mercoledì 27 aprile 2011

Il castello di mercoledì 27 aprile



ARAGONA (AG) - Palazzo Principe Naselli

Fondata dal conte Baldassare III Naselli nel 1606, la città divenne ben presto un principato e i Naselli, che mantennero il possesso del paese fino al 1812, fecero costruire l’imponente Palazzo Principe a suggello del loro prestigio agli inizi del ’700. Il poderoso edificio di mole rettangolare, con quattro loggette ai suoi angoli, si erge maestoso e domina tutto il tessuto urbano che a vari dislivelli occupa i pendii orientali del monte Belvedere. E' arricchito dai magnifici affreschi del pittore fiammingo Guglielmo Borremans, incaricato da Baldassare Naselli Branciforti, che aveva assunto il principato nel 1711. Furono affrescate le volte di molte sale e specialmente del gran salone del palazzo, le logge e la cappella con una grande varietà di soggetti sacri e profani e con una grande profusione di ornati. Ancora agli inizi del secolo si vedevano sopra due porte principali, due medaglioni dipinti con belle mezze figure del Redentore e della Vergine, e alla sommità delle pareti alcune storie del Vecchio e del Nuovo Testamento. La ricca pinacoteca comprendeva due dipinti di Guido Reni, “Il ratto di Proserpina” e “Il ratto d’Europa”. Ma i quadri e la maggior parte degli affreschi andarono perduti nel corso del secolo scorso per l'incuria dei suoi proprietari, che nel 1875 restaurarono il palazzo distruggendo molte delle pitture. Esistevano ancora nel 1880 le storie del Giudizio di Salomone, di Rebecca al Pozzo, di Mosè con le Tavole e della Samaritana. Tutto fu manomesso quando furono rifatti la volta e il salone. Nel 1911 Gioacchino Di Marzo, venuto a visitare Aragona, ammetteva amaramente la scomparsa di gran parte degli affreschi. Il sacerdote Luigi Burgio Naselli, discendente dei fondatori di Aragona, con atto del 18 dicembre 1887 fondò il Pio Istituto Orfanotrofio Femminile Principe Aragona e alla sua morte gli lasciò in dote tutto il Palazzo con testamento fatto il 28 settembre 1889. Qualche anno dopo la fondazione dell'Opera Pia, metà del Palazzo venne prima dato in affitto e poi venduto per una somma pari a Lire 200.000 al Comune di Aragona. Nei nostri giorni il Palazzo è stato occupato per metà dal Municipio, dove trova sede la Biblioteca comunale e per l'altra metà è ancora sede dell'orfanotrofio Femminile. In questa seconda parte, si conservano ancora solamente gli affreschi di una loggia, deteriorati dai fenomeni atmosferici, rappresentanti la vittoria trionfante su un carro, e quelli, in buono stato di conservazione, della volta di un ampio salone, raffiguranti, al centro, in un rosone, la Gloria con al capo una corona turrita nell'atto di alzare con la mano destra una corona d'alloro e con la sinistra un nastro con la scritta del motto della famiglia Naselli " Non sine certamine".

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