martedì 17 dicembre 2013

Il castello di martedì 17 dicembre






SAN GIULIANO DEL SANNIO (CB) – Palazzo Marchesale

Sul territorio sono venuti alla luce reperti di epoca preromana. L'attuale abitato ha preso probabilmente il nome da una chiesa preesistente, dedicata a San Giuliano martire; “del Sannio” è stato aggiunto nel 1863. Durante la dominazione longobarda, normanna e sveva, fece parte del Gastaldato di Bojano e successivamente della Contea di Molise. All'inizio del periodo angioino divenne feudo di Amerigo di Sus e rimase ai discendenti di questi fino al 1300 ca; nel 1306 era di Guidone di Molino al quale succedettero quattro titolari dei quali ricordiamo Raimondo di Cabano e sua moglie Filippa. Successivi feudatari furono i Sanframondo, i di Capua, i Carafa, i Longo, e i Severino. Il Palazzo Marchesale, che fu in origine il castello urbano e che ora è la sede del Municipio, è stato più volte trasformato perdendo così quasi tutti i caratteri originari, tuttavia si sono miracolosamente conservati gli stipiti di alcuni portali interni e soprattutto un architrave su cui è il rilievo di uno scudo lapideo a testa di cavallo, con fettucce laterali, che contiene le insegne della famiglia di Capua: Di oro alla banda di argento gemellata di nero. Nessuna data aiuta a capire a quale esponente dei di Capua possa essere ricondotta la realizzazione di questo portale, ma i caratteri stilistici molto particolari possono farci restringere il campo a coloro che dominarono S. Giuliano tra gli inizi del XV secolo e gli inizi di quello successivo. I di Capua ottennero il paese la prima volta nel 1397 quando Ladislao di Durazzo lo concesse al fedele Andrea che era stato destinato a sposare nel 1392 la sua moglie Costanza ripudiata. Morto nel 1421 gli successe il figlio Luigi deceduto nel 1443, qualche anno dopo aver sposato Altobella dei Pandone di Venafro. Il feudo poi passò a Francesco che lo aveva retto per un paio di anni per conto del fratello Andrea morto giovanissimo. Dal 1488, sepolto Francesco nella chiesa delle Grazie a Riccia, S. Giuliano passò prima al figlio Luigi e poi all’altro figlio Bartolomeo nel 1496. Un altro stemma è conservato nella corte del medesimo palazzo, al piano terra. Giambattista Masciotta senza citare la fonte, scrive: “Nel 1608 il feudo era posseduto da Francesco Carafa (del quondam Girolamo), il quale con istromento 5 aprile lo vendè ad Aniello Longo. La famiglia Longo, nuova titolare di S. Giuliano, era di ceppo differente dai Longo marchesi di Vinchiaturo, giacchè non prima dello scorcio secolo XVI era riuscita a farsi ammettere nel patriziato di Cosenza, dopo aver comprovato essere discendenza dei Longo cosentini. Aveva perciò arma diversa da quella dei marchesi di Vinchiaturo, consistente in fascia di azzurro caricata di tre gigli di oro in campo di argento.” Dice bene il Masciotta, perché lo stemma dei Severino-Longo, pur conservando i tre gigli che attestano un’antica ascendenza filo-angioina, è: Troncato: rosso nel terzo superiore con tre gigli di Francia di oro, nei due terzi inferiori compartito di onde di oro e di azzurro. Lo stemma di S. Giuliano del Sannio è piuttosto tardo e non è da escludere che Camillo, l’ultimo dei Severino-Longo, avendo sposato alla fine del XVIII secolo Chiara Caracciolo di Forino, abbia voluto lasciare traccia di questa unione mettendo nello scudo da un parte le proprie insegne e dall’altra quelle dei Caracciolo Di oro al leone rampante di azzurro con la coda rivolta nel di dentro, linguato di rosso. C'è da aggiungere che lo scudo, che ha ormai i caratteri dei blasoni borghesi, è limitato da due sirene speculari con le code in forma di volute a scaglie.

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