giovedì 18 ottobre 2012

Il castello di venerdì 19 ottobre






SIRACUSA - Castello del Marchese in frazione Cassibile 

Sorgeva nei pressi della Strada Provinciale Cassibile - Cugni - Stallaini sulla sommità del Cugno Croce. Il luogo, oltre ad essere pressochè inaccessibile per le scoscese pareti rocciose che lo delimitano da tre lati, offriva anche la vista, quindi il controllo, della costa e della fascia subcostiera tra Avola e Cassibile. La presenza del castello in questo posto appare giustificata anche dalla presenza di un abitato trogloditico, presumibilmente di eta normanna, nelle balze sottostanti alia forticazione. Se escludiamo il 1093, anno in cui Cassibile viene ricordata in una bolla di Urbano II e successivamente per l’insediamento dei Borboni in questi territori, le notizie successive che si hanno, riguardano esclusivamente il feudo e i numerosi passaggi di proprietà in seguito a concessioni di Sovrani o a lotte tra grandi famiglie. Nel 1319 il feudo di Cassibile venne concesso a Giacomo d’Arezzo che fece costruire un castello sul punto più alto del feudo chiamato “la Mola”, a difesa del territorio. Nel 1368 il feudo passò alla famiglia Alagona ed in seguito Iacopo d’Arezzo. Successivamente passò ai Lanza  e poi ai Branciforte fino al  1797, anno in cui Ferdinando I di Borbone lo concesse a Silvestro della famiglia messinese dei Loffredo. L'area in cui si trovava il castello, quasi al margine dello sperone roccioso, era stata interamente occupata nel sec. XVIII da una costruzione, di cui resta solo una parte del pianterreno, sulla quale nei primi anni dell'800 per volere proprio del Marchese Silvestro Loffredo fu costruita una villa in stile neoclassico. L’edificio, rimasto incompiuto, fu costruito in luogo così alto proprio per permettere al Marchese di controllare i suoi possedimenti. Quest’ultimo nel 1850 iniziò la costruzione dell’antica  borgata rurale  di Cassibile, portata a termine dopo la sua morte dal figlio Gaetano I con l’edificazione di 99 case. A Gaetano I successe Gaetano II e poi ancora la nipote Maria Emanuela Puleyo. Dunque, dopo tutte queste edificazioni, ciò che restava della fortificazione originaria è stato cancellato o inglobato, cosi che niente di essa ci è pervenuto che possa essere riconoscibile, ad eccezione, forse, di una cisterna con collo circolare, la cui vera venne graziosamente inserita nella facciata della villa. Dei blocchi di arenaria squadrati, giacenti nelle vicinanze, potrebbero essere materiali di risulta della distruzione del castello. La villa marchesale è diroccata ed abbandonata, anche se tuttora appartenente ai discendenti della famiglia Loffredo. Architettonicamente l’edificio, a pianta quadrangolare, è dotato di un portale d'accesso di forma arcuata. Su ciascuno dei quattro lati vi è una fila di tre finestre sormontate da un timpano triangolare. L'interno di questa residenza presenta stanzoni ormai spogli. Nei pressi del castello vi sono le rovine di alcuni fabbricati storici tra cui i due "Trappeti" ("Trappeto Vecchio" e "Trappeto Nuovo") in cui venivano macinate le olive per estrarre l'olio d'oliva e l'uva per estrarre il vino.

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