mercoledì 6 giugno 2012

Il castello di mercoledì 6 maggio





MEDUNO (PN) – Castello vescovile

Porta d'accesso alla Val Meduna o Tramontina in una zona strategicamente importante – sul colle San Martino, venne edificato nel 1136 per volere de vescovo di Concordia e fu assegnato in feudo alla famiglia omonima. Dal 1192 il castello fu assegnato ad un “gastaldo” del Vescovo, successivamente il luogo divenne feudo del Patriarca di Aquileia. Nel 1318 ci fu una violenta lotta, scaturita per problemi di preminenza, tra la famiglia di Meduno ed i signori di Maniago. A pace fatta tra questi contendenti, nel 1363 il castello fu assalito e danneggiato dagli armigeri dei signori di Spilimbergo, Strassoldo, Prata, Polcenigo e Urusbergo, alleati al duca Rodolfo d'Austria contro il patriarca Lodovico della Torre. Nel 1385 fu cinto d'assedio dalle truppe di Francesco da Carrara. In numerose occasioni i signori di questo castello furono alleati alla città di Cividale nelle controversie che dividevano il Friuli patriarcale. Passato ai Valentinis agli inizi del '400, in seguito ad alleanze e compravendite venne restituito al Vescovo di Concordia e, di conseguenza, ai signori di Meduno. Danneggiato dal terremoto del 1776, venne in seguito abbandonato e con ogni probabilità le sue belle pietre squadrate servirono per costruire altre strutture murarie nel paese sottostante. I resti del maniero sono posti su un crinale a quota 369.6 sopra il centro abitato. Dal punto di vista planimetrico, la cinta muraria, con andamento curvilineo, descrive una singolare forma allungata, con asse maggiore in direzione sud-ovest/nord-est (dim. 70 x 15 m ca.). La muraglia lungo il lato nord-ovest è alquanto spessa e si sviluppa per una discreta altezza, mentre a sud-est appare di spessore inferiore ed è preceduta da terrazzamenti a loro volta delimitati da muri. Le indagini archeologiche realizzate, su concessione ministeriale, nel 2009 hanno individuato 5 fasi di vita del castello che datano dalla prima metà del XII secolo, quando il rilievo venne munito di cinta fortificata, fino al XVI-XVII secolo, quando avvenne il progressivo abbandono del luogo con conseguente graduale spoliazione delle strutture. Parte del settore nord della struttura fortificata dei resti del castello di Meduno, è stata oggetto di un approfondito scavo archeologico e di un conveniente intervento di restauro conservativo, realizzati con fondi regionali (L.R. n° 10 del 2000), volti a promuoverne il recupero e la valorizzazione. Si è provveduto alla pulizia dalla vegetazione e al consolidamento dei tratti murari in precario stato di conservazione. Tramite listello di metallo, posizionato sul margine superiore esterno dell'ultimo corso originale, si è distinta la parte originale di muratura da quella ricostruita; le integrazioni sono state realizzate utilizzando le pietre di risulta disponibili in loco. Il pendio e i piani di terreno esternamente alla cinta sono stati rimodellati per facilitare la visita al pubblico e rendere più sicuro il luogo.

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