domenica 17 febbraio 2013

Il castello di domenica 17 febbraio





NUS (AO) – Castello di Pilato

Si trova lungo l'antica via Francigena nel borgo di Nus, una delle più remote signorie feudali della Valle d'Aosta. E’ un edificio a pianta rettangolare, con muratura in pietra nuda, del quale restano solamente tre degli spessi muri perimetrali ed alcuni stipiti di finestra in pietra lavorata. Il lato nord è sormontato da due torrette angolari cilindriche pensili. I muri perimetrali sono caratterizzati dalla presenza di ampie luci ad arco ribassato e si innalzano per una altezza di quattro piani, mancando tuttavia della struttura di copertura. Sul prospetto esposto ad ovest si rileva la presenza di una finestra a crociera di pregevole fattura e più tarda rispetto al resto dell'edificio. È da segnalare inoltre come su questa facciata si aprisse una bifora, come testimoniano gli schizzi del D'Andrade e le immagini dell'epoca, come le foto del Nigra; attualmente, questa bifora è stata asportata. Negli interni non sono più visibili le suddivisioni e i tramezzi, distrutti dall'incuria, e ormai le uniche tracce rimaste della vita di un tempo sono i bei sedili in pietra a ridosso delle ampie finestre ed il segno della cappa del grande camino addossato al lato nord. Fu fatto edificare dai Signori di Nus e la data della costruzione è incerta: l'edificio per alcune fonti risale al XIV secolo, mentre secondo altre sarebbe databile intorno al XII – XIII secolo, o ancora alla metà del XII secolo. Il nome "Castello di Pilato" deriva da una leggenda secondo la quale l'ex-procuratore romano Ponzio Pilato avrebbe soggiornato nella casa-forte in mezzo al borgo di Nus nel suo viaggio verso Vienne - in Francia - dopo l'esilio inflittogli dall'imperatore Caligola. In realtà, all'epoca nel borgo sorgeva solo una mansio romana, ma l'appiglio fantasioso per suffragare la leggenda fu dato dal rinvenimento nel 1846, riportato da Edouard Aubert, di alcune monete antiche e medaglie romane tra i ruderi del castello di Pilato. E la leggenda appare verosimile soltanto se si immagina che a Nus potesse già esistere, da quelle parti, una casa, tredici secoli prima, poiché questo castello, appartenuto alla famiglia dei Baroni di Nus, viene citato, per la prima volta, nell'omaggio feudale prestato nel 1337 da Alessandro e Giovanni di Nus. In effetti l'edificio in principio sorgeva isolato proprio all'inizio del paese, mentre ora ne è al centro dal momento che il nucleo abitato si è allargato proprio in direzione est-ovest, giungendo quasi a soffocare la costruzione. In seguito ad un incendio scoppiato verso la fine del XVI secolo i nobili "de Nus", oltreché perdere molti dei loro documenti feudali, dovettero abbandonare questo castello e ripararsi nell'altro (castello di Nus), edificato sulla collina, del quale si è già parlato in questo blog. Il muro meridionale mancante, sul quale si apriva il portone d'ingresso, venne demolito per ampliare la strada tra la fine del XIX e l'inizio del XX secolo, e con esso andarono perdute anche le torrette che dovevano difendere l'accesso e gli angoli; il muro fu in seguito ricostruito, ma venne nuovamente distrutto accidentalmente da un pesante automezzo verso la fine degli anni '60. Il restauro, effettuato in anni recenti, ha portato alla costruzione ex novo di alcuni elementi architettonici scomparsi, in un'ottica di conservazione del sito, come la copertura in vetro e acciaio del tetto e la scala in acciaio celata da una struttura lignea sul lato sud dell'edificio, dove un tempo sorgeva la parete perimetrale oggi mancante. La scala, di libero accesso, permette di arrivare al camminamento di guardia e alle due torrette di guardia cilindriche, ottimamemente conservate. L'interno, liberamente visitabile, è stato corredato da numerosi pannelli informativi sul paese e le bellezze del territorio.

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