martedì 26 aprile 2011

Il castello di martedì 26 aprile



PRIVERNO (LT) - Castello San Martino (o Palazzo Tolomeo Gallio)

Le sue origini non sono ancora del tutto conosciute, ma un intero fascicolo (conservato nell'ex Archivio della Curia Vescovile di Priverno) sui litigi insorti per la sua proprietà fornisce abbondanti informazioni che permettono di seguirne l'evoluzione fino ai tempi recenti. Prende il nome dal cardinale che lo fece costruire e lo scelse come sua residenza dopo aver ottenuto in enfiteusi perpetua dal vescovo F. Beltramini due appezzamenti di terreno appartenenti alla mensa vescovile di Terracina, siti nel territorio di Priverno. L'edificio venne eretto sulle rovine dell' antica chiesa di San Martino (da qui deriva il nome del castello) tra il 1565 e il 1569. Nel 1589 vi soggiornò Papa Sisto V, di passaggio per recarsi a Terracina dove doveva visitare i lavori del porto. Nel 1597 il Cardinale Tolomeo Gallio donò ai Camaldolesi l'edificio e la tenuta circostante, a condizione di realizzare nel palazzo una chiesa da dedicare a S. Martino ed un monastero dove avrebbero dovuto risiedere stabilmente dieci monaci. Ma i monaci ben presto ebbero problemi con il Comune di Priverno per alcuni usi civici goduti dai privernati in quei terreni acquistati dal Gallio. Nel 1652 il Pontefice Innocenzo X soppresse tutte le piccole comunità monastiche: fra queste vi fu quella di S. Martino che scomparve per sempre dal luogo. Il forzato abbandono di S. Martino da parte dei monaci provocò una lunga serie di controversie tra i duchi di Alvito (eredi del Gallio) ed il vescovo pro tempore della diocesi di Terracina, entrambi pretendenti alla tenuta di S. Martino. Dopo secoli di controversie, segnati da alternate vicende, sul finire del XIX secolo i principi Borghese, già proprietari della tenuta di Fossanova, giunsero in possesso di S. Martino. L'immensa proprietà dei Borghese si dileguò nel giro di pochi decenni e le tenute furono acquistate dalla famiglia Di Stefano nel 1914. Acquistato dal Comune e riportato all'antico splendore è oggi centro convegni e corsi di aggiornamento. Il parco circostante, di circa 33 ettari, è sempre aperto al pubblico anche per visite guidate. Esso è percorribile attraverso un sentiero naturalistico ed è attrezzato con aree di sosta e anche da un percorso ginnico in legno. La valenza artistica e paesaggistica, che l'insieme Castello-Parco rivestono nel loro contesto territoriale, è oggi arricchita dall'affascinante richiamo del Museo per la Matematica "Il giardino di Archimede" e dal Laboratorio Provinciale di Educazione Ambientale, aventi sede nell'edificio. Il palazzo ha pianta quadrata con ingresso nella facciata nord-ovest, con un portone in opera bagnata sormontato dallo stemma della famiglia Borghese e da un balcone, che introduce ad un vasto cortile aggraziato da un portico a tre campate. Ai quattro angoli si innalzano agili torri che superano i due piani dell'edificio con un attico avente una bifora ad archi a tutto sesto per ogni lato. Le torri, come i muri perimetrali dell'edificio, poggiano su basi con pareti fortemente rastremate, che insieme alla serie di poderosi contrafforti danno all'insieme quel carattere sancito con l'attuale denominazione di "castello". A sinistra dell'androne vi è la cappella dedicata a S. Martino. A destra del porticato si trova la scala che conduce al piano superiore e agli scantinati.

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