sabato 23 marzo 2013

Il castello di domenica 24 marzo






TORRI IN SABINA (RI) – Castello di Rocchettine (anche dei Savelli)

Nel cuore della Sabina si trovano le fortezze gemelle di Rocchette e Rocchettine, nei pressi dei comuni di Montebuono, Vacone e Torri in Sabina, a pochi chilometri dal confine con l'Umbria. Le fortezze sovrastano la gola del fiume Laia, affluente del Torrente Imelle che, a sua volta, confluisce nel Tevere. Non si hanno notizie precise sui fondatori di queste due rocche e sulle famiglie alle quali appartennero prima di passare alla giurisdizione del comune di Torri in Sabina. Anticamente erano chiamate Rocca Guidonesca (Rocchettine, forse legata alla consorteria dei Guidoneschi che edificò vari castelli nella zona) e Rocca Bertalda (Rocchette) ed il loro scopo era quello di sorvegliare e difendere l'arteria di comunicazione tra Rieti e la valle del Tevere. Da nord vi si giungeva dal Passo di Fontecerro e il paese di Cottanello, mentre da sud i traffici provenivano da Montebuono e Magliano. Le due rocche furono, inizialmente, possedimenti del vescovo della Sabina per poi passare sotto il dominio diretto della Chiesa. Alla fine del XIV secolo furono occupate dalla famiglia Savelli che le tenne per un lungo periodo di tempo. Agli inizi del '500, unitamente ad altre torri, erano feudo degli Orsini che le tennero fin quando non si estinse il casato. Nel 1728, quindi, passarono alla Camera Apostolica. All'epoca Rocchettine era già abbandonata. Con il tempo Rocchette finì per decadere da centro fortificato a centro rurale, pur conservando il tessuto originario con i muraglioni che cadevano a strapiombo sulla valle sottostante e la via d’accesso principale che entrava nell’abitato tramite una porta d’ingresso. Rocchettine, invece, mantenne pressocché inalterate le fortificazioni originarie pur nell'abbandono totale. Da questo periodo in poi le già scarse notizie sulle vicende di Rocchettine diventano praticamente nulle, come se la fortezza fosse scomparsa dal novero sia storico che geografico. Dobbiamo fare un consistente balzo temporale e giungere all’età moderna per ritrovare documenti che ci informano delle sorti di questo affascinante luogo. Così, nel novembre 1817, a seguito della riorganizzazione della Sabina, il cardinal Consalvi con un decreto assegnò al comune di Torri in Sabina il territorio in cui sorgono Rocchette e Rocchettine. Attorno alle mura di Rocchettine è possibile tuttora individuare i resti di alcune case relative all'abitato che vi sorse dopo la decadenza della fortezza. Una di queste case sembra risalire alla fine del XVII secolo e la buona fattura della costruzione, nonché la presenza di un bel portico al suo ingresso, ha portato gli studiosi a ritenere che fosse abitata da una famiglia abbiente. La fortezza, che si contraddistingue per una struttura che per due lati strapiomba sulla gola del Torrente Leia, presenta una grande torre circolare, sul lato sud, probabilmente edificata durante il periodo di dominazione dei Savelli, ai quali furono dovute anche le modifiche apportate alle mura (mensole, feritoie e beccatelli a scopo difensivo). Nel lato che da verso nord è possibile notare una torre a base quadrata risalente alla prima fase di costruzione del fortilizio. Questa torre si presenta inglobata alla successiva cinta muraria ma ci fa ben capire quale fosse la struttura del primitivo “castrum” al tempo della sua fondazione. Della struttura originaria, comunque, ad esclusione della torre quadrata, è rimasto ben poco; risale infatti al periodo dei Savelli anche la porta d’ingresso al borgo (su cui campeggia lo stemma di famiglia) e la costruzione adiacente il muraglione del lato occidentale. Vicino al complesso fortificato si trova la chiesa di San Lorenzo, trasformata completamente in seguito ai lavori di ricostruzione eseguiti nel corso del '700. Escludendo la chiesa, tutto il complesso fortificato è stato edificato ricorrendo a materiali reperiti in loco, come la pietra calcarea, tipica dell’area Sabina e di tutto l’Appennino Centrale.

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