martedì 15 marzo 2011

Il castello di mercoledì 16 marzo



NOALE (VE) - Rocca dei Tempesta

Risale probabilmente al XII secolo e fu eretta dai Tempesta, avogadori del vescovado di Treviso e legati da parentela con l'antica nobile famiglia dei Camposampiero, divenuti Signori di Noale nel 1158. Noale assunse grande importanza strategica, essendo posta nel mezzo tra la strada Padova-Treviso e all'incrocio con la via che da Mestre andava a Camposampiero, questo spiega la necessità di costruirvi una fortezza che venne utilizzata per scopi militari fino al XV secolo e si trovò al centro delle frequenti lotte tra Treviso e Padova. Nel 1180 riuscì a resistere a furiosi assalti portati dalle milizie patavine, mentre nel 1242 rigettò l'attacco sferrato da Ezzelino da Romano. Successivamente nel 1245 divenne feudo di Ezzelino da Romano, a seguito della cattura e della reclusione di Nicolò Tempesta con la sua famiglia; sotto questa signoria furono fortificati il Castello e le torri. Dopo Ezzelino ritornò ai Tempesta finchè nel 1343 passò alla Repubblica di Venezia, alla quale rimase, escluso il breve periodo Carrarese, fino alla sua caduta e al definitivo abbandono del 1763. A partire da quello stesso anno molte parti dell'ormai cadente struttura vennero deliberatamente demolite per ricavarne materiali da costruzione "a beneficio della comunità". Nel 1819 divenne Camposanto fino al 1983 quando costruito il nuovo cimitero cominciarono le riesumazioni conclusesi nel 1996. Questo suo utilizzo ha accresciuto ancor più la fama di luogo lugubre e sinistro. Quest'atmosfera si respira tuttora, anche se le tombe sono state rimosse; rimane qualche lapide storica ed alcuni affreschi. E ciò basta ad evocare macabri presagi, specie se ci si avvicina verso sera oltrepassando in solitudine quella porticina d'ingresso dalla punta gotica e ci si sofferma al centro, vuoto, di quella cortina di mura in rovina. Ora la Rocca è visitabile in occasione di visite guidate o manifestazioni. Il fortilizio era stato concepito come una macchina da difesa poderosa ed imprendibile, separata ed autonoma rispetto alla stessa città fortificata. Era circondato da fosse e irrobustito da quattro torri e da una quinta piu' bassa. Due ponti levatoi erano le sole vie di accesso, uno a sud sopra le fosse e l'altro a nord sul Marzenego.

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