sabato 27 aprile 2013

Il castello di sabato 27 aprile






AMEGLIA (SP) – Castello

È arroccato, come il borgo, su un enorme agglomerato di rocce di quarzo che ne conferiscono grande stabilità e solidità. Le prime notizie certe risalgono al 963, come descritto in un diploma di Ottone I, in cui si parla del "Castrum Ameliae" come possesso dei Vescovi e Conti di Luni che scelsero il luogo come residenza episcopale, fortificandone e rinforzandone le mura del borgo. Il feudo nel 1141 fu acquistato in parte da Genova che lo mantenne fino al 1252 quando fu ceduto a Nicolò Fieschi, conte di Lavagna. La costruzione del castello risale al 1174 (insieme a quella dell’attigua torre), quando gli abitanti di Pietracoperta trovarono qui rifugio a seguito della distruzione del loro paese ad opera dei Genovesi per contrastare il forte dominio dei Malaspina. Occupato per un breve periodo da Oberto Doria e Oberto Spinola, dal 1284 il maniero tornò nelle mani dei vescovi di Luni. Nel 1321 il borgo fu conquistato da Castruccio Castracani, famoso condottiero italiano molto abile nell'uso delle armi, proveniente dalla famiglia ghibellina degli Antelminelli di Lucca. Alla sua morte, nel 1328, la cittadella medievale e il castello passarono sotto l’influenza di diversi signori e famiglie locali, tra cui si possono ricordare: i Doria, i Visconti, gli Sforza e i Campofregoso. Nel secolo successivo fu oggetto di numerosi passaggi di proprietà fino alla definitiva cessione, secondo alcune fonti a partire dal 1562, al Banco di San Giorgio della Repubblica di Genova. Le caratteristiche costruttive generali del maniero rimandano a una preesistente struttura romana. Del nucleo originario, costituito dal palazzo del signore, sono ancora visibili notevoli resti, tra cui un vasto cortile e uno spiazzo denominato “fosso”. Attorno alla struttura di forma rettangolare si sviluppa una triplice cerchia di mura, con merlatura guelfa. Le mura, ancora intatte, sono dotate di merlature, beccatelli e di parte di un camminamento che portava alla torre (molto angusto, circa 80 cm., probabilmente reso più agibile all'epoca da impalcature lignee). All’interno si possono apprezzare affreschi ottocenteschi realizzati dal pittore "dal lungo mantello". La torre, che  ricorda quelle dei castelli di Ortonovo e Montemarcello, è di forma cilindrica, elemento che potrebbe indicare un’ascendenza romano-bizantina. Un tempo era probabilmente divisa in piani e nella parte inferiore ospitava le prigioni. Il castello di Ameglia costituiva la dimora periodica di un feudatario, il vescovo-conte, che vi risiedeva, più o meno saltuariamente, amministrando la giustizia, promulgando leggi e imponendo tasse, organizzando feste, cacce, banchetti, forse anche piccole giostre di cavalieri o spettacoli. Nel borgo circostante si esercitavano i vari mestieri, e nelle campagne vivevano i servi della gleba, vincolati alla terra in cui nascevano. In caso di pericolo, tutti gli abitanti della contea-feudo dovevano rifugiarsi dentro le mura per difendersi e per provvedere alle necessità del castello, difeso da una guarnigione di villani più che da una vera milizia. L'edificio è stato sede del Comune fino al 31 marzo del 2008, quando gli uffici sono stati trasferiti nel nuovo palazzo municipale nella zona moderna di Ameglia.

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