sabato 12 gennaio 2013

Il castello di sabato 12 gennaio



COPERTINO (LE) – Castello Svevo-Castriota
(scritto da Mimmo Ciurlia)

Il castello di Copertino, dimora di numerose famiglie nobiliari, rappresenta un esempio importante di architettura militare in Puglia. Si distingue sia per la dimensione monumentale dell'edificio, sia per la tipologia architettonica e dal 1886 è stato dichiarato monumento nazionale. Fu eretto dall’architetto Evangelista Menga per volontà del marchese Alfonso Castriota (già marchese di Atripalda e discendente dei Fieramosca di Capua infeudato in Puglia con l’obiettivo di rafforzare i confini adriatici contro il pericolo ottomano) tra il 1530 ed il 1540, data riportata e visibile ancora oggi sulla cortina orientale del castello. La struttura cinquecentesca inglobò e sostituì l’originale maschio angioino, ampliato nel periodo normanno svevo visibile ancora parzialmente all’interno del cortile. La fortezza ha una forma a stella, caratteristica di molti dei castelli del XVI secolo, anche se il nucleo più antico risalirebbe al XIII-XIV secolo, in epoca normanna; a tale epoca dovrebbe appartenere l'alto torrione quadrangolare. In questo castello ha dimorato Maria d'Enghien, contessa di Lecce e principessa di Taranto, poi moglie di re Ladislao di Durazzo ed ivi vi nacque Isabella Chiaromonte, figlia di Tristano e Caterina Orsini del Balzo, che divenne regina di Napoli. Nel 1556, ai Castriota successero gli Squarciafico e nel Settecento, dopo la vittoria di Lepanto, il castello fu trasformato in residenza, sotto la proprietà di Antonio Pignatelli. Il castello a pianta quadrilatera è caratterizzato ai vertici da quattro poderosi bastioni a lancia. E' circondato da un ampio e profondo fossato scavato nel banco roccioso e da due cordoni marcapiano, inoltre lungo il perimetro si contano novanta feritoie distribuite su tre ordini che conferiscono al complesso una funzione altamente difensiva. Vi si accede da una porta trionfale sormontata da un timpano barocco a volute sovrapposte alla quale segue un ponte in pietra (edificato in seguito per sostituire l’originale ponte levatoio), che ricorda l'Arco Alfonsino di Napoli. L'ingresso è preannunciato dal fastoso portale rinascimentale, attribuito a Francesco Bellotto, fiancheggiato da due colonne che sorreggono un coronamento di forma composita a duplice cornice contenente una serie di rosoni, panoplie, bassorilievi commemorativi e medaglioni in rilievo, con le effigi di illustri personaggi tra i quali Goffredo d'Altavilla, Manfredi d'Hohenstaufen, Gualtiero di Brienne, Carlo d'Angiò , Maria d'Enghien, Ladislao d'Ungheria, Raimondello Orsini del Balzo, Tristano e Cristina Chiaromonte, Isabella d'Aragona, Carlo V d'Asburgo e alcuni tra i Castriota. L'ingresso conduce, attraverso un androne voltato, nel cortile interno che sviluppa gallerie di collegamento ai bastioni e presenta un porticato del Seicento fatto costruire dalla famiglia Pignatelli. A destra, vi è la cappella di San Marco, di piccole dimensioni, a pianta rettangolare e volta a botte, affrescata da Gianserio Strafella, all’interno della quale si trovano i sepolcri di Stefano e Uberto Squarciafico, realizzati da Lupo Antonio Russo nel 1568. Dal cortile una scalinata coperta conduce al piano superiore negli ambienti residenziali cinquecenteschi, residenza dei baroni e comprendente circa venti stanze. A metà rampa si trova la cappella gentilizia di Santa Maria Maddalena, abbellita da affreschi del '400 e rinvenuta durante i lavori di restauro. Nel cortile, inoltre, sono ubicati un pozzo, le scuderie e le gallerie angioine.

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