sabato 1 dicembre 2012

Il castello di sabato 1 dicembre





CASTELFORTE (LT) – Castello di Suio

Il nome Suio è legato al castello, Castrum Suji, sorto per il controllo della foce del Garigliano nel decimo secolo d.C. La fortificazione infatti è posta su una altura, a circa 150 metri s.l.m., a ridosso della sponda settentrionale del fiume da cui si ha una visuale da Monte Orlando (Gaeta) al Monte Massico. Il ruolo del castello, realizzato prima del 1040 (data del primo documento che fa riferimento a Castrum Suji) quando il territorio era di proprietà del conte Ugone di Gaeta, era importante per il controllo delle incursioni dei corsari saraceni e dei loro insediamenti nella valle. Proprio in quell’anno metà del castello venne donato alla potente Abbazia di Montecassino, che in seguito a successive donazioni parziali ne ottenne il completo controllo nel 1078. Nell’ottobre del 1079 l’abate Desiderio concesse agli abitanti di Suio le “Chartae libertatis”, delle Carte di franchigia, come aveva già fatto nel 1061 per Traietto, che includevano una serie di diritti e privilegi molto moderni. Desiderio ampliò anche le fortificazioni, e lo stesso fece l'abate Gerardo (1115 – 1125). Suio entrò nell'orbita normanna nel 1140 insieme a Gaeta. Agli inizi del Duecento nel castello nacque Tommaso da Suio, maestro e notaio alla corte dell’imperatore Federico II di Svevia. Nel XVI secolo sia il castello che il borgo videro un rapido spopolamento, andando così a dipendere, insieme al vicino borgo di Castelforte, alle sorti del ducato di Fondi e di conseguenza della famiglia Caetani. Con la signoria della famiglia Caetani, Castelforte e Suio attraversarono un periodo di relativa pace e di tranquillità anche se nella famiglia stessa si ebbero dissensi sia per lo scisma d’occidente con l’elezione a Fondi nel 1374 dell’antipapa Clemente VII patrocinata e sostenuta da Onorato I e sia per le contrapposizioni dei vari membri della famiglia negli schieramenti dei pretendenti al trono dell’Italia meridionale. Ai Caetani nel 1497 nella contea di Fondi subentrò Prospero Colonna che in seguito alla battaglia del Garigliano ebbe rinnovato il possesso. Vespasiano Colonna successe al padre Prospero nel 1503 e dopo la sua morte il feudo fu ereditato dalla figlia di primo letto Isabella. Nel 1570 ad Isabella subentrò il figlio Vespasiano II nato dalle nozze con Luigi Gonzaga ed a questi la figlia di Vespasiano Isabella che sposò nel 1591 Luigi Carafa, principe di Strigliano, a cui portò in dote la Contea di Fondi e quindi anche Castelforte e Suio. A Luigi Carafa di Stigliano e Isabella Gonzaga che governarono queste terre dal 1591 al 1602, dopo alterne vicende di famiglia successe nel 1624 la nipote Anna Carafa figlia del premorto figlio Antonio. Questa sposò nel 1636 don Filippo Raniero Guazman (viceré di Napoli dal 1637 al 1644) a cui successe il figlio don Nicola Carafa Guzman, principe di Stigliano che governò sino al 1689. Morto senza lasciare figli o altri legittimi necessari, i “suoi feudi furono devoluti alla Regia Corte”. Questa mise in vendita le terre cadute in successione (Castelforte, Suio, ecc.) che nel 1691 furono aggiudicate al Conte don Antonio Carafa della Spina, la cui famiglia ne mantenne il possesso sino al principio del 1800 quando sotto la spinta della rivoluzione francese fu abolita la feudalità. Il castello nella sua forma originaria risalirebbe agli inizi del Duecento. Di pianta quadrata era composto da mura in pietra locale con torri angolari cilindriche con beccatelli e merlature, oggi quasi completamente sparite. Nella parte sud delle mura di cinta c'era una porta, non più esistente, che veniva aperta la mattina e chiusa la sera, per la quale gli abitanti uscivano per accudire ai lavori dei campi e per altre attività. Al centro del castello si ergeva maestosa una torre, simile a quelle di Castelforte e di Ventosa ( frazione del vicino Comune di SS. Cosma e Damiano) che serviva per sorvegliare la piana del Garigliano. Questa torre andò distrutta in parte dal terremoto del settembre 1349 e totalmente nel 1912 dai bombardamenti. Buona parte delle mura perimetrali e del manufatto interno è stato completamente modificato con la costruzione avvenuta nella metà del Novecento di edifici di carattere abitativo che hanno ormai irrimediabilmente danneggiato le antiche strutture. Durante la Seconda Guerra Mondiale, trovandosi sulla Linea Gustav, il castello è rimasto in parte danneggiato. Negli ultimi anni il castello è stato oggetto di lavori di restauro (da ricordare un finanziamento concesso dalla Regione Lazio nel 2006), nel corso dei quali sono stati ritrovati i frammenti di alcuni affreschi di età desideriana di particolare pregio.

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