sabato 5 novembre 2011

Il castello di sabato 5 novembre



ALBOSAGGIA (SO) - Castello Paribelli

Venne costruito intorno al XI secolo dai Capitanei feudatari di Sondrio. La particolare disposizione delle sue stanze e la presenza di una torre centrale (Torre di Torzone) fanno supporre che la sua funzione principale fosse quella difensiva come molti altri edifici presenti sul territorio valtellinese. La torre, che prendeva il nome dal vicino torrente Torchione, insieme ad altri castelli e torri, faceva probabilmente parte di un sistema difensivo. In seguito l’edificio venne trasformato in dimora signorile e fu residenza stabile dei signori Carbonera che lo ampliarono. Solo nel 1584, in seguito al trasferimento a Sondrio dei Carbonera, venne acquistato dalla famiglia Paribelli, attuale proprietaria a da cui porta il nome. I Paribelli lo sottoposero ad ulteriori modifiche al fine di adattarlo alle esigenze della famiglia, come testimoniato dallo stemma che sovrasta il portale tardo cinquecentesco attraverso il quale si accede all'ampio porticato. Il fronte principale si affaccia sulla valle e, come denunciano con chiarezza le murature, corrisponde ad una delle parti più antiche del complesso. All'interno del palazzo sono stati rinvenuti importanti affreschi risalenti all'epoca medioevale ed un affresco del primissimo cinquecento raffigurante la "Madonna con Bambino e il Martirio di Beato Simonino" di Battista Malacrida di Musso; quest'ultimo è conservato nella Sede della Banca Popolare di Sondrio. I locali del Palazzo sono piuttosto spogli, tranne che per alcuni elementi di pregio tra i quali un grande camino in pietra posto al piano terreno in un grande salone a volta reticolare. E’ tuttavia salendo al primo piano che si raggiunge la stanza più bella e famosa del palazzo: la cinquecentesca stüa voluta per ragioni di rappresentanza da Giovanni Giacomo Paribelli che nel 1581 aveva ottenuto il diploma di nobiltà dall’imperatore Rodolfo II. Si tratta di una stanza completamente rivestita di legno, con le pareti e il soffitto riccamente intarsiati e intagliati forse ad opera di Arnold Thiefeld, presente a quel tempo in valle. Era certamente l’ambiente più signorile della residenza, dove non a caso figurano scolpiti nel legno gli stemmi dei Carbonera e dei Paribelli, e veniva riscaldato da una bella stufa “forata” da coppelle in pietra ollare che veniva alimentata tramite un'apertura ricavata in una stanza adiacente. Il castello è circondato da un grande giardino sui cui sorge l'oratorio dei Santi Nicola Tolentino e Vincenzo Ferrerio, costruito nella seconda metà del '400 dai Carbonera, ristrutturato nel 1558 e, successivamente, nel 1621 dai Paribelli che lo adibirono a cappella sepolcrale.

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