martedì 1 febbraio 2011

Il castello di mercoledì 2 febbraio



CALENDASCO (PC) - CASTELLO ARCELLI-CONFALONIERI

L'edificio, realizzato in laterizio, si presenta piuttosto ben conservato all'esterno e mostra tutta la sua imponenza di maniero difensivo. Dalla linea delle cortine che sono coronate da merlature, si elevano quattro torri circolari. La facciata, che conserva ancora una parte del profondo fossato, comprende una torre cilindrica, un ingresso con ponte (un tempo levatoio come testimoniano gli incassi del rivellino); è ancora ben evidente anche la pusterla, la porta più piccola, ad accesso levatoio. Il castello assieme al recetto, alla chiesa e all'hospitale dei pellegrini formava un tempo il Borgo di Calendasco. Indicato nel 1187 in un documento di Papa Urbano II, appartenne inizialmente al Vescovo di Piacenza. Nel 1346, venne distrutto da fuorusciti piacentini e nel 1372 fu ricostruito dai guelfi come caposaldo della resistenza anti-viscontea. Ai primi del 1400, quando il duca di Milano, Filippo Maria Visconti, creò gli Arcelli conti della Val Tidone, assegnò loro anche il castello di Calendasco. Questi feudatari lo trasformarono in un avamposto di appoggio al fortilizio di Somaglia situato sulla sponda lombarda del Po. Il maniero, situato a pochissime centinaia di metri dal fiume Po, era infatti strategicamente importante per la difesa della città di Piacenza, come punto d'osservazione sulla pianura posta al nord-ovest della città. Oltretutto, in quest'area erano situati ben tre importanti porti e tutti facenti capo al feudo calendaschese. Al tramonto della potenza arcellesca il castello passò prima ai Confalonieri poi ai Visconti, per tornare di nuovo ai Confalonieri. Proprio alla dinastia dei Confalonieri sono legati alcuni avvenimenti di rilievo accaduti nelle mura del castello, come ad esempio la nascita nel 1290 del nobile Corrado Confalonieri, destinato poi alla santità. Un altro data importante è quella del 14 gennaio 1482 in cui, dopo vari giorni di assedio, le truppe di Ludovico il Moro, Signore di Milano, strapparono il castello di Calendasco al capitano Antonio Confalonieri. Nella notte del 13 settembre 1572 Lodovico Confalonieri fu ucciso a stilettate da Antonello De Rossi, amante della moglie della vittima, Camilla, ritenuta l'istigatrice del delitto. L'ultimo feudatario di Calendasco fu Fabio Perletti, giureconsulto e ambasciatore farnesiano alla corte imperiale, il quale ne era stato investito (il 6 luglio 1690) con il titolo di conte da Ranuccio II Farnese, riconoscente per avere il Perletti condotto a termine magistralmente le pratiche relative alle nozze di Odoardo Farnese (primogenito del duca) con Dorotea Sofia di Neoburgo. Nei locali interni sono visibili alcuni soffitti lignei a cassettoni: sotto il voltone d'ingresso si conservano -assai deteriorate- interessanti decorazioni ad affresco del '500. Degni di citazione sono anche una loggia d'accesso e due grandissime sale con camino, denominate "caminata magna superiore" e "caminata magna inferiore" per la loro struttura molto estesa. Attualmente il castello appartiene in parte al Comune di Calendasco e in parte a privati che ne hanno ricavato abitazioni.

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