venerdì 24 maggio 2013

Il castello di venerdì 24 maggio





LISCIANO NICCONE (PG) – Castello di Reschio

E' ubicato al confine regionale, nel comune di Lisciano Niccone, a nord delimitato dal torrente Niccone, ad est lo bagna il fiume Marte che sfocia nel Niccone. Il castello è cinto da alte mura, all'interno delle quali si trovano il palazzo signorile e le torri. Sotto la torre principale sono visibili ancora le carceri e la chiesa parrocchiale dedicata a San Michele Arcangelo. Il castello ha una sola grande porta d'ingresso. Fu costruito prima dell'anno 1000 ed appartenne nel 1200 ai marchesi del Monte. In epoca medievale fu oggetto di contesa tra i signori di Perugia, Firenze e Città di Castello per via della sua posizione strategica. Si ha notizia, infatti, che nel 1202 Uguccione e Guido, figli del marchese Raniero, concessero e sottomisero a Perugia, tra le altre, la zona di Reschio. Il Rossi ci dice che "nel 1313 questo castello fece lega con i comuni di Preggio, Tisciano e Lisciano per investire il castello Fiume nel vicino Piano di Marte e l'atterrarono, ma ciò assai dispiacque alla città di Perugia che furono costretti a rifarlo". Si legge pure che nel 1384 ne era padrone il Montemelini, e che nel 1500 vi viveva Francesco Montemelini. Sembra però che nel 1455 gli sia stato tolto da Mariotto da Montone, ma che Perugia abbia inviato soldati e lo abbia riconquistato. Con la morte di detto Mariotto fu ripreso dai Montemelini, ma per due anni solamente, perché fu preso da Braccio Fortebraccio di Montone. Chi riuscì a toglierlo a Fortebraccio è ignoto; è certo però, che vi furono riammessi i Montemelini, perché, come sopra si è scritto, nel 1500 ne erano i signori. Da una iscrizione sopra la gran porta risulta che questo castello nel 1601 era di proprietà della famiglia Cesi Romana, perché dal vescovo di Todi Angelo Cesi fu donato al pronipote Chiappino, ma non si sa se la donazione sia stata contemporanea alla compera o se la compera sia stata fatta antecedentemente. L'iscrizione è la seguente: "ANGELUS CAESIS ROMANUS EPISCOPUS-CASTRUM HOC RESCHII AERE SUO EMPTUM-COMITI CHIAPPINI FEDERICI CAESI F.-EIUSQUE PRONEPOTI DONAVIT.-ANNO SALUTIS 1601". In seguito passò ai Marchesi Bichi Ruspoli di Siena che nel 1880 circa, morto l'ultimo di loro senza discendenti, nominarono loro erede il marchese Forteguerri di Siena. Attualmente è di proprietà dei Conti Bolza, che ne hanno curato il restauro e la ristrutturazione. Sparse nella proprietà intorno al Castello, ci sono 50 case coloniche, antiche come il paesaggio che le circonda. Venti di queste sono state restaurate per una clientela internazionale in cerca di una casa privata da comprare o da affittare come stanza di un prestigioso boutique luxury hotel immersa nella vegetazione. Vi è un sito web per chi volesse saperne di più, ma è in inglese...

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