggio verso la Barbagia, ma il sindaco di Alà si rifiutò, annunciando una protesta presso il governo di Madrid, dato che credeva di essere ancora sotto la dominazione spagnola, finita invece da più di un secolo e mezzo. Alberto La Marmora dovette dormire all'addiaccio, in un angolo vicino alla via che oggi porta il suo nome. Il centro storico di Alà risale al 1600. È composto da palazzotti in granito, dalla forma allungata, con infissi e poggioli in ferro battuto. La costruzione più importante è il ''castello Corda-Colonna'', edificato nella seconda metà dell'Ottocento e residenza di una famiglia molto influente e importante per la storia della comunità. È stato restaurato di recente, e in una parete esterna è stato dipinto un murales che ricorda l'ultima bardana, quella del 1870, ossia il tipico reato di brigantaggio commesso da quaranta banditi, che erano scesi in paese ed avevano saccheggiato il suo unico negozio. L’edificio è stato acquistato dal comune, che vi ha realizzato un centro culturale.
Fonti: http://www.comune.aladeisardi.ot.it/cultura/cultura.asp?id=39&ln=IT, http://www.lamiasardegna.it, http://www.aladeisardi.altervista.org

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