sabato 11 giugno 2011

Il castello di domenica 12 giugno



PETRELLA SALTO (RI) – Rocca Cenci

Domina il paese dalla sommità di una collina ed oggi ne rimangono scarsi ruderi, oggi ristrutturati. In questo castello si svolsero le tragiche vicende della nobildonna romana Beatrice Cenci. Le prime notizie sulla rocca risalgono alla metà del XII secolo quando era feudo in capite di Gentile Vetulo, che morì prima del 1170. Successivamente Petrella finì sotto il controllo dei Mareri, che divenne la più potente famiglia della nobiltà rurale dell'area. Nella seconda metà del XIII secolo Petrella, la cui rocca fu presidiata a lungo da una guarnigione regia, fu tolta ai Mareri e concessa in feudo al provenzale Guillaume Accrochemoure, al quale subentrò Pietro Colonna. Nel 1295 Carlo II d'Angiò fece restituire il castello a Tommaso Mareri ed ai suoi fratelli e da quel momento Petrella tornò nella loro baronia, divenendone il centro principale. Nella 1511 la Rocca fu protagonista di un grave fatto di sangue che riguardò il conte Gianfrancesco Mareri, il quale non aveva rispettato la promessa di dare in dote il castello di Staffoli a Giacomo Facchini, sposo della figlia. Per questo motivo il genero si vendicò con l’aiuto di un servitore a cui Gianfrancesco aveva fatto uccidere il fratello perché sospettato di essere l’amante della contessa e nottetempo, entrato nella Rocca con più di duecento armati, il Facchini strangolò nel letto il conte e la contessa e fece uccidere tutti i suoi figli ed i suoi ospiti. Dalla strage si salvò la sola figlia Maria Costanza, di pochi anni, che gettata dalla Rocca rimase fortunosamente impigliata con le vesti ad un ferro sporgente dalla stessa e recuperata successivamente dagli abitanti di Petrella. La signoria dei Mareri finì nel 1532. Marzio Colonna concesse in uso il castello di Petrella a Francesco Cenci nel 1595 a cui si deve l’aver reso tristemente famosa la rocca per le crudeltà del suo governo. Il Cenci venne tragicamente ucciso per opera di Olimpio Calvetti, castellano della Petrella, e di Marzio Catalano su istigazione della figlia Beatrice, amante del Calvetti. Il processo vide la condanna a morte di Beatrice, di Lucrezia e di Giacomo Cenci che furono crudelmente giustiziati a Roma, presso Castel Sant’Angelo, nel settembre del 1599. Attualmente, come già detto, della rocca rimane ben poco. Il già diruto edificio fu infatti ulteriormente danneggiato in seguito al terremoto che colpì la Marsica nel 1916, tanto che non rimane in piedi che un troncone di torre e miseri resti.

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