lunedì 11 marzo 2013

Il castello di lunedì 11 marzo





MURIALDO (SV) – Castello Del Carretto

Costruito dalla famiglia Del Carretto in località Costa nel Medioevo, sul poggio che domina questa parte della Valle e la strada che da Calizzano conduce a Millesimo, capitale dei possedimenti montani carretteschi, si presenta ad oggi in stato di rudere e con parte dell'antica cinta muraria. Questo castello è raramente citato in documenti anteriori al sec. XV. La sua struttura ricorda quella del castello di Cosseria: un corpo centrale costruito sulla sommità del colle e una cinta muraria con torri e porte che discende lungo le pendici, conformazione tipica dei castelli "ricetto", strutture difensive dove la popolazione poteva rifugiarsi in caso di pericolo. Nei pressi del castello su un'altura sorge isolata la chiesetta di Santa Maria Maddalena, antica parrocchia del borgo un tempo racchiusa all'interno della cinta muraria del castello. Dal progressivo processo di diroccamento si sono conservati alcuni elementi di notevole interesse come il portale di ingresso con stemma nobiliare, la base della torre di avvistamento centrale, la cisterna e l'abitazione del feudatario. Dall'analisi dell'impianto planimetrico, si possono rilevare almeno tre fasi di costruzione, se si escludono piccoli interventi in laterizio nella sommità e all'interno della torre del mastio: una prima fase di costruzione alla quale appartiene la torre a base quadrata spessa 1,6 metri, con uno spazio interno circa 2 x 2 metri, e un primitivo ricetto, che in parte potrebbe essere rimasto inglobato nelle successive modifiche, la cui data di costruzione si può far risalire al periodo delle incursioni saracene intono al X secolo. Elemento assai caratteristico è un muro fortemente scarpato, che misura 2,5 metri alla base e 0,8 metri in sommità; al suo interno è ricavato un vano, dotato di finestre nate in diversi periodi: superiormente sono le feritoie strombate solo nelle spalle, adatte all'utilizzo di balestre o altre armi simili. Inferiormente sono state praticate delle "bombardiere", più adatte per armi funzionanti con polvere da sparo. Appartenenti a periodi successivi devono essere la cisterna, con le sovrastanti abitazioni, e la casatorre. La cisterna è fuoriterra, voltata a botte con l'ausilio di conci ben squadrati e lavorati; notevoli le tracce di malta, che dovevano garantire la tenuta dalle infiltrazioni. L'afflusso di acqua alla cisterna era garantito da un condotto in spessore di muro, ancora parzialmente visibile, che provvedeva a raccogliere le acque piovane e a convogliarle nell'apposito locale. Sopra la cisterna dovevano essere distribuiti i vari locali per l'abitazione, per il deposito degli alimenti o altro. L'accesso a questa zona era consentito da un portale con architrave oggi scomparso. Rimane ancora una mensola che sorregge un blocco, entrambi in pietra; su quest'ultimo è scolpito uno stemma; uno scudo diviso da fasce in bassorilievo che attesta l'appartenenza ai marchesi di Ceva. La presenza di tre fori quadrati sovrapposti alla base dell'apertura delle porte, lascia intendere la presenza di qualche marchingegno per la chiusura della porta. Non mancano sporadici motivi decorativi come sopra la porta dello stemma: mensolini in pietra che sorreggono un aggetto della muratura sovrastante. La casa torre, collocata sempre nel recinto del castello, misura 7,8 x 7,8 metri alla base. Le sue dimensioni e le rifiniture in laterizio fanno pensare più ad una abitazione che ad un edificio militare. Un primo recinto cinge il mastio e, come detto sopra, anche la chiesetta di Santa Maria Maddalena; tra l'uno e l'altra solo un fossato, che doveva essere superato con l'ausilio di un ponte levatoio. Un secondo recinto di notevoli dimensioni si aggancia al primo; non siamo in presenza di recinti concentrici. Sono due le porte di accesso che si aprono sul secondo recinto; una di queste è dotata di apertura ad arco in pietra arenaria, mutila della chiave di volta. Le feritoie costruite in questo ricetto sono a spalle sgurciate. La porta d'ingresso e la torre di avvistamento posizionate lungo la cinta difensiva sono impreziosite da archi in grossi conci di pietra del Finale squadrata. Nel 1434, in una convenzione tra popolo e feudatario, scaturì l'obbligo per la gente di Murialdo della manutenzione, riparazione, costruzione del castello. La sua distruzione, invece, dovrebbe collocarsi attorno al 1553, contemporaneamente a quella del castello di Cosseria, compiuta su ordine di Gerolamo Sacco, governatore di Ceva. Purtroppo in rete non ho trovato foto migliori di queste sul castello di oggi....se qualcuno ne avesse da condividere con me sono ben accette !!

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